Là dove il fiume è nero - Film (1986)

Là dove il fiume è nero
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Titolo originale: Where the river runs black
Anno: 1986
Genere: avventura (colore)
Note: Tratto dal romanzo di David Kendall. Aka "Lazaro", "Selva Viva".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/08/16 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 29/08/16 00:06 - 2901 commenti

I gusti di Buiomega71

Dopo un inizio ipnotico e quasi "magico", tra la bellissima foresta amazzonica e sprazzi di leggenda, con un mix arcaico (e anche crudele) tra il cinema di John Boorman e sprazzi di "animal attack" (Peter Horton aggredito dalla mostruosa anaconda), il film svacca clamorosamente quando tocca i lidi del Ragazzo selvaggio, dall'orfanotrofio fino alla risibile vendetta del ragazzino, che lo affossa tra i meandri di un "adventure" sotto Disney. A poco servono la suggestiva fotografia di Juan Ruiz Anchía, lo score di Horner e la diligente regia di Cain.
MEMORABILE: L'arrivo del feroce Santos alla capanna di Lazaro e sua madre; Horton sedotto dalla bellezza selvaggia (e muta) della Brandão; I delfini "vendicatori".

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  • Discussione Buiomega71 • 30/08/16 00:24
    Consigliere - 25934 interventi
    RASSEGNA ESTIVA: L'ESTATE AVVENTUROSA DEGLI INEDITI DAVINOTTABILI:

    Brasile, foresta amazzonica. Il giovane missionario Padre Malhoney (Peter Horton), viene tentato da una bella indigena che vive nella foresta (Divana Brandao) e concepisce un figlio. Il missionario viene ucciso da una mostruosa anaconda lungo il fiume, e la donna cresce da sola il bambino nella foresta. Un giorno, un gruppo di uomini senza scrupoli, guidati da Santos,uccide la donna che resiste ad un tentato stupro e gettano in acqua il piccolo, che però viene salvato dai suoi amici delfini. Una volta catturato e portato in città, viene accolto da padre O'Relley (Charles Durning) amico di Malhoney, che lo affida ad un orfanotrofio, Ma il bambino, battezzato Lazzaro, fugge per vendicare la morte della madre e uccidere Santos, che , ora, vuole diventare sindaco della cittadina.

    L'inizio del film e interessante, poi si fà quasi ipnotico e adombrato di "magia" e leggenda, immerso nella bellissima foresta pluviale, con echi boormaniani (mi veniva in mente LA FORESTA DI SMERALDO, mentre le immagini scorrevano) e spizzichi di "animal attack" (Peter Horton aggredito da una mostruosa anaconda che sbuca dall'acqua, i delfini di fiume che uccidono un coccodrillo che stava per attaccare il piccolo Lazzaro, come l'orca uccideva lo squalo bianco , per salvare il sub, ne L'ORCA ASSASSINA). Bellissima, poi, tutta la parte (muta) della seduzione della magnetica indigena a padre Malhoney, dove si respira aria di gran cinema e mette in evidenza le doti registiche di Chris Cain

    Così come l'arrivo di Santos e i suoi uomini, il tentato stupro, la crudeltà, come nei nostri migliori "adventure movie"

    Sentivo aria di gran film, poi, però, quando il bambino viene catturato e affidato alle cure di Charles Durning e portato all'orfanotrofio, il film, ahimè, svacca clamorosamente e tutto affonda in una marea di politicamente corretto, tra IL RAGAZZO SELVAGGIO, IL LIBRO DELLA GIUNGLA e LA GUERRA DEI BOTTONI

    Già mal sopporto i film coi ragazzini, ma quì più si và avanti più si sbraca in una pellicola sotto Disney da latte alle ginocchia (c'è pure una partita di pallone, con il piccolo Lazzaro che fà goal. Davvero terribile!)

    La vendetta del ragazzino, poi, e talmente ridicola quanto improbabile e il cattivone ucciso dai delfini di mare sembra un accozzagliata mal gestita tra tra FLIPPER e LO SQUALO

    A poco servono le musiche morriconiane di James Horner e la suggestiva fotografia di Juan -Ruiz Anchìa

    Cain affronta i temi a lui più cari, come il disagio giovanile (DUE VITA IN UNA, i pitoleri di YOUNG GUNS, i teppisti di THE PRINCIPAL) e la crescita che porta alla maturità e alla consapevolezza. Ma nemmeno la sua regia (che se all'inizio e quasi straordinaria, poi man mano, diventa di maniera) può fare più di tanto in quello che alla fine e un filmetto da oratorio pomeridiano

    Un vero peccato, perchè i primi 25' minuti facevano ben sperare, immersi in suggestioni amazzoniche e quasi arcaiche. Poi và tutto in vacca, lasciando uno spiacevole amaro in bocca per quello che il film poteva essere e non e stato, deludendo su tutta la linea, fino a far scemare ogni possibile interesse.