Piccioni si occupa della solitudine e dello smarrimento dei nostri giorni anche in questa storia giovanile sulle cose della vita, tutta al femminile, che poteva emozionare e commuovere e invece non riesce a convincere fino in fondo: sceneggiatura dispersiva e irrisolta, eccessivo carico di afflizione a cui si somma anche la malattia, alcune cadute di stile e qualche luogo comune. Le quattro giovani protagoniste sono variamente assortite, la Buy e Timi arricchiscono la scena mentre la breve performance di Rubini è fuori posto.
Non un teen-movie qualsiasi, più che altro un bel film generazionale tutto al femminile. Le protagoniste hanno tutte le facce e il carisma giusto (su tutte la sempre arrabbiata Gastini), le regia sta loro addosso spesso riprendendole anche senza un motivo narrativo, a captarne ogni micromovimento. E si tratta tutto dei rapporti tra loro e dal ruolo che scoprono di avere nella propria vita, una crescita che Piccioni riesce a narrare in maniera molto poetica (e riesce a far ridere la Buy!). Alcuni temi sono pesanti, ma affrontati con molta eleganza.
MEMORABILE: "In questi giorni non è successo nulla, ma è cambiato tutto".
Il viaggio come archetipo del mutamento esistenziale; si narra la storia di quattro ragazze colte a una svolta delle loro giovani vite: il confronto con la malattia, la maternità, la delusione amorosa e la scoperta della propria (omo)sessualità, mentre il regista le segue con intensa e affettuosa attenzione. Due camei per Filippo Timi, mite professore imbranato e per Margherita Buy, finalmente uscita dai soliti ruoli di nevrotica. Curiosa, ma anonima, la location a Belgrado. Un film tenue, aggraziato, esile; forse leggermente superfluo.
Gli eventi, anche quelli più drammatici, sono trattati con faciloneria sino all'improbabile, ma la recitazione delle giovani interpreti, sciolta e colloquiale - una spanna sopra l'acida e immusonita Gastini nel ruolo più maturo e complesso - , ritrae quattro diversi tipi di carattere, ciascuno riflettente i propri tumulti interiori. La Buy in linea con i suoi consueti ruoli; stonato e non indispensabile il goffo professorino di Timi. **/**!
Ritratto generazionale più approfondito di quanto sia solito fare il cinema italiano e che si sforza di uscire (anche fisicamente) dai confini che le sceneggiature spesso delimitano per i film nostrani. In questo caso sono rappresentate figure femminili irrisolte ma coraggiose e pronte a mettersi in gioco. Gli autori trattano con note realistiche e senza eccessi anche temi “scottanti” come la malattia. Attrici brave e una significativa anche se breve partecipazione della Buy in un ruolo un pò diverso dai soliti. Un buon film.
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Intenso spaccato della generazione attuale: donne che pensano al futuro con le loro ansie e le loro angosce ma anche con tanta forza; stupende le protagoniste, curatissima la regia... Anche belle scene girate al mio laghetto di Vico spacciato per la Serbia!!!