Arianna - Film (2015)

Intersessualità all’italiana in un dramma che il solito intimismo tutto sguardi stravisti e meccanici e simbologie da quattro soldi (a partire dall’immancabile acqua) demoliscono scena dopo scena. La regia inciampa tra sterili velleità estetizzanti (peraltro la fotografia è quello che è) e momenti di totale grossolanità (la seduta Polselli-style sui problemi sessuali), vanificando l’impegno della protagonista e un copione che qua e là possedeva pure qualche spunto interessante. Solo le (probabilmente involontarie) prurigini sparse tengono desti.

Il film si incentra sul personaggio di Arianna, ragazza dai tratti mascolini con forti disagi legati alla sessualità. Il film si lascia seguire, nonostante qualche brutto momento (le sedute stile alcolisti anonimi della protagonista dalla sessuologa), ma le scene ambientate nella campagna laziale (tra cui intermezzi saffici con la cugina) sono molto godibili e richiamano vagamente il clima di film di altra levatura come Io ballo da sola. Finale sconclusionato, che lascia sospesi. Forse l'idea avrebbe funzionato meglio per un cortometraggio.

L’inquietudine di una ragazza che non ha le mestruazioni e assume ormoni approda alla rivelazione della sua evirazione da piccolissima, voluta dai genitori per cancellare il suo ermafroditismo. Tema importante che avrebbe avuto bisogno di ben altra narrazione: all’investigazione dell’intersessualità l’autore preferisce la descrizione languido-esistenzialista di un’adolescente malinconica, con contorno bucolico insistito in riprese lente e contemplative. Il risultato è l’impressione di un corto allungato e insipido. Peccato.

Un racconto per certi versi coraggioso ma che soffre pesantemente di traversie produttive che lo hanno reso un prodotto monco e che poggia perlopiù sulle fragili spalle della protagonista. La quale ce la mette tutta, assicura un che di spontaneità e di straniamento interiore ma non trova un'adeguata realizzazione del personaggio e delle sue lotte. Diverse sequenze sono portate per le lunghe, scorci paesaggistici riusciti si alternano ad altri con poco senso.