Ho sempre adorato il cinema dello zio Toby(come lo chiamo io), sono praticamente cresciuto con i suoi film, e ricordo ancora le maratonazze a base di seghe elettriche, vampiri spaziali, folli gestori di motel e luna park degli orrori, che mi sparavo da adolescente. Ho sempre preferito Hooper un pelo sopra ai vari Craven , Carpenter, Cohen e Croneneberg, proprio per il suo delirio visivo febbrile e coincitato, visionario e isterico, che ha la punta massima il quel monumento che è
Non aprite quella porta parte 2. Non per nulla, nelle varie interviste da me raccolte , Hooper dichiara il suo amore smisurato per Fellini e Bunuel. Purtoppo la sua carriera è parecchio altalenante, arrivando ad accettare di lavorare in tv nella più totale anonimità(il pilot di
Taken, addirittura un episodio di
Un giustiziere a New York!), qua è là dando zampate notevoli(l'episodio
Vana attesa dai
Racconti della crypta, quello di
Body bags), fino a vere e proprie "sporkizie" come l'inguardabile
Vestito che uccide. Ma credo che lo zio Toby, ultimamente, non è messo meno peggio di un Craven o di un Argento. Il suo cipiglio grottesco fà capolino ne
La casa dei massacri, nel
Custode, nei due notevoli episodi dei
Masters of horror(soprattutto
Discordia, della seconda stagione, bello feroce e splatter). Non ultimo questo
Crocodile. Sinceramente me nè frega non poi molto del coccodrillone assassino e vendicativo, mero pretesto per riempire la pellicola di humos hooperiano . Non si contano i rimandi e le citazioni(nonchè situazioni del suo cinema), già con i due cacciatori all'inizio, che lamentano la chiusura della fabbrica di concerie(così come lo smantellamento del macello in
Non aprite quella porta), dai due allevatori "freaks" che vivono in una spelonca agghingata con resti di animali e feti sottovetro, al cagnolino rompipalle che abbia alla creatura, all'inseguimento notturno tra i boschi, alle stazioni di servizio che sembrano un riparo dal pericolo, alla citazione della motosega(Chris Solari nè prende in mano una, cercando di farla funzionare, e dice:"Possiamo difenderci con questa!"), al coccodrillo stesso, che sembra sia sopravvisuto alle cure del vecchio pazzo Judd, sino al finale con il sole alle spalle, dove impazziva il buon Faccia di cuoio imbracciando la motosega. Bellissima l'analisi che nè fà Fabio Zanello , sul suo bellissimo libro dedicato a Tobe Hooper,
Il cinema di Tobe Hooper(edizioni Falsopiano), dove giustamente (e da buon hooperiano qual'è) non si ferma alla superficie di semplice "animal attack" del film, ma scava a fondo, e fà risalire una condivisibilissima(almeno per quanto mi riguarda) impronta hooperiana notevole e azzeccatissima. Se preso come il classico film su un rettile divoratore, non è nulla di chè, ma visto dal punto di vista hooperiano è un gioiellino. E io ho ritrovato uno zio Toby davvero in formissima, e tanto mi basta.