Un cacciatore improvvisato di nazisti ha un piccolo problema: la demenza senile gli fa dimenticare la sua missione. Lo spunto di partenza è molto interessante ma la pellicola non lo sfrutta a dovere soprattutto sul piano metaforico:
non viene mai affrontato seriamente il tema del senso di colpa e della sua rimozione né vengono mai messe davvero in dubbio, eticamente e moralmente parlando, le azioni del protagonista. Sul versante puramente thriller le cose vanno meglio, anche se il colpo di scena finale è francamente eccessivo e plateale. Un film non malvagio.
Sul filo del riciclo dei vecchi attori del passato, un film che si muove su una trama interessante, interpretato da un Christopher Plummer di spessore e da un sorprendente Martin Landau: insieme, braccio e mente, svolgono tra le difficoltà date dall'età avanzata una caccia all'ex nazista, responsabile di nefandezze varie nei confronti dei nostri eroi. La mano è però di un certo mestiere, con punte che addirittura sfiorano lo splatter e il road movie coinvolgendo lo spettatore in un'America acida e pigra. Il finale può lasciare perplessi.
Zed, novantenne ebreo afflitto da demenza senile, riceve da parte di Max, lucido ma costretto sulla sedia a rotelle, dettagliate istruzioni su come rintracciare ed uccidere l'uomo che tanti anni prima fu responsabile delle sterminio delle loro famiglie a Auschwitz... Un thriller in cui la vendetta è resa meno lineare dall'impossibilità di ricordare il passato, con momenti di stanca ed un epilogo che può lasciare perplessi, anche se non risulta del tutto inaspettato, ma si tratta di opera intrigante, sorretta da buone prove attoriali, nettamente migliore rispetto agli ulrimi Egoyan.
MEMORABILE: Il confronto fra Zed e il poliziotto figlio dell'uomo che era andato a trovare.
Ill tema della caccia ai criminali nazisti non è nuovo per il cinema. Atom Egoyan introduce l'espediente narrativo della perdita di memoria che rafforza la fragilità del protagonista, interpretato da un grande Christopher Plummer. Il film è la storia di un viaggio nella memoria che riserva un colpo di scena finale forse troppo teatrale ma dall'indubbio impatto drammatico e in grado di risollevare una pellicola che soffre un po' di una narrazione routinaria. Tra gli attori da segnalare la bella prova di Dean Norris in un ruolo non facile.
E' da apprezzare l'intreccio thriller cucito su un paio di protagonisti tutt'altro che arzilli, il che porta a considerare la suspense in modo alternativo a tutta la produzione del genere. Non mancano le scene forti, anche se discutibili come nel finale. Meno positiva la stanca che caratterizza certi passaggi e la mancanza di vigore registico in un paio di momenti chiave.
Un raro caso di pellicola intelligente e originale sulle ferite lasciate dal nazismo, lenta nel suo dipanarsi ma con qualche parentesi travolgente (la sequenza con Dean Norris poliziotto neo-nazi) e chiusa da un finale a sorpresa (macchinoso ma discretamente dissimulato) che moltiplica gli strati della narrazione e riscatta - o perlomeno valorizza - alcuni déjà vu sparsi (Nolan, Sorrentino). Film di spessore, sobrio ed equilibrato, dall'andamento quasi jarmuschiano, arricchito da un cast di grande spessore.
La ricerca di un criminale nazista oramai truffaldinamente radicato nel Nord America. Inizialmente surreale, con un Plummer magistrale, il film vira poi nel thriller mantenendo pur sempre un suo stile personale. Alla fine arrivano le sconcertanti sorprese, che culminano con un epilogo di forte impatto visivo.
La necessità di ricordare non è solo quella del protagonista, uno straordinario Cristopher Plummer colpito da demenza senile, ma anche la necessità di chi guarda di non dimenticare mai quanto gli orrori dell'olocausto non abbiano tempo. On the road dei ricordi, costruito con linearità e mestiere, con un finale inatteso e beffardo - che denuncia i troppi crimini dimenticati - che bisognerebbe rammentare.
Dopo opere alquanto discutibili, sulle quali anzi il dibattito era pressoché nullo, Egoyan torna a far parlare di sé con un film che racchiude alcune tematiche chiave del proprio cinema: la rimozione del passato e la fragilità dell'appartenenza. Lo fa grazie soprattutto a uno script geniale, capace di ravvivare il corpo freddo ma mai esangue del genocidio, ribaltando prospettive e centrando il bersaglio di disorientare le aspettative dello spettatore. Formidabile Plummer, arrancante nel corpo e nella mente. Qualche banalità nello svolgimento a "episodi".
MEMORABILE: La casa dei Kurlander, carica di rigurgiti vetero e neo nazisti.
Non sono un grande estimatore di Egoyan, inizialmente dispensatore di mattonate insostenibili e poi autore di film più ordinari spesso privi di mordente. Però questo thriller senile sulla memoria mi ha colpito positivamente, sarà per la presenza di alcune vecchie glorie della recitazione (fa impressione vedere il comandante Koenig ridotto alla sedia a rotelle) o per il colpo di scena finale (tanto contestato quanto necessario per dare un senso a una vicenda altrimenti piuttosto blanda). Plummer Ok. Sullo stesso argomento meglio di Sorrentino.
MEMORABILE: Il confronto tra Plummer e il Dean Norris di Breaking bad; Il colpo di scena finale; L'espediente dell'Alzheimer che rilancia costantemente la storia.
La memoria indelebile degli orrori della Shoah e la perdita di memoria causa Alzheimer combinati assieme in una sceneggiatura originale, con sviluppi non sempre credibili ma efficaci. Un film difficile da catalogare, come spesso quelli del regista armeno. Tra thriller, commedia sentimentale e road movie, fino a un finale sorprendente ed eccessivo.
Un film decisamente non banale, una storia sorprendente che mescola in modo rispettoso ma certo non convenzionale i temi della vendetta, dell'Olocausto e della vecchiaia. Atom Egoyan utilizza al meglio due grandi attori come Martin Landau e Christopher Plummer, e i due ci regalano una grande interpretazione che sembra quasi un magnifico commiato. I colpi di scena migliori, come sempre, sono quelli che lavorano sul cervello e non sul fracasso o sugli effetti speciali.
Vendicare la memoria senza avere più memoria: a ritroso nel passato, seguendo (nolaniamente?) appunti e istruzioni, procedendo a tentoni e per tentativi, prima della spiraliforme chiusura beffarda che tutto riporta al punto di partenza, ma da una prospettiva diversa. Quello di Egoyan è un thriller d'ottima costruzione narrativa che riporta al centro del villaggio il rapporto conflittuale fra trauma individuale e collettivo, giocando sulle costrizioni imposte dalla malattia: l'operazione può dirsi pienamente riuscita, anche grazie alla monumentale prova dello smarrito Plummer.
MEMORABILE: Controllo doganale; Caffè sulla lettera; Cimeli d'epoca e figli d'arte; La rivelazione finale.
Sopravvissuto alla Shoah, affetto da demenza senile, attraversa il Nordamerica per dare la caccia a un ufficiale SS mai processato: raggiungerà il suo scopo? Film notevole: non annoia (sebbene a volte sia lento) e sa stimolare diverse riflessioni, non solo sulla natura tormentata del protagonista (un bravissimo Plummer) ma anche, per esempio, su quanto sia facile negli USA impadronirsi legalmente di un'arma e combinare guai. Ottimi cast e fotografia, mentre il colpo di scena finale è sì intuibile da un certo momento, ma comunque di sicuro impatto. Merita senza dubbio la visione.
MEMORABILE: Nella casa del poliziotto; Il finale.
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Ci ha lasciato anche il grande Martin Landau. RIP.
:(
DiscussioneZender • 17/07/17 09:16 Capo scrivano - 47698 interventi
Eh già, altra botta. Lui quasi novantenne però. Meritatissimo il suo Oscar per Ed Wood ma fenomenale anche in Crimini e misfatti, per quanto resterà sempre nella mia memoria con la tutina del comandante John Koenig.
DiscussioneDidda23 • 17/07/17 09:24 Contatti col mondo - 5798 interventi
Un grandissimo attore, memorabile la sua performance in Crimini e misfatti. Quantomeno aveva una ceta età. Il suo segno indelebile nel cinema lo ha lasciato..
DiscussioneDaniela • 17/07/17 11:01 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Grande attore che ha bazzicato davvero tanti generi. Mi piace ricordarlo per la tripletta Horror - Caccia ai terrestri, Incontri stellari e Nel buio da soli, forse tra i suoi lavori meno conosciuti ma assolutamente peculiari nel genere.
E' stato un grande Bela Lugosi e comandante Koenig, ma anche un buon Roderick Usher. Lo ricordo pure nel cameo di Peter Van Garrett ne "Il mistero di Sleepy Hollow"...
Letto solo ieri la triste notizia. Sicuramente il suo Bela Lugosi era straordinario, anche se penso che verrà ricordato sempre come comandante Koenig.
HomevideoRocchiola • 15/01/18 10:35 Call center Davinotti - 1236 interventi
In Italia è uscito solo in DVD edito dalla BIM, mentre per il mercato americano c'è anche il BluRay della Lionsgate. Comunque si tratta di un film recente per cui anche in SD risulta visibile senza problemi, ottimo video, audio italiano buono. Insomma va bene così.