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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/02/16 DAL BENEMERITO MANRICO
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Manrico 28/02/16 22:37 - 95 commenti

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Meritato Orso d'Oro a Berlino per Rosi, documentarista di razza, qui alle prese con il dramma degli sbarchi di migranti a Lampedusa. Funziona l'alternarsi delle drammatiche scene di salvataggio (o recupero di cadaveri) degli sventurati con le vicende quotidiane di un bambino un po' ansioso e sognatore e con quelle del medico dell'isola. Il livido inverno dell'isola, l'intimità domestica con le canzoni della radio locale, il grande sforzo umano e fisico dei soccorritori, in frammenti di poesia e realtà che vanno dritti al cuore.
MEMORABILE: La visita di Samuele dal medico; La lacrima di sangue del migrante sfinito.

Saintgifts 24/03/16 10:54 - 4098 commenti

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Se Rosi avesse mostrato solo le immagini relative ai recuperi e salvataggi, di quelli ancora in vita, in mare, sarebbe stato un buon documento, girato col cuore, ma anche facilmente immaginabile dagli spettatori informati e "nulla" più. Ciò che rende Fuocoammare un film vero e proprio è il parallelo che Rosi fa con la vita di Lampedusa. Con personaggi, metodici, calmi, che accettano tutto con la loro filosofia di isolani, più vicini all'Africa che all'Italia. Rosi focalizza la differenza tra vite similmente isolate ma completamente diverse.
MEMORABILE: L'inquietante passione dei bambini per le "armi", fionde o braccia che siano.

Cotola 25/03/16 15:31 - 9009 commenti

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E' ovvio che certe scene documentaristiche non possono non colpire: dinanzi alla morte ed al dolore non si può rimanere indifferenti. Ma qui i meriti non sono certo di Rosi ma di situazioni che hanno in nuce una forte "bellezza" emotiva e visiva. Ancora una volta poco convincente è la parte di finzione che invece di documentare, porta avanti la tesi del regista. Nulla di male e di illecito, per carità: anche in documentario si possono portare avanti le proprie idee ma si possono suffragare in tanti altri modi. Non male, ma il sottoscritto preferisce altri modi di fare documentario.

Deepred89 29/07/16 13:00 - 3704 commenti

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Chi cerca un "detersivo per la coscienza" (per dirla alla Cavallone) rimarrà deluso: la questione migranti occupa circa un 40% della durata e scava né più né meno che un qualsiasi reportage televisivo. La restante durata consiste invece in un semiamatoriale verista sulla vita di un bambino lampedusano (non male come attore). Due film differenti e inconciliabili che rendono l'operazione raffazzonata, al di là del non budget e del ritmo quale elemento sconosciuto. Sbadigli politicamente correttissimi già in pole position per la prima serata Rai3.
MEMORABILE: Quei cromatismi tra il verde e il grigio che sfuma nell'azzurro che dipingono (in digitale) l'isola: un primitivo ma riuscito tocco pittorico.

Rebis 29/07/16 20:33 - 2332 commenti

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Mentre i migranti naufragano nel Mediterraneo cercando approdo a Lampedusa, sulla terraferma la vita di Samuele trascorre indisturbata... Se Rosi voleva alludere alla coesistenza di situazioni inconciliabili, ad un'Europa ombelicale incapace di mettere a fuoco la portata di una tragedia collettiva, allora tanto valeva limitarsi a mostrare i barconi alla deriva, gli scafi stipati di cadaveri, le lacrime che non riescono a sedare il dolore: immagini eloquenti, per le quali ogni notazione è superflua. Sterile e generica elaborazione di un fenomeno epocale, ancora irriducibile ad allegoria.

Belfagor 1/08/16 00:15 - 2689 commenti

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Fuoco e acqua sono incompatibili ma insieme sprigionano il vapore. Non è quello che accade in questo documentario diviso in due parti - i recuperi al largo di Lampedusa e la vita quotidiana degli abitanti dell'isola, con un medico come trait d'union - che insieme non danno un risultato superiore alla loro semplice somma. Le immagini dei barconi non sono diverse da quelle di un qualsiasi tg, mentre le giornate del bambino, che tuttavia sa come affrontare la mdp, non aiutano a creare alcun parallelo. Solo la fotografia conferisce un po' di concretezza.

Marcolino1 15/11/16 16:46 - 553 commenti

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Le immagini del film, in una Lampedusa invernale, vanno oltre il naturalismo documentaristico. C'è il mare come morte ma anche salvezza e rinascita dell'immigrato e come utero materno (la scena dell'ecografia); la fionda è l'istinto primitivo di guerra e i bambini che emulano le mitragliatrici sono il massacro tecnologico occidentale esportato nelle terre da cui fuggono i migranti. La ritualità ancestrale e religiosa dei lampedusani è la stessa delle preghiere degli immigrati nelle navi. Ed infine i volti e i corpi dei profughi che parlano da sé.
MEMORABILE: La miriade di immigrati ammassati nel fondo delle navi; L'eclisse e il cielo di Lampedusa pervaso da nuvole nere come presagio funesto.

Lou 5/10/16 20:17 - 1119 commenti

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L'isola di Lampedusa ritratta da Rosi nelle sue due anime: quella della tragedia dei migranti (il dramma umanitario dei nostri tempi) e quella dei suoi abitanti, gente di mare semplice, ancorata alle proprie tradizioni e al proprio isolamento. I due mondi sembrano non toccarsi: il piccolo e portentoso Samuele non si incrocia con i migranti, con loro ha in comune solo il dottore. Un documento importante e doveroso, con inquadrature fisse e resoconti lenti, a testimoniare con sguardo attonito vita e morte sull'isola.
MEMORABILE: Il migrante nigeriano che sintetizza l'inevitabilità della fuga in cerca di salvezza, urlando/cantando insieme al coro dei compagni.

Nando 4/10/16 10:05 - 3810 commenti

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La situazione lampedusana vista con due ottiche totalmente differenti. Da una parte la genuina spensieratezza del piccolo Samuele, sorridente e curioso. Dall'altra il dramma degli sbarchi, con i viaggi della speranza effettuati con autentiche carrette del mare. Rosi regala un attento spaccato dell'isola che ben si presta anche a splendidi scorci panoramici. Certo alcune immagini appaiono forti, ma la realtà è questa.

Paulaster 7/10/16 10:46 - 4389 commenti

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A cavallo del 2010 in Italia trasmetteva il canale Current Tv, dove la cronaca veniva proposta senza tagli, con i relativi suoni, spiattellando la verità dei fatti senza commento. Per la questione migranti Rosi agisce allo stesso modo, come a far voler sollevare le coscienze grazie a immagini inequivocabili. In più aggiunge sprazzi di vita isolana a far vedere chi viene toccato dall’invasione (il medico), sfiorato (il bambino) o chi fa analogìe di guerre passate (la nonna). Efficace ma freddo.
MEMORABILE: Il bambino incastrato in barca tra le motovedette.

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Rambo90 20/01/17 16:45 - 7676 commenti

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Il parallelo tra la vita del ragazzino e la sorte degli immigrati a Lampedusa era un'idea buona, purtroppo sviluppata in modo noioso con immagini non sempre interessanti. La parte di denuncia non va oltre scene che vediamo nei telegiornali e il meglio quindi arriva grazie alle varie testimonianze del medico, piuttosto toccanti quando racconta delle sue esperienze. Altalenante.

Galbo 25/02/17 08:06 - 12380 commenti

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L'accostamento tra le due "anime" dell'opera di Rosi, quella di finzione e la parte documentaristica, è forzato. L'idea della quotidianità isolana che pare voltare le spalle alla tragedia dei migranti sembra inserito "a freddo", laddove le immagini dal vero portano un'indiscutibile forza emotiva il cui simbolo è il medico eroe per caso e figura simbolo per definizione. Difficilmente giudicabile, è un'opera decisamente meritoria che avrebbe giovato di un "taglio" diverso e di un minore minutaggio.

Caesars 30/03/17 09:19 - 3778 commenti

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Film di non facile classificazione in quanto in esso coesistono almeno due anime differenti, documentaristica e fiction. La parte dedicata al dramma degli immigrati è senz'altro la più "forte", ma anche non troppo lontana da quanto visibile nei servizi giornalistici. Ritmo lento per la parte dedicata alla ricostruzione della vita degli isolani, apparentemente assai distaccati da quanto avviene attorno a loro. Lavoro che risulta più interessante che veramente riuscito; gli avrebbe giovato una maggiore concisione.

Pigro 7/06/18 09:11 - 9635 commenti

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La tragica epopea dei migranti che sfidano la morte sul mare verso l’Europa e la piccola vita quotidiana di un bambino di Lampedusa: un intreccio forzato e inutile. Tanto potenti sono certe immagini di salvataggio o morte o l’emozionante testimonianza del medico, tanto pretestuose e banali sono le troppo lunghe e stilose scene col ragazzino (peraltro simpatico), necessitate forse da un superficiale moralismo (l’indifferenza di fronte alla drammatica Storia?) ma di fatto artefatte e fastidiose. Peccato, che delusione!

Xamini 25/02/19 22:39 - 1247 commenti

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Su un piano razionale non è uno di quei film che possa dirsi riuscito: gli elementi sembrano frammenti che non combaciano o non collaborano al disegno complessivo. Ciascuno dei due piani narrativi fila per conto proprio, con due soli punti di incontro: il dottore e l'isola. Ma le immagini hanno una loro forza, probabilmente intrinseca, e alla fine della visione resta un sapore freddo e amaro.

Noodles 26/02/20 16:11 - 2204 commenti

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Documentario diviso nettamente in due parti: le giornate di un ragazzino di Lampedusa affiancate alla terribile vicenda dei migranti, di Lampedusa. La parte migliore è la prima; peccato che il lavoro dovrebbe essere focalizzato sulla seconda... In questo senso il film non aggiunge niente a quello che già si sa di questa triste vicenda e diventa di una noia sconcertante. Qualche piccolo momento buono e l'interessante fotografia non lo salvano. Inutile. Bravo il bambino.

Reeves 20/06/22 09:43 - 2172 commenti

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Un film che racconta un dramma tremendo, quello dei migranti che muoiono nel Mediterraneo tra l'indifferenza generale. Tema nobile, quindi, ma la realizzazione lascia più di un dubbio; sembra un po' uno stimolo a pensare usando però tecniche che, con impostazione politica opposta, usava nei suoi film Gualtiero Jacopetti nei vari Mondo cane, cioè scene forti inserite con intenzione decisamente psicologica. Insomma, non convincente, anche se alcune immagini restano impresse.
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  • Discussione Zender • 26/09/16 20:12
    Capo scrivano - 47726 interventi
    La pellicola è stata scelta per tentare la difficilissima via all'Oscar come miglior film straniero...
  • Discussione Didda23 • 26/09/16 20:35
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Ha vinto a Berlino. Io avrei optato per perfetti sconosciuti , visto il successo di pubblico e critica. Questo film non lo ha visto quasi nessuno
  • Discussione Zender • 27/09/16 07:44
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Dubito fortemente che "Perfetti socnosciuti" (per quanto mi sia piaciuto) avesse una minima chance di vincere qualcosa. Si sa che il cinema "impegnato" che affronta temi scottanti ne ha molte di più, per quanto dubiti che pure questo possa vincere...
  • Discussione Galbo • 27/09/16 07:51
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Perfetti sconosciuti avrebbe avuto 0 probabilità, questo 0, qualcosa ....
  • Discussione Capannelle • 27/09/16 22:05
    Scrivano - 3487 interventi
    C'avrei scommesso che sceglievano Fuocoammare, film anzi documentario (come rimarca Sorrentino) visto finora da sole 75 mila persone all'estero.
    Perfetti sconosciuti è un ottimo film ma all'estero si attendono altro tipo di film e personaggi dalla nostra patria.