Il maestro cambiafaccia - Film (2002)

Il maestro cambiafaccia
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'ultimo ruolo importante per l'ex “fuso di testa” Dana Carvey, che non è mai riuscito a sfondare al contrario del suo sodale Mike Myers (tornato al successo con la saga di AUSTIN POWERS), si trova in questa commedia comica bizzarra prodotta dalla Happy Madison di Adam Sandler. Qui il nostro, figlio di una famiglia di trasformisti (i “Disguisey”, ribattezzati in italiano “Travestoni”!), riscoprirà l'antica arte grazie al nonno (Harold Gould), giunto da lui per aiutarlo a ritrovare i genitori scomparsi. In realtà questi ultimi sono stati sequestrati da un...Leggi tutto gangster (Brent Spiner) che vuole utilizzare suo padre (James Brolin), minacciando di uccidergli la moglie, perché compia una serie di furti clamorosi truccandosi nei modi più diversi. Il travestimento e la maschera vengono spesso utilizzati dal cinema comico per divertire (si pensi ad esempio al Chevy Chase di FLETCH), ma qui l'espediente viene portato all'estremo, con vere e proprie guest star (Bo Derek, Michael Johnson...) pronte a togliersi la maschera (non un granché l'effetto digitale che sostituisce il vero lattice) per rivelare il volto di uno dei tre componenti maschi della famiglia Travestoni (la moglie invece sta in cucina e basta, anche da sequestrata). L'umorismo è di grana grossissima, le battute volutamente infantili alla vana ricerca di divertire un target di teenager che possano spassarsela con i balbettamenti ebeti di Carvey e con la sua maschera da tartaruga o quella da torta di ciliegie magari (effettivamente ben realizzate, il make-up è spesso notevole). La trama è piuttosto confusa ma è chiaro che si tratta solo di un pretesto per mettere in scena una sarabanda di gag di bassa lega che raggiungono talvolta livelli imbarazzanti, con personaggi quasi sempre caricaturali. Il film ha poco da dire e già dopo un'ora e dieci fa partire gli articolati titoli di coda (papere, scene inedite ma non solo), lunghi, creativi e forse addirittura più gustosi del film stesso, visto che il montaggio associato alle musiche fornisce loro un ritmo che il film fatica a ritrovare. Il problema è proprio una sceneggiatura che non sta in piedi, di quelle che inevitabilmente suscitano il disprezzo della maggioranza. Per riuscire a goderne, almeno in parte, è necessario cercare di capire quel tipo di comicità che, nata dal Saturday Night Live e filtrata dalla demenzialità tipica della Happy Madison, ha la caratteristica di osare senza mai temere di scadere nel cattivo gusto (anzi, ricercandolo a bella posta). Purtroppo la scelta poco felice di Carvey conferma la parabola discendente dell'attore (qui anche co-autore del copione), che come comico aveva già detto tutto (cioè molto poco) nei due FUSI DI TESTA. Fortunatamente l'abituale scelta di buona musica, la presenza di guest star imprevedibili e una regia decente riescono in qualche modo a non far sprofondare del tutto il film, comunque minato da una demenzialità troppo facile che naturalmente non lesina in volgarità (il gangster che ride e si placa solo quando per sua disgrazia scorreggia facendo scendere il gelo tra i suoi interlocutori ha comunque una sua ragion d'essere).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/08/15 DAL DAVINOTTI
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