A very Murray Christmas - Corto (2015)

Giochino metatelevisivo con canzoni di Natale in allegato. Murray è stato ingaggiato per condurre uno special natalizio in tv ma non ha nessuna voglia d'andare al Carlyle Hotel, dove dovrebbe esibirsi. Lo spingono a forza le collaboratrici e alla fine eccolo lì, pronto a intonare una delle mille christmas songs che infestano questo mediometraggio a firma Sofia Coppola. Ma quando il fidato Paul Shaffer, al piano, attacca, il divo Bill va in depressione e fugge nella hall, dove incontra Chris Rock e lo supplica di accompagnarlo in duetto. In coppia va un po' meglio e si ritrova la verve, ma a quel punto c'è un black out in tutta la costa Est (siamo a New York) e Rock ne approfitta per darsela a gambe....Leggi tutto Lo show tuttavia viene sospeso per cause di forza maggiore e Murray comincia a vagabondare per il Carlyle dove, al bar, comincerà a far cantare tutti. Non siamo nemmeno al minuto 20 e l'azione si chiude. Da qui in avanti (e prima di una conclusione “in bianco” con Miley Cyrus e Clooney che arriva sul set in slitta, per giusto un paio di battute) solo personaggi che si avvicendano al microfono: tra tutti Maya Rudolph lascia il segno con la sua bella voce, gli altri fan da contorno interrotti, tra un pezzo e l'altro, da qualche parola di Murray che li spinge ad esibirsi (al piano c'è sempre Paul Shaffer) improvvisando qualche timida gag, magari riavvicinando due sposi tristi trovatisi senza invitati alla festa causa tormenta di neve. Bisogna proprio amare lo spirito natalizio e le canzoni che per gli americani sono autentici inni intramontabili, per apprezzare A VERY MURRAY CHRISTMAS: lì il Natale è un business enorme e i brani composti e riarrangiati per le feste rappresentano un'occasione in cui tantissimi amano cimentarsi. Visto dall'esterno, profanamente, il tutto appare come una micidiale sequela quasi ininterrotta di scialbe canzonette interpretate quasi sempre senza verve (Rudolph a parte, ma anche la Cyrus ha una gran voce, va detto), con una regia pressoché inesistente che pare occuparsi esclusivamente di mantenere la giusta grazia. Una sfilata di volti noti cui partecipa, nelle prime scene, un Michael Cera che nella parte di un agente esagitato rianima un po' il tutto; perché anche Murray, le cui qualità attoriali restano indiscusse, non può molto di fronte a chi lo mette dietro a un microfono e gli offre un copione così. A ben vedere la cosa migliore resta il calembour del titolo...

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