La curiosità nel vedere cosa hanno combinato con il genere documentaristico post-Mondo di notte i tre "insospettabili" personaggi in cabina di regia è molta, ma il risultato è deludente. Si tratta di un'indagine sulla vita notturna parigina in cui l'unico aspetto interessante è proporre la faccia più malinconica di questo mondo (vedi il finale). Gli spettacolini osé proposti e commentati da Locchi e Gazzolo sono noiosi e innocui (eppure all'epoca il film venne persino sequestrato...). Decisamente evitabile.
MEMORABILE: Le interviste iniziali ai turisti che visitano Parigi.
C'erano veramente questi tre rispettabili registi dietro la macchina da presa o si sono limitati ad assemblare spezzoni di repertorio mettendoci la firma? Non si sa, ma in ogni caso il livello di questo mondo non si distacca da quello della pletora dei tanti omologhi del periodo girati dai vari Bianchi Montero e Mino Loy. L'unica nota distintiva è l'aver scelto un'unica location, Parigi, che assieme alla Svezia era ai tempi ai vertici dell'immaginario italico come luogo di perdizione. Irritante come di prammatica il commento di Fusco.
MEMORABILE: I filmati degli anni '30 in cui appaiono Mistinguett, Maurice Chevalier e Josephine Baker valgono mezzo pallino in più.
Genere oggi dimenticato, il mondo-movie era allora molto codificato, tant'è vero che questo esperimento fatto da tre registi impegnati allo scopo di far cassetta per loro e per il produttore che stava fallendo è esattamente uguale agli altri del periodo, con la voce fuori campo e il doppiaggio che ovviamente stravolgono il footage comprato a Parigi. Interessante come documento, decisamente modesto come film.
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MusichePanza • 2/10/16 11:29 Contratto a progetto - 5199 interventi
Le canzoni del film: I Riff, Les amoureux (Vidalin-Datin)
Dupont et Pondu, La fenetre (Jean Luis-Dallome)
Il maniaco sessuale che si eccita solo indossando una cresta da gallo è nientemeno che Giuliano Montaldo, uno dei registi che firma il film con pseudonimo.
"Mi cimentai con Nudi per vivere, firmato da un regista che poi è scomparso, Elio Montesti. Era un regista tripartito, composto da Elio Petri, Giuliano Montaldo e Giulio Questi. Ci siamo messi in tre, era un progetto collettivo fatto per guadagnare, il produttore si chiamava Pegoraro ed era il suocero di Petri. Era evidente che tre registi impegnati e di sinistra non potevano firmarlo col loro nome".