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MMJ Davinotti jr
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VOLTI ITALIANI NEL CAST
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
L’esordio di Troy Duffy è all'insegna del tarantismo a tutti i costi, soprattutto nel voler giocare col tempo e i flashback. Di ogni azione vediamo sempre prima le indagini sul posto da parte della polizia, condotte da un Willem Dafoe a dir poco sopra le righe, poi un flashback di come sono andati esattamente i fatti. Un'idea simpatica se vogliamo, che però implode tragicamente nel tentativo disperato di spezzare sempre più lo stacco tra passato e presente, arrivando a un certo punto a inserire Dafoe stesso accanto ai killer durante la “ricostruzione”. E’ un sintomo del difetto maggiore del film: il voler essere trendy per forza e contemporaneamente...Leggi tutto cercare di inserire qualche tocco di stile presunto e seguire la strada del Maestro Tarantino. Non che Duffy sia l'unico a cimentarsi in simili operazioni, ma questa volta il gioco funziona e diverte per i primi venti minuti, poi stanca e si ripete riuscendo ad attrarre l'interesse solo portando Dafoe (poliziotto eccentrico, tirannico e gay) a istrionismi che gli fanno ripetutamente oltrepassare la soglia del ridicolo. I due “santi” del titolo invece, novelli giustizieri che con l'alibi della religione fanno fuori ogni sorta di gangster (compreso il pornodivo Ron Jeremy) sono solo due macchiette spente, cui due attori poco in vena come Sean Patrick Flanery e Norman Reedus sottraggono quel minimo di fascino che il ruolo avrebbe richiesto. Stacchi musicali inseriti accuratamente, folk celtico (loro sono irlandesi di Boston), sparatorie à gogo, qualche ralenti, tante crisi di nervi e grida assortite, sangue. Ma Dafoe è comunque uno spettacolo.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Grande esempio di cinema:
Vito - Davvero notevole!:
Supercruel, Ghirlanda, Vitgar, Schramm - Quello che si dice un buon film:
Rambo90, Piero68 - Non male, dopotutto:
Daniela, Kinodrop, Alex1988, Enzus79 - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Galbo - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Tarabas, Capannelle
Gran bel film! Quel che colpisce è una struttura particolare, che mostra le esecuzioni dei "santi" dopo l'intervento della polizia. Quest'alterazione temporale del racconto unita a certi echi tarantiniani (eseguiti, si badi bene, in maniera non pedissequa) riescono a infondere uno stile del tutto particolare alla pellicola. I personaggi sono una bella fauna umana: il fatalismo del duo, la simpatica follia di Rocco, un Dafoe a dir poco strepitoso dipingono caratteri carismatici e "pieni". Davvero un buon lavoro, quello di Duffy.
Tony Duffy riesce a costruire un buon prodotto con evidenti richiami a film di genere (come Pulp Fiction) alternando momenti di tensione a momenti di comicità. La struttura di rimandi al passato lo rende dinamico e virtuoso. Un buon esperimento riuscito in tutto e per tutto azzeccando anche un gran cast (la coppia Flanery-Reedus restituisce davvero il volto di due angioletti; Dafoe regala un'altra performance spettacolare)!
Gran personaggio quello affidato a Dafoe: un detective gay stralunato incline al melodramma, attratto dai due fratelli criminali che fanno giustizia spiccia di mafiosi e balordi bostoniani. Ed è soprattutto la sua prova d'attore, eccessiva, strabordante e del tutto antirealistica, a rendere meritevole di visione questa ennesima tarantinata in cui scorre tanto sangue ma sempre meno di quanto ne dovrebbe scorrere vista la potenza di fuoco in azione (vedi la sparatoria nel finale). Per il resto, molto fumo lookoso ma poco arrosto.
Programmaticamente sopra le righe ma interessante, perché il regista ha saputo dargli una struttura particolare (pur se debitrice di Pulp fiction) tra flashback e presente, tra commedia e azione. Dafoe dà il meglio di sé quando può gigioneggiare e questo è uno di quei casi, Flanery e Reedus hanno le facce e la veemenza adatta per le loro scene. Nulla di geniale, ma ben fatto.
Sicuramente di stampo tarantiniano, quest'opera prima del giovane Duffy mette in scena un gruppo di giustizieri che in nome di una presunta investitura divina fa strage di malavitosi nella Boston degli anni '90. Ottima prova per i due "santi" impersonati da Flanery e Reedus, ma il vero protagonista è un fantastico Defoe nei panni di un detective acuto e scenografico, fuori dal solito cliché del poliziotto macho. Soggetto un po' caotico che punta tutto su azione, sparatorie e sangue. Colonna sonora giusta per le situazioni narrate.
MEMORABILE: Il gatto disintegrato da un involontario colpo di pistola; La cauterizzazione delle ferite; Defoe travestito da prostituta con tanto di parrucca bionda.
Grama tarantinata ambientata nella white trash class bostoniana, con due fratelli vendicatori per caso e un poliziotto melomane che "entra" nelle scene dei delitti su cui investiga, con abuso di ralenti e gigionerie tipiche del peggior Dafoe, qui senza freni dato che il regista evidentemente non aveva la stazza per gestirlo sul set. Non c'è un'idea di prima mano, potrebbe essere una parodia. Ma non lo è. Non per caso, Duffy praticamente non ha girato altro se non il sequel. Giuro che è l'ultima volta che un clone di QT mi frega.
La giustizia "fai da te" di due fratelli cattolici di Boston mette sulle loro tracce un detective gay. Assai (troppo ?) debitore al cinema di Tarantino e Scorsese, il film del debuttante Troy Duff (anche autore di una colonna sonora efficace ma un pò chiassosa) merita la visione soprattutto per l'interpretazione sopra le righe ma coinvolgente di Willem Dafoe. Per il resto, l'impressione è quella della ricerca dell'effetto più che di una cifra autorale personale da parte del regista.
Film interessante e curioso. Evidenti tributi a certe atmosfere tarantiniane; pure la trama e la sceneggiatura hanno dei notevoli spunti di originalità. Situazioni comiche intersecate con stragi efferate proiettano lo spettatore in una sorta di trance visivo incrementato dal personaggio isterico di Dafoe, in gran spolvero, che in fondo rappresenta il desiderio dello spettatore di entrare nel meccanismo narrativo. Azzeccato il finale, della serie "tante teste, tante opinioni". Da vedere.
MEMORABILE: Dafoe che ricostruendo la dinamica dei fatti agisce in parallelo con i due protagonisti.
Grottesco e sopra le righe, con questo film Duffy sembra ritagliarsi un genere del tutto personale a metà tra Tarantino e i Coen bros. Sceneggiatura a parte, davvero deboluccia in alcuni frangenti, la vera carta vincente è la magnifica interpretazione di Dafoe, che caratterizza il suo personaggio in maniera davvero sublime. Ma anche il semisconosciuto Della Rocco convince, insieme al resto del cast. Ancora una volta viene scelta Boston come location del film, che sempre più spesso ruba la scena a miti come New York o Los Angeles.
Film completamente svalvolato che con gli anni è diventato un vero e proprio cult. Scene d'azione tamarre e gag demenziali dall'inizio alla fine lo rendono irresistibile a ogni visione. Ottimi Flanery e Reedus nei panni dei due fratelli irlandesi che diventano giustizieri per una presunta volontà divina, ben supportati dallo schizzato David Della Rocco e da un gigionissimo Willem Dafoe. E c'è pure il grande Ron Jeremy nella parte di un boss mafioso. Da vedere assolutamente per un'ora e mezzo di divertimento senza pensieri.
MEMORABILE: L'arrivo dello spietato killer Il Duce e l'incredibile sparatoria che segue.
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Eccessivo e sopra le righe; insomma, tarantiniano. Proprio così: il fenomeno "Tarantino" era già in auge all'uscita del film e molti produttori decisero di cogliere la palla al balzo, cercando di realizzare delle imitazioni. Qui si tratta di un ibrido tra il filone dei giustizieri e Pulp fiction ma, come sempre, le imitazioni non possono raggiungere l'originale. Divertente, ma niente di più.
Quando due forze centripete e opponibili quali violenza cui è andato in pappa il pedale del freno e over-reacting ironico fanno rima baciata, magari per intercessione del Sacro, o l’autore fa dei propri limiti catapulte o le armi fan cilecca esplodendo in faccia all’aggressore. Duffy, che fin dal nome ha i Looney Toons nel DNA, fa della mescola action-cartoon maestria pirotecnica, Dafoe approfitta del tarantolato giro di giostra per dar sguaiato sfogo/lustro a tutta la propria mcdowelliana gigioneria. E per chi ha aggiunto un posto a tavola per gli Arcangeli sterminatori, non finisce qui.
Due fratelli irlandesi a Boston decidono di fare giustizia contro la malavita locale. Storia pulp con una discreta dose di azione e violenza. Oltre a coinvolgere, il film a tratti diverte anche, specialmente nei momenti in cui è presente un eccellente Willem Dafoe: poliziotto eccentrico ed abbastanza "folle". Regia efficace di Duffy. Discreta la colonna sonora.
Si arriva alla fine stremati perché giocare due ore tutte sul grottesco non paga, se non disponi di una sceneggiatura di ferro e di trovate in grado di rinnovarsi continuamente. Qui invece il giochino si fa ripetitivo e buona parte dei dialoghi incide poco. Soltanto il personaggio di Defoe riesce a calamitare l'attenzione, ma pure lui nel secondo tempo diventa stucchevole. Il trio di protagonisti difetta di carisma e per loro reggere l'intera proiezione è proprio una missione disperata.
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