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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Folle danza sulle punte del caos metacinematografico, divertita presa per i fondelli di chi si diletta a generare in sequenza film a episodi sottilmente intrecciati e a chi li collega attraverso incomprensibili dettami lynchiani. Dupiex ha i mezzi per ridere alle loro spalle e lo fa, inventandosi almeno una trovata comica strepitosa (la ricerca del perfetto gemito di dolore) e numerose altre che allieteranno chi è solito frequentare certi ambiti narrativi.

L'incipit non è a dire il vero troppo entusiasmante e anzi un po' rallentato; perché Dupieux non è mai stato il tipo che si preoccupa di compiacere chi cerca azione e ritmo. Il presentatore televisivo vestito...Leggi tutto da ratto che mentre intervista il suo ospite continua a grattarsi è l'esempio di un'altra buona idea sfruttata troppo a lungo. Ma tra i cameramen in studio c'è anche Jason Tantra (Chabat), aspirante regista che visita di lì a breve un produttore cui sottopone il soggetto di un suo ambizioso film di fantascienza. Il colloquio tra i due è tra le scene più spassose del film e l'idea stessa di“Waves” (il film nel film) è delirante, cronenberghiana e demenziale; vale la pena ascoltarla e scoprire che, per realizzare il progetto di cui il produttore subito s'innamora, sarà necessario individuare il perfetto gemito di dolore che dovrà sentirsi nel momento della straziante morte delle vittime. Jason avrà 48 ore di tempo per consegnarlo: “un gemito da Oscar” che rende quasi secondario tutto il resto della trama. Nel frattempo una bambina, non a caso chiamata Reality (Kenedy), scopre che nella pancia del cinghiale ucciso nei boschi da suo padre c'è una videocassetta. Cosa conterrà?

Da basi fragili, da incroci chiaramente pretestuosi, la trama comincia a dipanarsi rendendo via via più incomprensibili i legami tra i diversi segmenti. Geniale come sempre, Dupieux ride alle spalle dei grandi nomi di un certo tipo di cinema riuscendo a far sorridere proprio attraverso l'implausibilità del suo progetto, prendendosi gioco di quei colpi di scena sui quali i film che a suo modo parodizza si reggono. Ma è una parodia consapevole, raffinata, che ancora una volta mostra come la comicità di Dupieux sia lontana dal demenziale classico e mostri una consapevolezza e uno stile che ne sanciscono la straordinaria unicità. Magari non sempre godibile in senso stretto, spesso appesantito da fasi che poco aggiungono e sembrano inserite per raggiungere il minutaggio minimo, il film rivela tuttavia improvvise impennate esilaranti che ancora una volta impediscono di non considerare il film come un tassello fondamentale nella filmografia del regista.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/10/15 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 2/02/23
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Daniela 13/10/15 14:08 - 12662 commenti

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"Non voglio che sia analizzato, voglio solo raccontarlo!" è quel che dice il protagonista alla moglie psichiatra riferendosi ad un suo sogno, e forse è quello che Dupieux chiede allo spettatore: seguire il gioco di incastri e sdoppiamenti senza porsi troppi "perché". L'autore di Rubber non rinuncia al demenziale (il film di fantascienza) ma lo lo incastona all'interno di una storia garbata, come garbato è il bravo Chabat, aspirante regista che campiona gemiti di dolore alla ricerca di quello che potrà fargli vincere un Oscar. Operina deliziosamente assurda, diverte con leggerezza.
MEMORABILE: Il costume da topo; Il sogno della premiazione, con il protagonista che non riesce a scollarsi dalla poltrona.

Bubobubo 23/09/19 10:44 - 1847 commenti

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I primi 20', tolta qualche leggera gag dal sapore coeniano, sono di difficile decrittazione: qualcosa sembra non andare, ma cosa? Il prosieguo svela l'operazione in tutta la sua ambizione: Dupieux fa carta straccia della logica causale e temporale e di una storia ne fa trecento, centuplicando (le traiettorie de)i personaggi e giocando di sponda con le interferenze inaspettate, sino a un finale che più metacinematografico di così non si può. Inutile cercare di ricombinare le tessere del puzzle: l'ordine è saltato. Divertente, inconsueto.
MEMORABILE: La bimba protagonista del film nel film nel film (etc.), che si chiama beffardamente Reality; Alla ricerca del perfetto urlo di dolore.

Leandrino 30/04/21 15:01 - 513 commenti

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Nel sesto film di Dupieux diverse storie si incontrano in uno scenario onirico quasi-lynchiano che un po' aveva già fatto capolino in Wrong. Come al solito è un cinema di sguardi: tra personaggi e spettatori, tra attori e ruoli - definizioni sempre più labili e intercambiabili, così come la divisione stessa tra realtà e finzione. Il gioco meta-cinematografico fatto di rimandi e ossessioni scricchiola nell'autoreferenzialità e a volte inciampa nella confusione, difetti che passano in secondo piano davanti all'inverosimile quantità (e qualità) delle trovate del regista francese.
MEMORABILE: La VHS nel ventre del cinghiale; Il primo colloquio col produttore; 'Waves' proiettato al cinema; L'internamento volontario nella clinica.

Cotola 5/11/23 20:14 - 9043 commenti

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Quello di Dupieux è un cinema fuori dagli schemi, a volte profondamente bizzarro e anche demenziale, ma mai gratuitamente. Rispetto ad altri registi, il buon Quentin dà vita a storie folli ma "ragionate" che sanno divertire e far ridere lo spettatore, ma lo sanno anche incuriosire per capire come andranno le cose. In questo caso la prima parte, pur con le sue bizzarrie, sembra abbastanza "normale", ma poi la linearità del plot esplode in mille pezzi, con effetti stranianti ma riusciti. E c'è anche della buona ma riuscita satira nei confronti di certo cinema e certa tv.
MEMORABILE: La ricerca del gemito migliore della storia del cinema di tutti i tempi; La spiegazione del soggetto di "Onde" al produttore.

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  • Discussione Daniela • 13/10/15 14:14
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Caro Schramm,
    considerato che hai molto apprezzato sia Rubber che Wrong Cops non dovresti perderti l'ultimo film di Quentin Dupieux. Meno demenziale di Rubber e probabilmente anche di Wrong Cops (ma questo ancora non l'ho visto) ma altrettanto originale e divertente. ;o)
  • Discussione Schramm • 13/10/15 14:29
    Scrivano - 7694 interventi
    sai che con lui ho un rapporto davvero ambidestro, alcune cose decisamente sì altre proprio no, mai una via di mezzo. me lo annoto senza meno, ora che lo schrammfest volge al termine potrò scorpacciare meglio!
  • Discussione Daniela • 19/10/15 10:33
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    sai che con lui ho un rapporto davvero ambidestro, alcune cose decisamente sì altre proprio no, mai una via di mezzo. me lo annoto senza meno, ora che lo schrammfest volge al termine potrò scorpacciare meglio!

    In effetti, prima di consigliarti di vedere questo, non avevo notato il tuo commento a Wrong: nella filmografia di Quentin Dupieux, Réalité si pone certo più vicino a quest'ultimo che a Rubber.
    Che faccio? Ritiro la dritta?
    Bah, comunque, se lo vedi fammi un fischio quando inserisci il commento... ;o)

    PS: Ecco, tanto per restare sullo stesso strambo regista, Wrong Cops è uno di quei film per cui non trovo i sub ita... :o(
    Ultima modifica: 19/10/15 10:34 da Daniela