Truth or dare? - A critical madness - Film (1986)

Truth or dare? - A critical madness

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Prologo in perfetto sile "Cielo, mio marito!", con fedifraga beccata in flagrante amplesso dal coniuge un po' fesso, tale Mike Strauber (Brace). Questi, dopo reazione contenuta, fugge da casa e, raccattata una ninfomane per strada, passa la nottata davanti al fuoco in un campeggio. Assieme a lei si diverte con una versione macabra del giochino che lo ossessiona fin da piccolo: "Verità o sfida?" (una di quelle cose tipicamente americane che da noi non hanno mai trovato terreno fertile). Le verità son sciocchezze, le sfide invece no: si passa dall'amputarsi dita allo sbulbarsi gli occhi fino allo spanciarsi... Per farla breve: destinazione manicomio; ma dopo 13 mesi il nostro Mike è già fuori e se...Leggi tutto ne parte in missione per ammazzare l'ex moglie e il suo amante. Riesce a metà nell'intento, ma lo pizzicano e torna in clinica per ri-uscirne poco dopo in piena modalità HALLOWEEN 2, maschera compresa (bronzea, con due occhi, un naso accennato e la bocca come una fessura da parte a parte). Presa un'auto percorrerà viali alla Haddonfield tirando sotto mamme col passeggino e sbudellando gente con la sega elettrica in un tripudio di sangue e violenza che gli effetti poco speciali supportano a fatica. Ma ad affossare il film ci pensa più che altro la regia, terribile (pure quando cerca l'inquadratura originale, tipo un inspiegabile colloquio al ristorante ripreso per minuti interi da dietro la vasca dei pesci!), che mette in evidenza l'estrema povertà dell'insieme; sceneggiatura dalle infinite falle, incapace di gestire un minimo di suspence e di organizzare scene di sangue vagamente credibili. Ci sarebbe insomma di che divertirsi, considerando anche il livello davvero basso del cast, le musiche tremende inserite a casaccio che spaziano dall'elettronica al piano fallendo con ogni strumento, ma sono talmente tante le sequenze vuote di tutto, lo stiracchiamento costante di ogni situazione, che dopo un po' si tende a mollare la presa. E di fronte alla citazione hitchcockiana della doccia in chiusura (con ridicolo colpo di scena) non ci si può che mettere le mani nei capelli. I flashback di gioventù, del tutto avulsi dal contesto, comprendono la ripetizione di voci che scandiscono il titolo/gioco; completano il quadro sibili poco piacevoli per l'orecchio e un clima da low low budget che fa tanto pensare a uno scherzo per rubacchiare qualche soldo agli incauti noleggiatori di vhs del tempo...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/08/16 DAL DAVINOTTI
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Corinne 5/08/16 21:37 - 420 commenti

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Non si salva nulla in questo splatterone dalla trama delirante, incentrato sulla figura di un tizio che, scoperta la moglie a letto con un altro, si dedica ad autolesionismo e omicidi assortiti. Rilasciato dalla clinica psichiatrica per sovraffollamento (!), viene reinternato e messo in camera imbottita con altri pazienti (!) senza che medici e infermieri si accorgano che nasconde nientepopodimeno che un coltellaccio e una bomba a mano (!). Notevoli i riferimenti a una famosa icona horror di quegli anni. Solo per chi ama il trash spinto.

Mco 13/12/18 18:05 - 2327 commenti

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C'era un tempo in cui le emittenti regionali del Belpaese trasmettevano film di genere a tutte le ore del giorno e della notte. E regnavano registi come Tim Ritter. Nel caso di specie il regista dirige una vicenda a tutto splatter nei meandri di una testa bacata, le cui sinapsi sono annebbiate dallo scoperto tradimento della moglie. La tragedia, come grecità vuole, deve concludersi in un bagno di sangue. Inutile almanaccare alla ricerca di un filo logico che non sia quello di cui in premessa. Meglio lasciarsi cullare dall'onda cinefila d'antan.
MEMORABILE: L'arrotamento di mamma e figlioletto in carrozzina; Il topless della Fanaro.

Anthonyvm 31/10/21 14:57 - 5689 commenti

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Acerba ma ambiziosa opera di Tim Ritter, con un marito schizzato e autolesionista che, dopo il tradimento della moglie, entra ed esce dal manicomio mietendo vittime fra un ricovero e l'altro. Se da un lato non si possono ignorare lo script disomogeneo, il ritmo singhiozzante e gli effetti miseri (non così splatter come la fama dell'autore lascerebbe pensare), dall'altro bisogna ammirare lo zelo del giovane filmmaker, che fa di tutto per dare spettacolo (esplosioni, incendi, sparatorie, nudità) nonostante la scarsa esperienza. Né weird né divertente quanto Delirio, ma c'è di peggio.
MEMORABILE: Lo scorticamento facciale e la maschera; Il tizio in fiamme dopo l'esplosione dell'auto; La cascina bruciata; La title-track durante i titoli di coda.

Herrkinski 7/04/24 15:51 - 8111 commenti

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Ritter sembra fare le prove per il suo "capolavoro" Delirio, a partire da un soggetto abbastanza simile; il risultato è però ben meno divertente, traducendosi in un SOV di rara afflizione, da cui ci si ridesta solamente durante le sequenze più violente, comunque rese in maniera pressoché risibile. Siamo nell'ambito della semi-amatorialità, con un budget non pervenuto e soluzioni tecniche che a tratti paiono improvvisate o volutamente anomale; è comunque durissima non perdere l'attenzione, vista anche la narrazione sconnessa e i tanti tempi morti. Resta un titolo solo per completisti.

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