Elizabeth, a causa di un trauma infantile, ha sviluppato una triplice personalità; uno psichiatra tenterà di guarirla. Dramma che ha il suo punto di maggior pregio nella protagonista: una Eleanor Parker in stato di grazia nel ruolo della donna con problemi mentali. La nostra riesce con disinvoltura e credibilità a passare da una personalità all'altra dando spessore a un film che tiene saldamente vivo l’interesse anche grazie a una regia quadrata e bravi comprimari, con menzione speciale per la matura Joan Blondell, simpatica zitella.
Intrigante b-movie sul tema della personalità multiple, psichiatricamente discutibilissimo ma sorretto da un ritmo che non si arresta un secondo, da almeno un paio di personaggi dotati di indubbio carisma (lo psichiatra e il vicino, quest'ultimo interpretato dallo stesso regista) e da un'ottima Eleanor Parker, schizofrenica molto credibile nelle sue "trasformazioni". Diverse somiglianze col futuro e ben più celebre Marnie, a partire dai flashback finali. Molti risvolti non convincono (in primis la fine della madre), ma il film scorre bene.
Molto valido il soggetto e qui a una dottoressa Jekyll e a una signorina Hyde aggiungiamo la Jekyllina adolescente... Scherzi a parte riesce divinamente la configurazione negativa del personaggio in esame, specie nei suoi sguardi, nelle sue lettere minatorie nonché per il doppio senso su Robin. Molto bravo Boone nel ruolo dello psichiatra ma anche il regista stesso in quello di un amico della zia, specie per le sue conclusioni finali. Girato in epoca di thriller moderni forse ci poteva guadagnare come suspense, ma anche così com'è coinvolge bene.
MEMORABILE: L'offesa alla zia in cima alle scale; Il tentato suicidio; Le spiegazioni del dottore sul motivo per cui è rimasto celibe.
A causa di un trauma infantile, la protagonista si trova triplicata: la repressa Elisabetta si sdoppia nella sfacciata Lizzie, mentre l'equilibrata Betty se ne sta in disparte a guardare che succede... Come altre attrici prima e dopo di lei, anche Parker si cimenta in un ruolo multiplo, senza risultare peraltro molto convincente per colpa di una sceneggiatura frettolosa che non dà al personaggio il modo di evolversi. Film risibile dal punto di vista psicanalitico, ma di discreta fattura e con un buon cast di contorno, in cui spiccano la zia Blondell ed lo psicologo Boone.
MEMORABILE: L'insidia lungo le scale, con la fetta di torta in mano
Personalità multiple, libere associazioni, ipnosi, traumi infantili: quando il cinema sposa le teorie psicoanalitiche (molto in voga all'epoca), raccontando una storia che scientificamente è molto semplificativa ma che cinematograficamente ha un certo impatto emotivo. Eleanor Parker si fa in tre per essere all'altezza della situazione e ne esce vincente.
MEMORABILE: La scena dei tre specchi che riflettono i "tre volti" della protagonista.
B-movie secco e conciso, scorrevole, senza esaltanti guizzi estrosi in sceneggiatura e regia (tranne che nel pre-finale, dove fa capolino un certo brio); fantasioso nella traccia portante psichiatrica (tripla personalità e conseguenze traumatiche, tra sessuofobia e ninfomania). Produzione Metro-Goldwyn-Mayer che sembra della RKO per stringatezza e materia. Le lettere minatorie che la protagonista manda a se stessa sono uno spasso, così come le sue trasformazioni in mangiatrice di uomini. Manca di pepe criminale, ma va bene così.
Polpettone melodrammatico in cui la Parker si barcamena tra tre diverse personalità, di cui due noiosissime. Per fortuna la spassosa zia, tra whisky, freddure e perle di saggezza, conferisce più brio alla sceneggiatura. Se confrontato ad altre pellicole del periodo dello stesso genere, il film dimostra tutti i suoi dodici lustri ed appare effettivamente datato. Forzato nelle tragedie, esasperato nella recitazione e carente di scene impattanti che avrebbero potuto risollevarne almeno un po' la sorte. Francamente mediocre.
A metà tra il dramma e il noir, è un film non completamente riuscito a causa di alcune perdite di ritmo e alcune parti un po' forzate, ma che possiede un indubbio fascino, una brava protagonista e alcuni tratti anche abbastanza inquietanti. Il bel bianco e nero esalta l'atmosfera mentre la regia è tutto sommato accettabile e brava a valorizzare il materiale del film. Molto interessanti diverse inquadrature. Buona la recitazione del cast, compreso come detto la protagonista, al netto di una certa teatralità tipica del periodo. Merita un'occhiata, anche se non convincerà tutti.
Eleanor Parker HA RECITATO ANCHE IN...
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DiscussioneFauno • 9/07/16 22:32 Contratto a progetto - 2743 interventi
L'amica e collega di lavoro della protagonista, altri non è che la madre di Richie Cunningham di Happy Days, la mitica Marion Ross.