L'ora del mistero - Serie TV (1984)

L'ora del mistero (serie tv)
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MMJ Davinotti jr
Durata: 13 episodi
Titolo originale: Hammer House of Mystery and Suspense
Anno: 1984
Genere: fiction (colore)
Regia: Vari
Note: Serie televisiva in 13 episodi della durata di 70 minuti ca. Tra i registi: Val Guest, John Hough, Peter Sasdy, Paul Annett.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dopo l'esperimento largamente apprezzato dei RACCONTI DEL BRIVIDO la Hammer ci ritenta con 13 episodi in cui il comune denominatore sono il mistero e la suspense (questo almeno è quanto suggerisce il titolo originale). In realtà ciò che incuriosisce è che si passa con disinvoltura dal giallo classico (L'UOMO CHE DIPINSE LA MORTE, IL DOLCE POFUMO DELLA MORTE) al fantastico stile Ai confini della realtà (UN GIOCO DA BAMBINI, UN GRIDO LONTANO) arrivando senza problemi a tuffarsi nell'horror dai connotati soprannaturali...Leggi tutto (LA PARETE MALEDETTA, IL CAMPO DA TENNIS, IL MARCHIO DEL DIAVOLO) e persino nello spionaggio (ACCADDE A PRAGA). E' insomma impossibile prevedere il genere dell'episodio prima di vederlo e questo (almeno per chi non ne ha letto le trame) genera sempre un minimo di curiosità che spesso si prolunga fino alle conclusioni, a volte risolte con bei colpi di coda (UN GIOCO DA BAMBINI), altre con inattese esplosioni di sadismo (IL VIDEOTESTAMENTO), più spesso tirate via senza troppa voglia perché in fondo il bello sta nel procedere della storia; è qui infatti che la Hammer garantisce la necessaria professionalità, con sceneggiature di una certa levatura che purtroppo non sempre trovano nella regia l'assistenza giusta. I cast recuperano qualche volto minore noto ma nel complesso mantengono anche loro un buon livello medio consentendo alle storie di apparire credibili. La varietà degli argomenti trattati, in definitiva, ritrova una sua unità nella messa in scena professionale comune a tutti gli episodi. L'ambientazione è quasi sempre inglese naturalmente (le eccezioni sono pochissime: la trasferta oltrecortina di ACCADDE A PRAGA, l'incipit a Central Park di IL DOLCE PROFUMO DELLA MORTE...), la fotografia un po' cupa e opprimente, le musiche anonime. Un prodotto televisivo di discreto livello, trasmesso in Italia con buon successo (molti ricordano ancora certe storie viste qui) e che ha come ogni serie i suoi alti (UN GRIDO LONTANO, L'UOMO CHE DIPINSE LA MORTE, UN GIOCO DI BAMBINI...) e i suoi bassi (LA PARETE MALEDETTA, ACCADDE A PRAGA...), senza che tuttavia tra l'uno e l'altro si avverta una differenza abissale. La durata di un'ora e dieci pare comunque mediamente eccessiva: in quasi i tutti i casi qualche sforbiciata avrebbe giovato al risultato finale.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/08/15 DAL BENEMERITO UNDYING POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/01/16
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Undying 5/08/15 20:44 - 3807 commenti

I gusti di Undying

Ultima, non esaltante, produzione televisiva targata Hammer, in parte strutturata come la più riuscita I racconti del brivido (Hammer house of horror). Pur se alcuni episodi vantano un'ottima regia, il cast è decisamente minore e la produzione risente della carenza di budget, accentuata dalla pochezza degli effetti speciali. Alcuni racconti sconfinano "Ai confini della realtà" ("Un gioco da bambini" è addirittura ispirato all'episodio "Cinque personaggi in cerca di un'uscita"). Poco thriller, molta lentezza e dialoghi infiniti. Declino Hammer...

Rufus68 14/04/19 16:38 - 3825 commenti

I gusti di Rufus68

Una serie superiore, in media, ai Racconti del brivido. Se i Racconti anzidetti sono costantemente scialbi e privi di nerbo, L'ora del mistero alterna episodi trascurabili ad altri che vantano uno spessore degno di memoria. "L'eredità Corvini", soprattutto, cela una raffinata struttura doppia che coinvolge sfera personale, sovrannaturale e psicopatia (ottimo McCallum); buoni anche "Un gioco da bambini", dapprima enigmatico quindi sarcastico apologo sulla libertà e "Salto nel tempo" con un apprezzabile rimescolamento dei piani temporali.

Buiomega71 4/01/21 00:45 - 2901 commenti

I gusti di Buiomega71

Tirando le somme nemmeno malaccio, questa "seconda" serie della Hammer dedicata alla paura in televisione. Su 13 episodi quattro risultano irrinunciabili (Il videotestamento, L'eredità Corvini, Un gioco da bambini e Salto nel tempo), tre bruttissimi (La parete maledetta, Il campo da tennis e Un grido lontano) e gli altri bene o male nella media (con menzione speciale per Accadde a Praga, dal polanskiano finale, al "vampirico" La defunta Nancy Irving fino al bizzarro e citazionistico Che fine hanno fatto i favolosi Verne brothers?). Si bazzica più il thriller che l'horror puro.
MEMORABILE: L'inaspettata e gustosa sequenza fetish in L'uomo che dipinse la morte, Praticamente tutto Un gioco da bambini; La crudeltà del Videotestamento.

Ira72 28/02/22 12:05 - 1309 commenti

I gusti di Ira72

I nostalgici non potranno non apprezzare questi racconti in pillole Hammer che virano dal giallo all'horror, dalle trame più o meno riuscite, comunque potabili. Certo, non si brilla per originalità né si eccelle per particolari talenti interpretativi (alcuni attori, anzi, sembrano quasi svogliati), però nell'insieme è un discreto lavoro (in considerazione che è pur sempre un prodotto televisivo). Diverte e incuriosisce che ogni racconto sia a sé stante; diverte meno la durata (francamente quarantacinque minuti ad episodio sarebbero bastati). Per serate disimpegnate.

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  • Discussione Buiomega71 • 2/01/21 00:59
    Consigliere - 25934 interventi
    11.LA PARETE MALEDETTA (And the wall came tumbling down)
    *! A parte i flashback nel 1600 con stregoni, sette sataniche , preti inquisitori, maledizioni e roghi, questo sciapo episodio sfrutta un'idea non malvagia (in anticipo sulla "Chiesa" di Soavi e sul "Signore del male") ma dalla fiacca realizzazione. Penalizza il tutto la noiosa parte investigativa di una improbabile acchiappafantasmi (bellissima, forse troppo, Barbi Benton, in un ruolo che non le si addice) e del capocantiere, con aggiunta di personaggi inutili (la nonna di Alan) e macchiette che sfiorano il ridicolo (lo stregone reincarnato nel generale baffuto). Non male il sacrificio di Chaterine (dove si ritorna nel medioevo), ma il tutto è condotto con svogliatezza e superficialità dalla regia anonima di Paul Annett. (Buiomega 71)
  • Discussione Zender • 2/01/21 07:33
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Grazie Buio, aggiunto.
  • Discussione Buiomega71 • 3/01/21 01:09
    Consigliere - 25934 interventi
    12.UN GIOCO DA BAMBINI (Child's play)
    ***! Geniale e claustrofobico episodio zeppo di angoscia e oppressione, che non sfigurerebbe in un SF americano degli anni 50 (viene in mente Jack Arnold e il "Blob" nella sostanza vischiosa verdastra e maleodorante che scende dal caminetto per poi spandersi sul pavimento-incredibile, poi, la vera scoperta di cosa effettivamente è nel bizzarro finale fantascientifico-). Vero che prende di peso un episodio di "Ai confini della realtà", ma altrettanto vero che "The cube" viene un pò anche da quà. Guest si ridimostra maestro del fantastico, in una storia intrisa di ansia, mistero e follia che pare uscita dalle pagine di Ray Bradbury. Un attacco atomico? Un'invasione aliena? Una trappola diabolicamente costruita? Uno strano simbolo che appare in ogni dove, una bambina tanto indisponente quanto inquetantemente perfida, che legge, continuamente, solo il primo capitolo di "Alice nel paese delle meraviglie", eppoi quel finale beffardo e surreale che arriva direttamente dal futuro. Il picco massimo della serie. (Buiomega71)
    Ultima modifica: 3/01/21 01:13 da Buiomega71
  • Discussione Zender • 3/01/21 08:21
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Grazie Buio, aggiunto.
  • Curiosità Buiomega71 • 3/01/21 18:39
    Consigliere - 25934 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni dell'episodio Il dolce profumo della morte, per la serie L'ora del mistero (domenica 17 agosto 1986). Si noti che il flanetto in realtà ritrae, nella foto, Michelle Phillips e David Robb nell'episodio L'uomo che dipinse la morte:

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images55/oradelmi.jpg[/img]
  • Discussione Buiomega71 • 4/01/21 00:21
    Consigliere - 25934 interventi
    13.IL CAMPO DA TENNIS (Tennis court)
    *! E la serie chiude in bruttezza. L'idea di fondo non era nemmeno malaccio (un campo da tennis al chiuso parecchio maledetto), i flashback della guerra (che assomigliano di più ad una telenovela tra lei, lui e l'altro) distoglievano dalle solite pacchianate fantasmatiche e qualche trovata (la ragazzina fulciana cattivissima, che tira "sanguinose" e potenti racchettate e che assomiglia a Silvia Collatina) anche piuttosto riuscita. Ma poi il tutto naufraga tra risibili acchiappafantasmi alla "Poltergeist" (di assoluta comicità involontaria la morte del ghostbuster), le solite baracconate esorcistiche da quattro soldi e un sinistro dannato dalla faccia ridotta ad un hamburger e dal make up pagliaccesco. Invece di puntare sui dei possibili poteri telecinetici della giovane Innes, si è preferito buttarla in caciara con le classiche cialtronate degli spiriti irrequieti (anche se in vita). Unico episodio della serie dove si vede una coppia amoreggiare a letto (seppur castamente), ma non è un vanto. Sonnachiosa pure la regia di Frankel. (Buiomega 71)

    Ultima modifica: 4/01/21 00:24 da Buiomega71
  • Discussione Zender • 4/01/21 08:20
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Grazie Buio, chiusa la pratica :)
  • Discussione Buiomega71 • 4/01/21 11:38
    Consigliere - 25934 interventi
    Ultimo tocco definitivo per questa serie tv targata Hammer che, alla fine, ho trovato comunque piacevole e dilettevole, nonostante accusi i segni del tempo (non è invecchiata benissimo) e curioso come prenda a modello (in gran parte) l'alta società inglese, tra ville di campagna, Rolls Royce e interni simil lussureggianti (con l'immancabile caminetto).

    Buono il comparto attoriale, un pò meno alcune statiche regie e nel complesso suggestive alcune location.

    Penalizza un pò il tutto l'eccessiva durata da lungometraggio (si viaggia sempre sui 70 minuti a episodio), soprattutto in alcuni episodi. E si bazzica più il thriller che nemmeno l'horror puro (eccettuato rari casi).

    IL MARCHIO DEL DIAVOLO di Val Guest. Nemmeno malaccio, con qualche buona trovata (lo sberla di A-TEAM che cerca di cancellare il tatuaggio maledetto che ha sul petto con il ferro da stiro), ma scade nella pagliacciata quando si (ri)presenta il fantasma del cinese che mena pure. Sui tatuaggi maledetti farà di meglio William Friedkin con "Segno di morte" episodio di Tales From The Crypt.

    IL VIDEOTESTAMENTO di Peter Sasdy. Tra le perle della serie, con un incipit e un finale sadico e cinico (ballando sulla tomba), sistemi di videoripresa e trucchetti diabolici che sembrano anticipare quelli di Jingsaw. Piacevolmente e irresistibilmente crudele.

    ACCADE A PRAGA di John Hough. Non tragga in inganno il lato da spy story, una tenebrosa e poco ospitale Praga dà vita ad un gioco oscuro kafkiano che sfocia nel beffardo e polanskiano finale. Bellissima (e bravissima) Susan George.

    UN GRIDO LONTANO di John Hough. A parte la suggestiva isola dov'è girato, uno dei nadir della serie, con David Carradine truccato risibilmente da vecchio e un finalino giustizialista di cui non se ne sentiva il bisogno. Bruttarello, mal gestito e piattamente messo in scena da un John Hough poco ispirato.

    LA DEFUNTA NANCY IRVING di Peter Sasdy. Interessante variazione sul tema del vampirismo e sulle cliniche oscure alla Horror Hospital. Tocchi crudeli (gli scorpioni nella teca che si divorano tra loro) e la morsa dell'angoscia che si stringe attorno all'ex scream queen di Sentinel.

    SALTO NEL TEMPO di Val Guest. Angoscioso e opprimente come un incubo, gli spazi temporali vengono ben giostrati dall'abilità di Val Guest, e non mancano picchi di crudeltà (la moglie affogata nella vasca da bagno, i canarini uccisi) con la losca figura di mister Prentice che mette davvero soggezione. Notevole il raggelante (e ingannevole) twist finale.

    CHE FINE HANNO FATTO I FAVOLOSI VERNE BROTHERS? di John Hough. Forse l'episodio più bizzarro e surreale, citazionistico fino all'eccesso (2000 maniacs, The Rocky Horror Picture Show, Il fantasma del palcoscenico, Compleanno di sangue, Duel, Oscar insanguinato, Le notti di Salem, il terzo segmento del Club dei mostri) ma con picchi macabri notevoli (il finale necrofilo a ritmo di rock n'roll) e le piacevoli canzoni dei fratelli rockettari maledetti.

    IL DOLCE PROFUMO DELLA MORTE di Peter Sasdy. Classica intelaiatura aldrichiana delle cospirazioni , ma ben condotto da Sasdy (i piani sequenza iniziali all'interno della tetra magione) che si ammanta di riverberi stalkerizzanti da home invasion. Nella media ma con stile.

    L'UOMO CHE DIPINSE LA MORTE di Alan Cooke. Inquietanti dipinti funesti, un bel finale teso sulla scogliera e un'inaspettata quanto gustosa sequenza fetish elevano l'episodio dalla mediocrità. Michelle Phillips, poi, merita la piacevole visione.

    L'EREDITà CORVINI di Gabrielle Beaumont. Tra i picchi migliori della serie, in un concentrato di ossessioni, solitudini, gelosie, persecuzioni, fobie, sulla perdita della ragione (e del contatto con la realtà) e su ciò che l'occhio "non vede". Sembra quasi La conversazione in versione horror. Twist finale davvero agghiacciante che difficilmente si scorda.

    LA PARETE MALEDETTA di Paul Annett. Tra i più brutti in assoluto. Non male l'idea che anticipa La chiesa e Il signore del male e timidamente interessanti i flashback stregoneschi del 1600. Poi la si butta in caciara tra risibili reincarnazioni e generali baffutti che paventano il disastro atomico. Barbie Benton bellissima, ma totalmente fuori luogo.

    UN GIOCO DA BAMBINI di Val Guest. Il genio di Guest porta a casa l'episodio migliore della serie. Un tuffo nel fantastico assoluto, che non molla mai la presa per tutta la sua durata. Si và dalla SF degli anni 50 cara a Jack Arnold alle pagine di Ray Bradbury. Pescando da AI CONFINI DELLA REALTà si arriva a realizzare un segmento delizioso, con tocchi stupefacenti (il blob verdastro maleodorante, la bambina indisponente, Alice nel paese delle meraviglie, le vie di fuga precluse, l'inquietante simbolo che appare ovunque, l'orologio fermo alle 4 e 10). Un attacco nucleare? Un'invasione aliena? Una diabolica trappola ben congeniata? Tutto si risolverà nell'imprevedibile, surreale e beffardo finale.

    IL CAMPO DA TENNIS di Cyril Frankel. Chiusa in bruttezza per la serie, Un coacervo di baracconate esorcistiche del solito spirito (vivo!) irrequieto e vendicativo. Qualcosa sembrava funzionare (come la "diabolica" ragazzina fulciana assomigliante a Silvia Collatina che tira racchettate potentissime e "sanguinanti") ma poi si svacca nelle solite e pacchiane cialtronate poltergesteiane (di incredibile comicità involontaria la morte del ridicolo acchiappafantasmi e l'esorcismo fai da te di Hannah Gordon). Non si poteva concludere in modo peggiore. Unico episodio, poi, dove si vede amoreggiare (castamente) una coppia a letto, ma non credo sia un vanto.
    Ultima modifica: 3/10/21 23:01 da Buiomega71
  • Discussione Caesars • 5/07/21 10:32
    Scrivano - 16800 interventi
    1. IL MARCHIO DEL DIAVOLO 
    L'idea di partenza, il tatuaggio che si espande inesorabilmente, non sarebbe neanche malaccio, ma la realizzazione non può lasciare soddisfatti. La sceneggiatura si perde infatti in reiterazioni di accadimenti che servono solo per aumentare il minutaggio ma non certo l'attenzione dello spettatore. Inoltre alcune fasi (il rito voodo iniziale ad esempio) sono tediose, ed il finale risulta tutto meno che inaspettato. Da un Val Guest, e dalla penna di Brian Clemens, ci si aspetterebbe di più. **
  • Discussione Zender • 5/07/21 14:00
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Grazie Caesars, aggiunta.
    Ultima modifica: 5/07/21 14:00 da Zender