Il film narra la discesa nella follia di un famoso scrittore/sceneggiatore horror. Curioso lavoro che, se nel protagonista pare ispirarsi a Stephen King, al tempo stesso ne anticipa ma pure condivide alcune tematiche ricorrenti, così come possiede analogie con film che verranno più tardi quali Il seme della follia o il nostrano Un gatto nel cervello. Riuscito il continuo alternarsi tra le scene splatter immaginarie (anche audaci per l'epoca) e l'orrore della vita reale, in un crescendo di disagio culminante in un finale pessimista e desolante.
MEMORABILE: Il delirio del party nel finale; La comparsata della band post-punk Rough Trade; Le scene di morte.
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mai sentito prima. mi hai messo la fotta. quello dell'artista che rimane schiavo e succube delle proprie ossessioni e finisce col sostituirle alla realtà è una delle mie tematiche predilette. provvedo subito al recupero!
...ma mi verrai mica a rivelare che è un reperto di retecapri??
No no, è un reperto e basta :-) Meritevole di visione anzichenò! Fino a prova contraria però credo esista solo in inglese. Attenzione anche alle copie tagliate.
Film interessante.
Molto bella l'idea del film nel film, con gli spezzoni horror e ultra-splatter che si inseriscono di improvviso quasi a voler segnalare la discesa verso gli inferi del protagonista.
Purtroppo mi ha deluso e non poco il finale, molto lacunoso più portato alla ricerca dello spavento facile, piuttosto che a far comprendere (io personalmente non l'ho capito devo dire...).
Ciavazzaro ebbe a dire: Purtroppo mi ha deluso e non poco il finale, molto lacunoso più portato alla ricerca dello spavento facile, piuttosto che a far comprendere (io personalmente non l'ho capito devo dire...). A me è sembrato piuttosto chiaro ed efficace:
SPOILER
I due figli impiccano la sorella dopo aver visto un film sceneggiato dal protagonista in TV, di conseguenza la moglie se ne va di casa portandosi dietro la prole. Lo scrittore, rimasto solo con i ricordi e le psicosi, si dà al vizio (alcol, droghe, donne) perdendo definitivamente la ragione. Nell'ultima scena completa l'agognata ultima sceneggiatura, descrivendo semplicemente la propria vita - diventata la più grande storia d'orrore immaginabile - la cui conclusione non può che essere il suicidio (con la pistola).