L'altro corpo di Anny - Film (1971)

Gotico moderno che assembla numerosi spunti con esiti non disprezzabili. Si va dalla misteriosa ragazza che appare nel bosco al nuovo arrivato perseguitato dagli abitanti del villaggio, dal mad-doctor alla love-story, da pestaggi e frustate a sesso e nudi (sin dalla sequenza iniziale, virata in verde). Abbastanza carne al fuoco da non annoiare che sfocia in un finale convulso e concitato e se la narrazione procede per accumulo, a raffinare il materiale abbiamo una stupenda fotografia dai cromatismi ricchi e saturi e una regia dinamica. Cast ok.

Complotti e strani esperimenti scientifici ben accovacciati dietro una retriva comunità di montagna. Buon film che mescola gotico e fanta-horror, mood affascinante e una confezione tipicamente Anni 70 con colori caldi, virati sui toni del rosso e del verde. L'ambientazione boschiva è splendida, così come lo è Neda Arnenic: una ninfa dei boschi col volto di una top model e la dolcezza di una creatura angelica. Unico difetto: una colonna sonora antiquata e ripetitiva che fatica a intonarsi con l'atmosfera dalle immagini. Comunque da vedere.

Gotico di ambientazione contemporanea (e montana) che mette insieme alcuni degli ingredienti tipici (la comunità isolata che nasconde inquietanti segreti, gli strani esperimenti, un passato maledetto) con altri mutuati da altri generi (il traffico di opere d'arte) e concede anche qualcosa all'erotismo (bella la protagonista femminile). La molta carne al fuoco va un po' a discapito della chiarezza espositiva, ma esteticamente siamo su buoni livelli e se non si pretende una ferrea logica narrativa ci si può anche divertire. Antiquate le musiche.

I boschi ben fotografati, la misteriosa e bella ragazza, l’albergo con la taverna e i suoi frequentatori che pare nascondano un segreto, sono tutti elementi positivi per questo horror che guarda al gotico moderno, essendo girato all'allora presente. Buona la regia e adeguati i partecipanti, con qualche vena erotica classica che si inserisce in modo piuttosto gratuito. Nota moderatamente dolente per la sceneggiatura che, in parallelo al ritmo piuttosto debole e in particolare nel finale, porta il film sul binario morto della confusione e della noia.