Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dall'omonimo romanzo di Carlo Lucarelli (il più dotato giallista italiano dei Novanta) un thriller di discreta fattura, diretto da Alex infascelli con chiari intenti autoriali. E va detto che, dal punto di vista della regia, ALMOST BLUE offre molti spunti interessanti. Pure se eccessivamente afflitte da ripetute carrellate avvolgenti alla lunga piuttosto fastidiose, le riprese non sono mai casuali e anzi si distinguono per una ricercatezza apprezzabile. Ma quello che fa di ALMOST BLUE un thriller per alcuni versi davvero riuscito è senza dubbio la bella storia di Lucarelli, che partendo da presupposti non esattamente originali (il solito giovane serial killer braccato dalla polizia)...Leggi tutto innesta personaggi ben delineati e situazioni che sembrano costruite apposta per esaltare il talento visivo di infascelli, più figlio di Lynch o comunque di alcuni thriller americani dell'ultima generazione che di Dario Argento e i suoi emuli. La fotografia è patinata, i dialoghi secchi, i colori freddi, le musiche avvolgenti (con la magnetica “Almost Blue” di Elvis Costello che torna più volte come i temi di Angelo Badalamenti in VELLUTO BLU e TWIN PEAKS). Tutto sembrerebbe concorrere a un thriller di ottima riuscita se non fosse per alcuni pesanti difetti: la direzione degli attori, ad esempio, non convince affatto e la protagonista (Lorenza Indovina) è personaggio cui pare mancare completamente la spina dorsale: una vera lagna! Colpa anche di una sceneggiatura (scritta da infascelli con Sergio Donati) che svilisce il romanzo di Lucarelli e che costringe l’intero cast a scambi talvolta rabbrividenti. Inoltre la regia esagera con i manierismi e pecca di presunzione. Bologna è di fatto invisibile.

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Caesars 8/02/07 14:39 - 3794 commenti

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Brutto, girato con uno stile da videoclip che a me proprio non piace, trama abbastanza banale e confusa, attori che recitano da cani. Film che alla lunga affatica veramente. Non ho letto il romanzo di Lucarelli ma è un peccato che il suo nome venga associato a quest'opera. Da dimenticare.

Undying 23/07/07 20:44 - 3807 commenti

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Alex Infascelli venne accolto trionfalmente dalla comunità dei nostalgici del "genere" all'italiana. Nemo propheta in patria: il tempo chiarirà che al peggio non v'è fine (Il Siero della Vanità). Il regista, in questo (primo) caso, riesce a sprecare la sceneggiatura (bolognese) di Lucarelli, dando alla pellicola un taglio nettamente televisivo con conseguenti censure e/o oscuramenti dei delitti. Ad aggravare la situazione, un doppiaggio in presa diretta e attori non proprio dotati. Blow-Out di De Palma, essendo citato, reclama vendetta...
MEMORABILE: il reale delitto (conosciuto come del "DAMS") di Francesca Alinovi sembra avere ispirato più di un momento nella sceneggiatura di Lucarelli.

Homesick 14/11/07 18:21 - 5737 commenti

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Maldestro tentativo di riportare in auge il thriller italiano anni '70 usando le nuove tecnologie e la frenesia dell'epoca moderna. Richiami al Freda dell'Iguana (il camaleontico assassino)e all'Argento della Sindrome (l'assassino che si estrae dalla bocca la lametta), nonchè alla più volte collaudata figura del cieco-detective. Attori altrove validi come l'Indovina e Santamaria qui non convincono. Ritorno dell'ex 'Venere tascabile' Marisa Solinas.

Spectra 24/12/07 16:28 - 84 commenti

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Film tratto dal romanzo omonimo di Carlo Lucarelli. Il film ritrae uno spaccato reale di una Bologna universitaria. Un film appassionante girato con buon ritmo, discreta suspence e buona cura di alcune scene particolari (vedi quella dell'assassino folle davanti allo specchio... inquietante). Un bravo ad Alex Infascelli che ci regala non un capolavoro ma un buon thriller italiano.

Il Gobbo 25/12/07 23:21 - 3015 commenti

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Desolante cimento nel thrilling (con incomprensibile entusiasmo posticcio di alcuni claqueurs) di un dotato (?) regista di videoclip, le cui tecniche applica con solerzia, dimenticando tutto il resto. Tensione pari a quella di una puntata dello Zecchino d'oro, recitazione di livello inferiore a quello riscontrabile negli spot dello chef Tony, diffuso senso di fastidio per avre sprecato un paio d'ore dedicabili, con maggiore profitto, alla visione... di uno spot dello chef Tony! Horror.

Galbo 28/12/07 06:06 - 12399 commenti

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Buon thriller diretto dall'italiano Infascelli, il film ha il pregio dell'originalità dell'ambientazione; la Bologna utilizzata dal cinema per altri generi fa da sfondo ad un giallo urbano in cui il regista disegna piuttosto efficacemente atmosfere "malate" ed inquirtanti, anche utilizzando uno stile in parte sperimentale. Molto efficale la rappresentazione dell'ambiente universitario. Ottima la colonna sonora. Bravi gli interpreti.

Cotola 14/05/08 23:49 - 9052 commenti

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Brutto thriller all’italiana che cerca di coprire con la tecnica, non propriamente malvagia, una pochezza di contenuti disarmante. La sceneggiatura, infatti, è piuttosto imbarazzante (nonostante sia tratta da un romanzo di Lucarelli) ed oltre ad essere, a tratti, risaputa, ha un “sapore” troppo televisivo. Ed anche certe scelte stilistiche sono molto discutibili e potrebbero far arricciare il naso a più di uno spettatore.

Ghostship 2/07/08 13:43 - 394 commenti

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Esordio folgorante per Infascelli che, seppure con una tecnica abbastanza videoclippara, costruisce una pellicola dal ritmo serrato che ha nella caratterizzazione del folle assassino la sua migliore componente. Alcune soggettive ricordano l'Argento dei bei tempi, ma nel complesso siamo di fronte ad una pellicola personale che rappresenta una incoraggiante goccia nel deserto del cinema di genere italiano.

Mascherato 7/09/08 15:51 - 583 commenti

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Il videoclipparo Infascelli esordisce con un film tratto da un romanzo di Carlo Lucarelli. E lo fa in maniera convincente, non cedendo a nessuna tentazione se non quella di assumere a modello Se7en di David Fincher. Diciamo la verità: nei confronti di chi viene dal mondo dei videoclip ci sono sempre dei pregiudizi, puntualmente confermati dai risultati finali. Ed invece Infascelli sorprende per il piglio maturo con cui conduce la vicenda fino alla fine, anche se su questa grava l'unico vezzo un po' trito: quello dello svelamento del set.

Hackett 9/09/08 10:44 - 1867 commenti

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Film abbastanza interessante ma che soffre dell'eccessiva semplificazione cinematografica di una trama che sulla carta era sicuramente molto più efficace. Spesso i lavori di Lucarelli diventano film o fiction ma non sempre con gli stessi risultati. I film di Infascelli hanno una bella confezione ma sembrano sempre un po' vacui, senz'anima. Meglio vederlo senza aver letto il libro, se si vogliono evitare delusioni.

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Pigro 24/09/08 09:22 - 9672 commenti

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Giovane investigatrice indaga su un serial killer di studenti, ma solo un ragazzo cieco sembra avere la chiave per la soluzione. Una storia affascinante (dal romanzo di Lucarelli) che abbandona la facile strada dei polizieschi nostrani per inoltrarsi nei meandri misteriosi e deviati del thriller più febbrile. Buona prova per Infascelli, alla sua opera prima, che lascia intuire la possibilità di una bella maturazione. Non convince invece l’accoppiata Indovina-Di Stefano: ce la mettono tutta, ma manca loro lo spessore giusto.

Ciavazzaro 25/09/08 14:46 - 4770 commenti

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Discretamente cruento. L'epopea dei thriller italiani è finita da molto tempo (purtroppo) e quindi il film di Infascelli non è nulla di troppo esaltante. Si segnala però una bella fotografia, tendente al blu in numerose scene. Insomma, possiamo dire che si può vedere, ma non aspettatevi chissà che.

Enricottta 15/09/09 16:52 - 506 commenti

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Quando il soggetto è buono... Così esordirebbe un qualsiasi appasionato di cinema. Lucarelli è l'ispiratore di questo bel film che ci svincola un poco dai soliti clichè, le solite locations, tutti scritti con troppa leggerezza. Almost blue descrive la provincia, i giovani, il male in maniera originale, senza sbavature, molto linearmente, come se un comportamento deviante (mi riferisco al killer) dovesse essere analizzato da due esperti in criminologia seduti al bar, che sorseggiano un caffè bollente.

Metuant 3/01/10 10:03 - 456 commenti

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Poteva essere un titolo epocale, destinato a far rinascere finalmente il giallo all'italiana tanto bistrattato in questi anni; così non è stato, nonostante le buone intenzioni e il mestiere messo in mostra da Infascelli, primcipalmente per due motivi: lo stile troppo simile a un David Lynch e quindi a tratti poco comprensibile per chi non se lo aspetta e un eccesso di manierismo nelle riprese, quasi volesse scimmiottare i thriller surreali all'americana. Non male, ma poteva essere meglio.

Piero68 3/05/10 18:03 - 2958 commenti

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La sceneggiatura cicca clamorosamente la centralità del magnifico romanzo di Lucarelli: la costruzione del profilo del serial-killer e il suo incontro/scontro con il “cieco”. La maestria dello scrittore nel creare suoni, rumori, atmosfere, essenziali per tratteggiare sia la figura del SK che del cieco scompaiono completamente. Persino la simbologia dell’animale che lo ossessiona, l’Iguana, viene trasformato in un più semplice serpente. Un capolavoro banalizzato in maniera disarmante. Regia insufficiente e Indovina assolutamente inadatta al ruolo.

Capannelle 30/07/10 08:55 - 4412 commenti

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Un film emblematico per capire come sciupare un soggetto interessante e qualche volto pertinente. La prova complessiva degli attori non è all'altezza, diversi spunti non vengono approfonditi e l'essenza del thriller rimane labile per tutto il racconto. Abbastanza patinato e con un minimo talento visionario male sfruttato, Infascelli vorrebbe proporsi come un nuovo messia del cinema di genere ma pare piuttosto destinato al dimenticatoio. Nonostante la (sospetta) benevolenza di alcune illustri critiche.

Buiomega71 1/03/11 11:25 - 2912 commenti

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Esperimento riuscito a metà, che mischia il thriller argentiano (soprattutto La sindrome di Stendhal) con atmosfere fincheriane alla Seven e un pizzico di Clive Barker. Ottimi momenti (il killer davanti allo specchio che si infila i piercing della vittima, con la luce del neon a intermittenza) si intrecciano a cadute di tono imperdonabili (la love story tra il cieco e la Indovina). Geniale il finale metafilmico che cita La montagna sacra e I tre volti della paura. In parte deludente e schizzato, ma il talento a Infascelli non manca di sicuro.
MEMORABILE: La prima vittima che sbocca sangue, mentre il killer davanti al pc le tappa la bocca e le strappa i piercing.

Enzus79 30/05/11 15:39 - 2901 commenti

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Non siamo ai livelli dei thriller made in USA o del primo Argento, ma Almost blue si può definire tranquillamente un buon film, che ha la sua nota dolente nel cast, anche se la Indovina è piuttosto brava. Bella la colonna sonora firmata Massimo Volume.

Giùan 26/11/11 13:54 - 4562 commenti

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Non è brutto Almost blue, ma ahimè per un film in generale e per un thriller in particolare poi, non è a ben guardare un complimento. Alex Infascelli, cresciuto a pane musica e cinema, ci tiene un po' troppo a farci intendere quanto sia bravo tecnicamente, come voglia rinnovare la tradizione del giallo argentiano con tecno lampi post moderni. In tutto ciò però perde di vista la narrazione e il libro di Lucarelli, affidandosi al colpo ad effetto di inquadrature e colonna sonora. Il blu elettrico diventa così grigiore inerte per quanto rumoroso. Ravello c'è.

Ryo 15/02/12 16:01 - 2169 commenti

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Buon thriller dal soggetto molto gradevole. La sceneggiatura ricorda un po' lo stile di Argento, forse per la presenza del cieco che partecipa alle indagini proprio come nel Gatto a nove code. Indagini che si svolgono nel mondo tangibile ma anche telematicamente, e questa è una trovata indovinata che dà un tocco in più.

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Nando 9/05/12 14:39 - 3816 commenti

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Ispirato da un romanzo di Lucarelli, il film ambientato in una Bologna misteriosa ed inquieta mostra la caccia a un efferato assassino da parte di una coppia molto particolare. Le atmosfere thriller sono ben congegnate, nonostante il film trasudi in alcuni frangenti una certa forma di fiction mania all'italiana.

Myvincent 12/08/12 19:01 - 3744 commenti

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Esordio sorprendente per Alex infascelli con una produzione piuttosto originale nel panorama horror di allora, dove un serial killer, già decifrabile dalle prime battute, semina terrore e paura, anche nello spettatore. Non c'è l'ossessione stilistica di Argento, né la cattiveria di Fulci, ma il film ha un suo certo fascino attraente, nonostante gli evidenti difetti. Il fascino dell'opera prima.

Fauno 24/12/13 13:20 - 2212 commenti

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Premetto di non amare film su coroner, polizia scientifica e tecniche sofisticate di indagine e neppure la personalità di questo serial-killer mi ha entusiasmato. Pertanto ho preferito dirigermi sulla Bologna invivibile, su quella che dovrebbe essere una capitale della cultura e si è ridotta a un ricettacolo di studenti fuori sede alloggiati alla peggio e per questo, ma anche per colpa loro, tramutati in zombi. Traffico quasi sempre intasato, incomunicabilità totale per una città che ha voluto diventare metropoli e sta ancora pagandone lo scotto...
MEMORABILE: Incredibile la sevizia finale che qualcuno si va ad autoinfliggere...

Nicola81 30/11/15 12:47 - 2862 commenti

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Dall'omonimo romanzo di Lucarelli, un thriller veloce e serrato (forse persino troppo), meno efficace di quelli che sfornavamo negli anni '70 (bei tempi...) ma ben confezionato, discretamente teso e piuttosto "malato", pur nella sua essenzialità. La Indovina a me è piaciuta e i comprimari (Ravello in primis) hanno quasi tutti le facce giuste; fa eccezione Di Stefano, veramente pessimo. Col senno di poi possiamo dire che Infascelli ha mantenuto molto meno di quello che prometteva.
MEMORABILE: L'incipit; La discussione sul passato del killer.

Il Dandi 29/01/16 18:50 - 1917 commenti

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Deludente messa in scena dell'omonimo best seller di Lucarelli, in cui pregi e difetti si annacquano a vicenda: i primi stanno nel sempreverde appeal di luoghi comuni come il personaggio del cieco ipertecnologico e le soggettive argentiane del killer, i secondi nella gratuità di alcuni virtuosismi di regìa e in alcune scelte attoriali sbagliate (la Indovina sembra Nicoletta Braschi e ha una voce tutto tranne che "blue"). Ruffiane ma efficaci (più delle canzoni note) le sonorizzazioni dei Massimo Volume.
MEMORABILE: Il killer che si accorge di essere spiato in webcam.

Lucius 29/01/16 20:44 - 3015 commenti

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Probabilmente l'opera migliore di Infascelli, in grado di catalizzare l'attenzione degli spettatori grazie a una sceneggiatura infarcita di angoscia che vede l'ambiente universitario come territorio di caccia al cambio d'identità. Un mostro, portatore di violenza e morte, come sarà per Il cartaio di Argento, è al centro dell'intricata trama in cui si segnalano le ottime prove attoriali di Claudio Santamaria e Lorenza Indovina. Tra colpi di scena e un tessuto narrativo adrenalinico si arriverà a un finale inaspettato. Credi nella reincarnazione?

Alex1988 18/02/17 18:06 - 728 commenti

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E' fin troppo evidente che Lucarelli, per il soggetto, si sia ispirato al Silenzio degli innocenti; la sceneggiatura è un continuo rimando a quel romanzo o, se vogliamo, a quel film. Infascelli ci mette del suo, da buon esordiente, con movimenti di macchina ispirati e montaggio da Nouvelle Vague. Ma, andando alle strette, il film non resterà negli annali del cinema. Discreto.

Corinne 25/07/18 15:51 - 420 commenti

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Molto fumo e poco arrosto. Infascelli cerca di rinverdire i fasti del giallo all'italiana contaminandolo con suggestioni dai più recenti thriller d'oltreoceano e sul piano visivo centra il bersaglio. A deludere, almeno in parte, è proprio la storia, il cui potenziale è sprecato da una messa in scena troppo rapida a scapito della costruzione di una tensione adeguata. Nel cast molti futuri volti noti, tra cui spicca però solo Ravello.
MEMORABILE: Gli omicidi; Le "teste" nella vetrina del parrucchiere (scena dal fascino vintage).

Jdelarge 27/09/18 09:59 - 1000 commenti

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Film con una sua atmosfera straniante ben definita, che permane dall’inizio alla fine. È questo il principale pregio di una pellicola che non ha troppe frecce al suo arco, vista, per esempio, la scarsa prova degli attori (eccezion fatta per Santamaria). A livello di regia c’è qualcosa di interessante, anche se poco cinematografico, ma la trama non è sufficientemente elaborata. Film "sensoriale", ma anche in questo senso si poteva fare di più.

Ira72 5/01/19 10:18 - 1313 commenti

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Debutto con un proprio stile (apprezzabile), con pochi mezzi e in semplicità. Volente o nolente, il regista si distingue dalla massa contemporanea per un richiamo ai thriller anni 70, irresistibili. Irresistibile, in realtà, questo film non lo è affatto. Purtroppo alcuni personaggi chiave come Indovina sono poco incisivi e con pessima dizione e i flashback paiono spesso "buttati là" distraendo e imbambolando. Ma. L’allure di originalità e di ricercatezza non ostentata conferiscono a Infascelli una propria identità e invitano ad approfondire.

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Bubobubo 19/12/18 01:56 - 1847 commenti

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Thriller di grande atmosfera (in questo coadiuvato anche dalla splendida colonna sonora, jazzy e noir, dei Massimo Volume, con l'inserimento tattico dell'omonimo brano di Elvis Costello), ma di risibile tensione e scarsa costruzione narrativa - difetti, questi, dovuti non tanto a una scelta d'impostazione, quanto a una sceneggiatura modesta. Discutibile anche lo stile di Infascelli, più vicino a un videoclip che a un lungometraggio. Parco attori discreto. Rivisto a quasi vent'anni di distanza, trasuda estetica d'inizio millennio.

Maurizio98 25/03/21 23:35 - 30 commenti

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Mentre nello stesso anno, il 2000, Dario Argento è ancora in scena in ogni senso ed è al lavoro per realizzare il suo ultimo thriller di valore, Non ho sonno, Infascelli gira parallelamente questo giallo, non indegno del Maestro a cui si ispira, in una Bologna in cerca di identità, come i giovani universitari del film. E l'esito non si rivela niente male, con un intreccio frenetico e talvolta confuso, delitti cruenti e cattivi ma non eccessivamente espliciti; esattamente all'opposto della crudeltà visionaria e ormai crepuscolare del grande Argento.

Victorvega 4/04/21 18:53 - 502 commenti

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Scurissimo e cupissimo ritorno al cinema di genere, attraverso un film colmo di immagini forti e impressionabili. Sta in queste l'arma principale di un film che, da un soggetto di Lucarelli, sviluppa la storia di un serial killer già svelato a metà della narrazione. Nella non chiarezza in qualche parte della sceneggiatura e nella recitazione di alcuni si trovano i punti deboli. La svolta "sentimentale" è inutile e poco reale. Curioso scoprire che la Indovina e Giallini (presenza solo di contorno) erano assieme in polizia già vent'anni prima di Rocco Schiavone.

Occhiandre 5/02/24 15:40 - 158 commenti

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Titolo evocativo, forse misterioso ma d'effetto, citando un brano cantato anche da un Chet Baker ormai consumato da narcotici come uno dei personaggi del film. Il bisogno di seguire una voce nel buio della solitudine esistenziale o di internet, benché malata o pericolosa, è descritta con la necessaria rarefazione. Fa un po' rabbia questo killer che in tanta poesia e malinconia non trova niente di meglio da fare che spargere in giro pozzanghere di sangue e ferramenta varia. Il viso della Indovina getta bagliori di pelle diafana e ombre vellutate di occhi mediterranei. Quasi triste.
MEMORABILE: La schiena nuda e la testa rasata del cattivo allo specchio; La ricostruzione della casa e del look da fuori sede; L'interpretazione di Santamaria.
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  • Curiosità Gugly • 3/07/08 19:32
    Portaborse - 4710 interventi
    con riferimento al commento cinefilo: anche nel libro il serial killer è detto Iguana.
  • Curiosità G.Godardi • 4/07/08 21:59
    Fotocopista - 663 interventi
    Il romanzo prende spunto da un fatto di cronaca,l'omicidio di Francesca Alinovi,noto anche come il delitto del DAMS
  • Curiosità Gugly • 4/07/08 22:05
    Portaborse - 4710 interventi
    a tale proposito c'è proprio il racconto di Lucarelli su questa vicenda, ripubblicato recentemente su un numero antologico dell'Europeo.

    Peraltro il delitto della Alinovi non fu l'unico: per qualche tempo la polizia bolognese pensò che ci potesse essere un "serial killer" del Dams, dal momento che in poco tempo ci furono altri due delitti rimasti impuniti di persone ( una donna ed un ragazzo) che studiavano lì, ma le tracce ed i collegamenti tra le vicende si rivelarono troppo labili e l'ipotesi cadde.
  • Curiosità Buiomega71 • 1/03/11 11:28
    Consigliere - 26011 interventi
    L'incipt del bellissimo "Il siero della vanità", riporta la figura del serial killer di "Almost blue". Decapitando la nonna, prima di essere abbattuto( o meglio defenestrato) dalla Buy.
  • Curiosità Lucius • 4/05/11 21:23
    Scrivano - 9051 interventi
    Il titolo è preso da un pezzo di Chet Baker cantato da Elvis Costello.
  • Discussione B. Legnani • 14/02/19 10:59
    Pianificazione e progetti - 14973 interventi
    E' mancata Marisa Solinas.