Solitudine - Film (1961)

Melodramma all’ombra del Vesuvio ancorato ai retaggi di un certo cinema anni Cinquanta, che ancora nei primi anni del decennio successivo riusciva ad avere qualche consenso. Storie di due fratellastri molto diversi tra loro, un amore conteso, qualche sommaria introspezione psicologica e un paio di drammetti da sciorinare a un pubblico in cerca di facili interpretazioni. Qualche concessione all'eccessiva enfatizzazione istrionesca vista con gli occhi di oggi appare stucchevole, ma resta un film discreto. Il Polselli provocatorio è ancora da venire.

Tra le prime opere della filmografia di Polselli vi è questo dramma partenopeo girato con mezzi ridotti e con una storia semplice e prevedibile, rivolta a un pubblico che allora non aveva molte pretese. Anche grazie alla presenza di pochi momenti canori, a differenza di altre opere dello stesso filone, si lascia vedere grazie agli scorci di Portici e per un buon cast, in particolare la Scarano. Nella scena del contrabbando vi sono vistose incongruenze tra inquadrature in notte fonda e altre girate quando ormai è giorno.