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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Liberamente tratto dal romanzo di Gaetano Savatteri, un dramma ambientato in una Trieste grigia almeno quanto i protagonisti, tre amici d'infanzia che si ritrovano dopo trent'anni allorquando il figlio di uno di loro viene arrestato come principale sospetto di un accoltellamento. Vinz (Panariello) lavora in questura ed è il primo a trovarsi il ragazzo tra le mani, il calabrese Saro (Trabacchi) è un medico che opera dove la vittima viene ricoverata, Gil (Ferracane), il padre del ragazzo incriminato, è naturalmente il più coinvolto; imprenditore di successo e non troppo "pulito", è pronto a tutto pur di impedire che il figlio finisca in carcere, dando...Leggi tutto il via in questo modo a frizioni soprattutto con Vinz. Sposato con Eloisa (Ferrari), quella che era la bella del condominio, Gil ricorda (come anche gli altri) i tempi in cui si frequentavano e in particolar modo un giorno in cui accadde qualcosa di sconvolgente. Ma la scelta di percorrere in parallelo il doppio binario è relativa: poco spazio viene lasciato ai ricordi e molto di più ai difficili rapporti tra i quattro del gruppo, legati da un'amicizia che a distanza di tanti anni emerge in diverse forme: il più combattuto è Vinz, che a Gil deve un favore e si ritrova però a che fare con la difficoltà nell'aiutare chi ha forse commesso un omicidio. In tutto questo emerge più a fatica la figura di Eloisa, madre un po' svanita e depressa, vicinissima al figlio, fin troppo lamentosa e che con un marito come Gil non sa dove trovare un briciolo d'affetto. Il quadro in sé è ben descritto, si avverte che il film poggia le fondamenta su di una storia solida e una sceneggiatura che la sa organizzare con una certa intelligenza. La sorte del ragazzo accusato di accoltellamento non è mai chiara e lascia viva la curiosità in chi guarda di sapere se è colpevole o meno, cosa sia successo quella sera e come finirà la vittima dell'insano gesto. I tre protagonisti sanno rendere bene i tormenti dei personaggi e sono tutti da segnalare tra i punti di forza del film (tranne la Ferrari, prigioniera di un personaggio troppo lagnoso e poco spontanea nella recitazione e ancor meno il figlio, stereotipato negli atteggiamenti da ribelle insofferente e senza prospettive). A difettare è in parte la regia di Calopresti, che segue la decadenza del quadro generale; piuttosto inefficace, finisce col dare al film un'impostazione paratelevisiva mentre l'intelligibilità dei dialoghi è penalizzata da un pessimo audio in presa diretta. E così, fors'anche per un finale non certo esplosivo, quanto di buono fin lì fatto rischia di spegnersi e di lasciare con l'amaro in bocca. Panariello si conferma spendibile non solo in ambiti da commedia.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/07/16 DAL BENEMERITO GALBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 19/12/16
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Galbo 16/07/16 06:47 - 12392 commenti

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Tre amici d'infanzia si ritrovano quando il figlio di uno di loro è accusato di omicidio. Tratto dal romanzo di Gaetano Savatteri, il film di Calopresti affronta il tema dell'amicizia che tenta di resistere all'usura del tempo. Accomunati da un evento tragico del passato che viene rivelato nella parte finale, i personaggi tentano a fatica di trovare un terreno d'incontro; la storia è interessante ma il film è appesantito da dialoghi spesso improponibili e patisce una sceneggiatura non ben sviluppata. Buona la prova degli attori.

Nando 11/10/17 00:33 - 3814 commenti

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Un discreto noir ambientato in un'appropriata Trieste che si dipana da una vicenda attuale legata con un tragico evento del passato che accomuna tre uomini amici d'infanzia. Discreto il ritmo e dignitosi i tre protagonisti maschili, sorprendente Panariello in un ruolo tutt'altro che comico, sempre affascinante la Ferrari. Mi sarei aspettato qualcosa in più dal finale che appare, forse, lievemente tronco.

Piero68 16/10/17 09:13 - 2957 commenti

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Da un romanzo di Savatteri, un bel noir sul tema figli e genitori allo sbando ma soprattutto sul valore dell'amicizia. Come sfondo Trieste, città bellissima ma raramente utilizzata dal cinema, pregna di dolore e malaffare. Buona la regia di Calopresti, seppur con qualche caduta, così come la performance attoriale dei tre interpreti principali. Ferracane un gradino più su degli altri. Non ho letto il romanzo ma è immaginabile che la sceneggiatura abbia comunuque lasciato dei buchi narrativi, soprattutto sul perché di alcune azioni dei tre. Da vedere.
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Tarabas 24/01/18 09:46 - 1878 commenti

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Una specie di Mystic river triestino, con tre amici che si ritrovano dopo trent'anni per un caso sfortunato. Le storie diverse vanno legate tra loro, con espedienti di sceneggiatura non efficacissimi per arrivare al presente narrativo, dominato da un tono da sceneggiato tv d'altri tempi e con dialoghi e situazioni non particolarmente riusciti. Dei tre, sorprendentemente, il mio preferito è Panariello, che azzecca con bravura il personaggio del poliziotto in disarmo. Meno bene gli altri due e male la Ferrari, penso per colpa degli autori. Modesto.

Reeves 29/04/21 17:15 - 2214 commenti

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Un film incentrato sull'amicizia che rimane stabile nel corso degli anni e sugli eventi che possono cambiare la situazione. Un bel noir tratto da un bel romanzo, con Fabrizio Ferracane come sempre ottimo interprete e con Giorgio Panariello in una vesta inedita (comunque se la cava molto bene). Insolita l'ambientazione triestina, ma molto efficace nonché evocativa delle atmosfere noir.

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  • Discussione Raremirko • 10/05/21 20:51
    Call center Davinotti - 3862 interventi
  • Discussione Raremirko • 10/05/21 20:52
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Valido dramma thriller di Calopresti, con un Panariello serioso e una sexy Ferrari; nulla fa gridare al miracolo ma gli 80 minuti si seguono lisci e senza intoppi.


    Senza infamia ne lode.