The eye - Lo sguardo - Film (1999)

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The eye - Lo sguardo

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Remake di MIA DOLCE ASSASSINA di Claude Miller, con Ashley Judd in sostituzione di Isabelle Adjani e Ewan McGregor nel ruolo che fu di Michel Serrault. Una produzione ambiziosa anglo-canadese firmata da Stephan Elliott (quello di PRISCILLA, LA REGINA DEL DESERTO), incentrata sulle vicende dei due protagonisti: uno attivo (Ashley Judd, la femme fatale assassina e ambigua), uno passivo (Ewan McGregor, che segue la Judd con fervore voyeuristico pedinandola fino a trasformarla in un'autentica ossessione). Tremendamente ripetitivo e lento, il film sembra voler dire...Leggi tutto chissà cosa attraverso musiche molto ricercate, lunghi carrelli, un'ambiguità di fondo che si vuole mantenere ad ogni costo fino all'epilogo che invece rivela ben presto la povertà del soggetto, con il monoespressivo McGregor a fare da angelo custode alla donna che a lui sembra essere la moglie scomparsa anni prima insieme alla figlia (la quale invece lo perseguita a mo' di spettro). Provvisto di tecnologie sofisticate fornitegli dal mestiere (fa l'agente segreto per il governo britannico), il nostro supervoyeur piazza telecamere e microfoni ovunque per non perdersi una sola ora della vita di lei arrivando, per proteggere la di lei libertà, ad uccidere egli stesso. Inutile comunque caricare ogni scena di poco attinenti aloni misterici se poi non sono giustificati da una sceneggiatura in grado di renderli pertinenti. Hitchcock e soprattutto De Palma, il cui stile viene vanamente inseguito, sono altra cosa. A noi non resta che osservare i due sperando sempre che avvenga qualcosa in grado di sommuovere l'andamento ipnotico del film.

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Galbo 16/03/08 07:34 - 12372 commenti

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Dopo una bella commedia (Priscilla), il regista Stephan Elliott dirige uno strano noir (che è anche per certi versi un road movie) basato su una storia di ossessione e sul tema del doppio con ruoli di preda ed inseguitore che si scambiano. Il film è visivamente affascinante e segnato dalla bella interpretazione dell'affascinante Ashley Judd (mentre McGregor appare francamente sottotono). Il suo limite è la sceneggiatura che si perde in troppi filoni narrativi finendo per confondere lo spettatore anche attraverso un oscuro finale.

Enzus79 12/11/08 11:00 - 2864 commenti

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Potrebbe essere un grande thriller se avesse più ritmo, un coinvolgimento giusto ed una buona regia. Certo, non tutto è da buttare... Mcgregor interpreta bene la spia "ingenua" e la Judd la mantide assassina che scappa da tutti. Ma, come detto prima, i ritmi sono lenti e rendono questo thriller più un film drammatico. Comunque sufficiente.

Rickblaine 12/11/08 14:45 - 635 commenti

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Un film che lega due personaggi che trovano in comune la mancanza di un affetto. Ashley Judd è bella e brava. Mcgregor specialista come al solito e storia che a tratti suscita interesse, ma che comunque si scioglie in un niente in mancanza di un significato più preciso e concreto. Molto lento e pieno di punti interrogativi lasciati per la strada.

Daniela 7/03/09 10:57 - 12606 commenti

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Remake che lascia perplessi per la sproporzione fra le evidenti ambizioni e il risultato fumoso, che potrebbe però anche affascinare nella sua illogicità. Nell'originale francese il maturo Serrault poteva anche credere che la Adjani fosse la figlia scomparsa, ma Mcgregor e Judd sono quasi coetanei, inoltre nel corso del film altri personaggi si rivolgono a Mcgregor come fosse una vecchia conoscenza. L'attore è troppo giovane per il ruolo oppure questa incongruenza che rende la vicenda inverosimile è voluta per accentuarne l'aspetto onirico?
MEMORABILE: Le sequenze in cui emerge la febbrile bellezza di Ashley Judd.

Rebis 29/06/10 18:08 - 2331 commenti

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La fluidità del tessuto visuale (che sfrutta gli effetti digitali come prodigio intelligente) introduce a un mondo ipertecnologico dove la virtualizzazione rende tanto permeabili i luoghi quanto l'individuo alienato dai suoi sensi. Elliott scruta a nuovi orizzonti dai territori del thriller introducendovi implicazioni esistenziali e metafisiche: non sempre l'accumulo di segni, allegorie e rebus mantiene alto l'interesse, e l'anomalia è più frutto di un'esigenza di distinzione che di un'autentica ricerca nell'inesplorato. Ad ogni modo, un'opera affascinante con una persuasiva femme fatale.

Furetto60 8/11/15 13:09 - 1192 commenti

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Noir on the road in cui un agente segreto disturbato mentalmente si infatua della sua preda (altrettanto disturbata). L’atmosfera sordida, malsana, malata e onirica, accompagnata da valido commento sonoro, è il maggior fascino del film, che resta indefinito sino all’irrisolto finale. La Judd offre un’ottima performance, McGregor appare più monolitico ma, stante il personaggio, ci può stare.
MEMORABILE: Le palle di neve; Le Gitanes.

Buiomega71 27/02/21 00:57 - 2899 commenti

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Impreziosito dalla regia depalmiana e zeppa di inventive di Elliott (il primo sanguinoso omicidio visto attraverso la finestra, il pedinamento con la Judd che sgama McGregor, la parete del bagno accarezzata e la MDP che si sposta tra le stanze), con sprazzi onirici destabilizzanti (il fantasma della figlia sempre appresso), fulminanti attimi di violenza (il sadico di Jason Prestley, il pestaggio della Judd) fino a una chiusa dolorosissima in mezzo alla neve. Tra La conversazione, Hitchcock e Blow out, ma con gran stile e originalità, dove il noir si macchia di riverberi surreali.
MEMORABILE: Annegato sulla cabina del treno; Il lancinante racconto d'infanzia della Judd; Provocando l'incidente giocando al Giorno dello sciacallo.

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  • Discussione Buiomega71 • 27/02/21 00:44
    Consigliere - 25892 interventi
    k.d. lang  e non K.D.Lang 

    So che la questione è annosa, ma il film è tratto dallo stesso romanzo di Marc Behm dove Claude Miller trasse Mia dolce assassina, quindi più che un remake vero e proprio è una seconda trasposizione del medesimo romanzo (difatto, sui titoli di coda, viene segnalato: tratto dal romanzo di Marc Behm).

  • Discussione Zender • 27/02/21 08:10
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Non ho capito a cosa ti riferisci Buio. Perché poi andrebbe in minuscolo?
  • Discussione Buiomega71 • 27/02/21 09:14
    Consigliere - 25892 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Non ho capito a cosa ti riferisci Buio. Perché poi andrebbe in minuscolo?

    Il nome dell'attrice nel cast, non è K.D.Lang ma k.d. lang (perchè scritto in maiuscolo, errato, non funziona nella ricerca)

    E se proprio si vuole lasciare remake, sarebbe opportuno scrivere nelle note che è tratto dal romanzo omonimo di Marc Behm, di cui Claude Miller si è basato per Mia dolce assassina
    Ultima modifica: 27/02/21 09:17 da Buiomega71
  • Discussione Zender • 27/02/21 09:32
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Aaah ok. Sì, ho riscritto l'intero cast che risaliva alle guerre puniche e conteneva altri errori. In realtà k. d. lang non lo trovava non tanto per le minuscole (quelle non impediscono la corretta ricerca) quanto per il fatto che non c'era lo spazio tra k.d. e lang.
    Quanto al remake, se nei titoli di testa o di coda non c'è alcun riferimento al film di Miller ma solo al romanzo possiamo anche togliere la R.
    Ultima modifica: 27/02/21 09:33 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 27/02/21 10:12
    Consigliere - 25892 interventi
    Quello che sorprende in The Eye è la regia "depalmiana" zeppa di invenzioni e virtuosismi da lasciare a bocca aperta (il primo sanguinoso delitto a là Omicidio a luci rosse visto attraverso la finestra, con la Judd che si dispera ricoperta di sangue, la bellissima e struggente sequenza della parete del bagno accarezzata, dove la MDP si sposta da una stanza all'altra creando un split-screen di intensa poesia, con la Judd immersa nella vasca da bagno e McGregor che la "sente" attraverso il muro, il pedinamento per i marciapiedi di New York con la Judd che sgama McGregor  e lui che si nasconde nell'atrio di un palazzo che, per farsi aprire, suona tutti i campanelli possibili) dove l'autore di Priscilla focalizza l'ossessione amorosa e l'inseguimento silente per tutti gli Stati Uniti, anticipandoli con la sfera innevata di Quarto potere con su inciso il nome della città (si inizia a Washington, si va a New York, si prosegue a San Francisco, ci si ferma nello Yutah, si prosegue per Boston per poi approdare nella fredda Alaska), non lasciando un attimo di respiro e tenendo sempre con il fiato sospeso.

    Elliott non rinuncia alla sua vena corrosiva ( l'improvviso investimento con il taxi, i personaggi che sfiorano il grottesco e almeno un delitto bizzarro-l'annegamento sulla cabina del treno-) intinge il thriller voyeuristico nell'onirismo e nei disturbi mentali (il fantasma della bambina, la figlia perduta, che segue McGregor ovunque, dove ha il suo culmine nella stanza d'albergo, con la proiezione mentale della figlioletta che si moltiplica nei posti più disparati, saltando sul letto con la corda o facendo un chiasso infernale), non disdegna sprazzi di belluina violenza (il crudo pestaggio ai danni della Judd inferto dal psicopatico Jason Piestley, nella parte più "tarantiniana" del film e conseguente rivalsa di McGregor col tirapugni), mostra tecnologie al servizio della "spia che la amava", fino ad un finale lancinate immerso nella neve, dove la cruda realtà prende il posto del sogno d'amore ad occhi aperti.(a questo proposito meraviglioso l'attimo in cui le mani di lui e di lei arrivano a toccarsi durante la fuga on the road).

    La conversazione, La donna che visse due volte, Blow Out (ma anche Blow Up per l'ossessione che avvolge il protagonista e per la distorsione della realtà catturata dall'obiettivo), mescolati insieme in un noir che trasuda di propria originalità, che spiazza continuamente (da antologia il momento di gelosia di McGregor, quando si rende conto che la Judd si innamora davvero del ricco non vedente e provoca l'incidente mortale giocando a Il giorno dello sciacallo dal campanile) che si ammanta di riverberi surreali, che non teme di uscire dai binari della convenzionalità, che riesce a creare un'alchimia trasognata di qualcosa di completamente diverso dal classicismo che questo genere ha abituato.

    Forse c'è un pò troppa carne al fuoco, e gli eventi succedono un pò precipitosamente (facendo, magari, perdere allo spettatore il filo della narrazione), ma si resta ammaliati dalla strampalata vicenda, che mette dentro bambine fantasma, implacabili assassine, dolenti flashback d'infanzia, uccisioni a freddo (il poliziotto che si fa corrompere dalla Judd in intimo), i vari cambiamenti di look della Judd (gelida e spietata "nikita" all'occorrenza, nata sotto il segno dei pesci), i bellissimi stacchi di regia (la città di New York dentro la palla di vetro), La donna vespa di Corman vista sui monitor, un'intensissimo McGregor e una Judd di inestricabile bellezza, marchiano a fuoco uno dei thriller più eccentrici e autoriali di fine millennio.

    Grandissima una ritrovata Genevieve Bujold, schizzatissima e nevrastenica giudice di sorveglianza che intima, non proprio teneramente, alle ragazze recluse di togliersi le scarpe.

    Angeli custosi, parrucche, scontri a fuoco, tampinamenti, gelosie, le stecche di Gitanes, ossessioni amorose che sfiorano la psicopatologia, padri perduti, figlie scomparse, peli pubici prelevati, uomini da uccidere e molteplici identità in un fiammeggiante, nevrotico e affascinante noir dal cuore di tenebra.

    Peccato che, da noi, non se lo è filato quasi nessuno. Un motivo in più per riscoprirlo doverosamente.

    La bellezza è negli occhi di chi guarda
    Ultima modifica: 27/02/21 12:51 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 27/02/21 10:14
    Consigliere - 25892 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Aaah ok. Sì, ho riscritto l'intero cast che risaliva alle guerre puniche e conteneva altri errori. In realtà k. d. lang non lo trovava non tanto per le minuscole (quelle non impediscono la corretta ricerca) quanto per il fatto che non c'era lo spazio tra k.d. e lang.
    Quanto al remake, se nei titoli di testa o di coda non c'è alcun riferimento al film di Miller ma solo al romanzo possiamo anche togliere la R.
    Nei titoli di coda si menziona solo il romanzo (tratto da), non il film di Claude Miller

    Comunque remake lo si potrebbe anche lasciare

    Ultima modifica: 27/02/21 11:40 da Buiomega71
  • Discussione Zender • 27/02/21 16:57
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Ok, diciamo che quello alla fine è a discrezione nostra...
  • Discussione Raremirko • 9/08/21 23:54
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Improbabile in quanto a script e a credibilità generale, ha dalla sua una regia sicura che non disdegna virtuosismi (Elliott è del resto a suo agio in più generi), un buon cast (indicato il duo McGregor/Judd e fa piacere rivedere in versione bullo il Priestley di Beverly Hills 90210), atmosfera e pahos.

    Ripeto, la linearità e la logica non son al top in questo noir, che comunque risulta riuscito e di buona fattura.