The night manager - Miniserie TV (2016)

Interessante miniserie in 6 puntate recitata egregiamente da uno stuolo di attori in forma fenomenale (Laurie, Hiddleston e Colman), diretti con il giusto piglio dalla regista Susanne Bier, che opta per una forma classica e dall'ampio respiro. La buona riuscita delle serie è soprattutto da attribuire alla bontà delle sceneggiatura, che mette in piedi una storia ricca di colpi di scena, con un ritmo narrativo che diviene sempre più avvincente con lo scorrere dei minuti. Pur non inventandosi nulla nel genere (quello spionistico) risulta appagante.

John Le Carré è una garanzia nel narrare trame e sottotrame del potere. Partendo dal suo soggetto, questa miniserie racconta una vicenda di intrighi, armi e violenza affidando i ruoli principali ad attori azzeccati ed efficaci. La tensione cresce di episodio in episodio e allo stesso tempo c'è spazio per un discreto approfondimento dei personaggi.

Prodotto decisamente ben confezionato, a partire dai geniali titoli di testa. Location ottime, interpreti altrettanto, storia plausibile la cui azione risiede nel susseguirsi logico degli eventi anziché nel banale "spara-spara" in cui sarebbe stato facile scivolare. Ma si sa, Le Carré, autore del romanzo da cui è tratto il lavoro, non è persona lontana dall'ambiente. Laurie è perfetto e gli altri non sono da meno. Meccanismi psicologici curati anche se non approfonditi. Non fondamentale, ma molto buono.

Tratto da un romanzo di Le Carrè, è la classica storia di spionaggio con il protagonista che tenta di incastrare un pseudo filantropo corrotto. La messa in scena della Bier è corretta ed elegante, così come l'ambientazione e il casting che si avvale di ottimi attori per tutti i ruoli. La storia però (forse per un tentativo di attualizzazione rispetto all'opera letteraria che risale ai primi anni 90) da l'impressione di essere un po' forzata, specie in alcuni passaggi. Discreto, ma non memorabile.

Non male questa serie, dove a un certo punto non si capisce bene chi sia il gatto e chi il topo. I due protagonisti sono piuttosto bravi (anche la collega incinta è in parte); e se solo la sceneggiatura fosse stata un po' più accattivante, il tutto sarebbe stato decisamente convincente. La storia infatti ha un po' troppi alti e bassi. Ma per fortuna, gli scambi tra la "iena" e l'infiltrato permettono di seguire la vicenda con sufficiente interesse, fino all'epilogo.