Little Otik - Film (2000)

Little Otik
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Otesánek
Anno: 2000
Genere: commedia (colore)
Note: E non "Otesanec".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Film ceco presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia del 2000. E’ la riproposizione cinematografica dell'omonima favola, che racconta di una coppia la quale, non potendo avere figli, alleva un tronco d'albero tagliato a forma di bambino. Soprattutto lei si convince talmente che il tronco sia vivo che questi Infine si anima (attraverso l’obsoleto ma ancora efficace, se usato bene come in questo caso, trucco della stop-motion) e comincia a mangiare, mangiare, fino a non accontentarsi più di pappe e biberon. E’ un tema classico del cinema horror (vedi BASKET CASE; QUEL MOTEL VICINO ALLA PALUDE...Leggi tutto, TERROR VISION...) trattato qui con toni grotteschi e contenuti spargimenti di sangue. Il problema è che il soggetto, che si esaurisce in poche righe, non viene sfruttato per un cortometraggio ma per un film di oltre due ore, aggiungendo alla storia personaggi inutili e appesantendolo con divagazioni prolisse. Così, a una prima parte centrata in cui un umorismo mai banale si accompagna a delicati tocchi surreali e a effetti speciali sorprendenti, fa seguito una seconda decisamente più lenta e vuota, che finisce per allargarsi fino alla conclusione togliendo alla storia ogni notazione ironica e trasformandola in un semi-thriller con sfumature horror di cui si sarebbe fatto volentieri a meno. La componente favolistica resta, rappresentata soprattutto dalla piccola che legge su un libro la fiaba di Otesánek (illustrata molto bene e animata ancora meglio) e decide di andare a... cercare dai vicini. Confezione impeccabile (fotografia e regia sugli scudi), ma due ore sono davvero troppe per quello che si voleva raccontare. La mano del bravo regista Jan Svankmajer si sente, l'interpretazione degli attori è sentita.

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Renato 15/02/09 19:36 - 1648 commenti

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Visto al festival di Venezia qualche anno fa, mi sembrò un bel film, sicuramente molto fantasioso ma anche ben diretto. Una favola ad alto tasso di surrealismo, ma che non perde mai il contatto con quanto sta raccontando e rimane dunque piuttosto controllata. Purtroppo dopo l'anteprima veneziana il film non trovò mai regolare distribuzione nel nostro paese, anche se per fortuna esiste il dvd americano. Prima o poi dovrò affrontare con maggiore attenzione l'opera di Jan Švankmajer, regista cecoslovacco con oltre 40 anni di cinema alle spalle.

Ford 18/03/10 09:55 - 582 commenti

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Sì, è una fiaba, un bambino di legno che mangia ogni cosa che gli capiti attorno... Sì, è un horror, ma non fa tanta paura... Sì, è surrealista e ancorato saldamente alla realtà... Praticamente è quasi un capolavoro. La prima ora è semplicemente geniale: con 4 trucchi siamo portati a pensare che un bambino possa nascere dal legno, la seconda ora si perde un po' in dettagli inutili, ma signori, l'animazione in stop motion, il montaggio e la regia, persino le pubblicità che vediamo in televisione... Questo film trasuda genio da tutti i pori...

Brainiac 31/08/10 14:34 - 1083 commenti

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Un bambino può "dormire come un ciocco", essere gracile o "fusto", ma generalmente non è (escluso Pinocchio, ça va sans dire) un pezzo di legno. Eppure all'enigmatica Zilková basta cullarlo, per convincersi che la radice estirpata dallo sposo nel giardino lo sia. Quello che fa di Otesanek un buon film (ma non il capolavoro) di Svankmajer è il fatto che noi alla fiaba non ci si crede, nè ci svegliam sudati come nei sogni-lunatici. Sì, ci sono sprazzi oniroidi (i bimbi in umido), corti-cervellotici, ma manca una rima, alla filastrocca sbilenca. Ninna nanna, ninna oh, questo tronco a chi lo do?

Pigro 16/11/12 11:12 - 9634 commenti

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Da un antico racconto popolare ceco la favola degli sposi che hanno come figlio un tronco d’albero antropofago approda all’attualità attivando i tanti fili nascosti della sua morale. Con il suo tipico repertorio tra fiabesco, grottesco e horror, Svankmajer costruisce un inquietante apologo (forse un po’ lunghetto) sulle ossessioni della contemporaneità, dalla coppia che proietta sul pezzo di legno la propria ossessione alla bambina che trova nel mostro la risposta alla sua solitudine. Delizioso il tormentone del pedofilo sulle scale.

Corinne 4/09/13 23:29 - 420 commenti

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La disperazione di una donna che non riesce ad avere figli e la solitudine di una bambina che vorrebbe un piccolo amico convergono in una fiaba nera, grottesca, con tratti surreali e horror, calata in un contesto quotidiano. Un film strano e inclassificabile, da vedere se si ama il cinema "weird". Di certo Svankmajer ci sa fare e anche se la durata risulta eccessiva (due ore abbondanti) tutto è curato in ogni dettaglio e supportato da un'ottima fotografia.

Cotola 9/07/14 21:15 - 9009 commenti

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Basato su una leggenda popolare, è un film in puro stile Svankmajer che mescola attori reali ed animazione a passo uno ed in cui il regista dà sfogo a tutte le sue tematiche principali: follia e psicanalisi, cibo, solitudine ed un po' anche il sesso (ma qui meno che altrove). Ne viene fuori un quadro allo stesso tempo angosciante ed inquietante ma anche a tratti molto divertente (si pensi alla "cultura sessuale" della ragazzina, al vecchietto pedofilo etc). Una bella fiaba per adulti, abbastanza complessa e piena di significati nascosti.

Daniela 23/02/15 09:17 - 12621 commenti

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Una donna che non può avere figli si affeziona ad una radice d'albero a cui il marito ha dato approssimative forme umane, ma il piccino è dotato di un formidabile appetito e ben presto le pappine non basteranno più a sfamarlo... Con il suo stile inimitabile che unisce riprese dal vero ed animazione in stop-motion, Svankmajer riveste di carne e sangue una fiaba tradizionale ceca in questo film di feroce humor nero, tenero e sorprendente, con personaggi caratterizzati con ironia entomologica, punteggiato da osservazioni paradossalmente acute sulla solitudine, il bisogno di amare ed essere amati.
MEMORABILE: La madonna allattante; la bimba informatissima; il vecchietto aspirante pedofilo

Anthonyvm 11/11/19 22:29 - 5637 commenti

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Svankmajer materializza nel suo personalissimo stile le paure e le angosce della maternità. Un Eraserhead incubato sotto una volta fiabesca, un horror henenlotteriano sprofondato in un abisso di humour surrealista (straordinaria l'immagine dei bebè venduti al mercato come pesci). I tratti distintivi dell'autore (il macabro e il perturbante nella quotidianità, l'ironia grottesca, gli ambienti polverosi, gli oggetti di uso comune, i primi piani stranianti, il cibo e l'atto di cibarsi) ci sono tutti. Due ore sono troppe ma vale almeno una visione.
MEMORABILE: Il vecchio pedofilo; Otik mangia l'assistente sociale; La bambina narratrice (come in Qualcosa di Alice); La fiaba di Otesánek animata à la Gilliam.

Giufox 6/04/21 09:54 - 324 commenti

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Svankmajer, fine surrealista, rilegge la favola "Otesánek" ampliando i fantasmi di Eraserhead sulla maternità, conservando suoni, arbusti e terra, e aggiungendovi carne, infanzia e vicinato. "Alice" perde la sua innocenza e cresce lucida e smaliziata tra gli orrori moderni: non attraversa più lo specchio, sembra sia diventata lei stessa il cinico tramite tra i vari mondi. Centrale si fa il ruolo cibo, dalle zuppe al cannibalismo, come metafora delle incompatibili relazioni umane. Passaggi poco utili inceppano la brillantezza di fondo, ma il meccanismo resta ben oleato e ispirato.
MEMORABILE: La combinazione di varie tecniche visuali: stop-motion, live action ed animazione; L'ottima interpretazione della piccola Kristina Adamcovà.

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