Dark night - Film (2016)

Dark night
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Titolo originale: Dark Night
Anno: 2016
Genere: drammatico (colore)
Regia: Tim Sutton
Note: Presentato alla LXXIII Mostra d'arte cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonte 73.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/09/16 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 10/09/16 23:58 - 9009 commenti

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Sei vite scorrono ognuna per proprio conto, fino a quando s'intrecceranno nel cinema in cui un pazzo mascherato farà strage durante la proiezione de Il cavaliere oscuro. Il cinema di Van Sant deve piacere proprio molto a questo regista che ne copia pedissequamente gli stilemi, senza possederne minimamente la stoffa e le capacità. E così assistiamo ad una scena inutile dietro l'altra il cui unico minimo comun denominatore è una noia suprema ed assoluta. Inutile cercare possibili significati profondi poiché tutto è di una sconfortante banalità. Orchiclastico.

Daniela 19/06/17 10:09 - 12625 commenti

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Troppo ingombrante l'elefante per rimuoverlo durante la visione, e così il paragone con la strage scolastica di Gus Van Sant diventa inevitabile. Anche Sutton raffredda, frammenta e destruttura: ci mostra le vittime, immerse nel loro piccolo mondo suburbano di casette tutte eguali, dedite alle piccole vicende di tutti i giorni, ignare di ciò che le attende, e anche l'assassino che si avvia sorridendo verso la scena di un massacro a cui non assisteremo. Cinema concettualmente rigoroso? Forse, ma anche compiaciuto della propria freddezza, noioso fino allo sfinimento, in definitiva superfluo.

Mco 12/06/18 16:59 - 2324 commenti

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Cinema dell'espressione, cinema dello sguardo, come ci suggeriscono le ripetute inquadrature degli occhi. Ma anche e soprattutto cinema di propedeutica e di attesa. Vediamo individui alle prese con ciò che rappresenta un vero e proprio problema esistenziale (insicurezza, asocialità, assenza di controllo), inconsapevoli del tragico destino loro assegnato. La musica, straniante, ci accompagna in un plumbeo viaggio spesso uggioso, con qualche sussulto soltanto nella parte finale. Ma le tante armi tra i giovani, quelle sì, che mettono paura!
MEMORABILE: Il rito della pulizia dell'arma.

Fabbiu 7/08/18 00:08 - 2136 commenti

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Quel genere di film che punta tutto sull'autocompiacimento evocativo. Certo la regia ha una buona mano nel narrare per emozioni, tramite silenzi, sguardi e panorami, le vite di personaggi coinvolti in un destino comune legato a un fatto di cronaca; ciò però richiede anche un tipo di pazienza che non è scontata nello spettatore. Si vuole a tutti i costi coinvolgere nel "trauma" e nel senso di alienazione senza mai riuscirci. Le riflessioni sociali sono del tutto sfocate e lo sviluppo in generale risulta pedissequo e noioso.

Bubobubo 11/03/19 21:21 - 1847 commenti

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Un Elefante in una cristalleria: Sutton gioca a fare il Van Sant dei poveri e dei derelitti, zoomando su frammenti di esistenze miserande e sogni infranti prima ancora di essere concepiti, un mosaico di tasselli umani che si ricompone, prima della distruzione finale (non mostrata), sotto l'egida del Batman nolaniano. Per chi mastica anche solo un poco il genere non c'è niente di straordinario, se non una certa tensione atmosferica (a tratti lynchiana, come nel crepitare dell'elettricità dei lampioni) che riflette le psichi dei personaggi.

Herrkinski 22/04/22 04:42 - 8072 commenti

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Sutton s'ispira al noto massacro perpetrato da un pazzo in un cinema americano nel 2012 per fare una riflessione sull'uso delle armi negli Usa, nonché su una società fratturata e vittima dell'alienazione. Il preambolo alla tragedia (non mostrata) vede brevi stralci di vita di sei persone, il tutto rappresentato con uno stile sospeso ed etereo che ricorda da vicino Van Sant; il regista gioca a confondere le idee sull'assassino e crea un clima d'attesa che non trova una catarsi, ottenendo il risultato probabilmente auspicato ma finendo anche per annoiare inevitabilmente lo spettatore.

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