Special effects - Film (1984)

Quando il metacinema non faceva ruote da pavone, Cohen assoldava in nero la morte: il vagone dell’immaginazione deraglia sulla banchina del reale e viceversa, ed è subito snuff. Rispetto al quale, Cohen rilancia: Vukmir ante-litteram, Bogosian è un f/x maker ergo la sindrome di Zapruder è solo il la per spararla (dall’inglese, girare) più grossa di tutte romanzando il vero e viceversa, affinché l’effetto davvero speciale sia la realtà. Nel dissacrare la consapevolezza della vis teorica di certo cinema, pecca sul cinema stesso sprecando il cast, allargandosi troppo e indulgendo sul didascalico.

Cohen gira il suo Omicidio a luci rosse; l'impianto depalmiano del film è infatti evidente e ne condivide anche alcuni elementi, dal tema del "doppio" fino all'ambiente cinematografico "deviato" e vizioso. Detto questo, resta un buon lavoro, grazie anche a un cast scelto oculatamente e a uno script con alcune felici intuizioni; sempre d'effetto le location urbane d'epoca, ben fotografate, così come l'uso delle luci negli interni, in particolare nel finale tipicamente thriller. Probabilmente tra i migliori del regista, nonché tra quelli più seriosi a livello di trama e atmosfera.