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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ritratto di due giovani scapestrati nella Serbia di fine millennio. Devastato dal nazionalismo, messo alle strette dall'embargo occidentale, il paese del futuro “nemico dell’umanità” Slobodan Milosevic versa in condizioni terribili, terreno fertile per le scorribande di Svaba e Pinki, due amici che, messi sulla cattiva strada dal bullo del quartiere, finiscono per spacciare droga, fare soldi e cominciare ad ammazzare. WOUNDS (RANE in originale) mescola atmosfere alla Kusturica con il nuovo maledettismo nato sull'onda dei successi tarantiniani, per arrivare a un compendio di vita (con tanto di voce narrante fuori campo del protagonista Pinki) che ricorda molto da vicino il BULLET IN THE HEAD...Leggi tutto di John Woo (regista però con ben altri numeri). Il finale, altamente drammatico, è la parte più intensa, mentre per il resto il film ricalca modelli già sperimentati senza troppa inventiva. Certo la mano del regista Srdjan Dragojevic è buona, la ricerca nelle inquadrature notevole, ma manca alla sceneggiatura (sempre sua) la brillantezza necessaria per dare a WOUNDS il ritmo giusto. Così, al di là di qualche singola scena riuscita, il film tende a trascinarsi senza mai avvincere in pieno. E il ritratto che Dragojevic fa della Serbia non è certo dei più confortanti: pur con tutte le giustificazioni del mondo, gli slavi vengono descritti poco meno che come un popolo di invasati guerrafondai non lontani dalle frange islamiche più estremiste. Le ambientazioni sono insolite (per chi non conosce Kusturica), la recitazione dei due giovani perduti convincente, ma nel complesso sembra che l'autore calchi la mano sulla ricerca tanto in voga oggi del “politically incorrect”.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Schramm 16/07/13 10:49 - 3495 commenti

I gusti di Schramm

Le genealogiche ferite di una nazione possono essere bocche con cui cantare allegramente il dolore, o rette che conducono da una vitalità rabbiosa al trionfale sollazzo della catastrofe. Esplosivo nelle idee e nei sempre gaudentemente eccessivi modi di rappresentarle, Dragojevic cavalca lo sfacelo come un lanzichenecco incarognito, come un Kusturica che ha fatto il pieno di polvere d'angelo. Non sempre gli riesce la tenuta ritmica, qua e là assai macilenta, ma si tratta di un claudicare che può benissimo commutarsi in valore aggiunto. Recuperare, gente: il vero serbian film sta qui.

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