A night in nude - Film (1993)

Tetsuro Muraki è l’apoteosi del private eye sfigato, punchball umano disilluso ma dall’animo gentile e con la vocazione ad aiutare belle donne in difficoltà. Nami (nome ricorrente dell’universo Ishiiano) una dark-lady come non mai inafferrabile, vittima sacrificale costretta nel gorgo dell’abuso e della schiavitù, ma anche spietata calcolatrice, all’occorrenza. Gioiello noir dell’Ishii primissima maniera, notturno, torbido, solcato da inquietudini surrealiste (la valigia “fumante”, il sogno, il finale) e pregno di un romanticismo disperato.

Ishi prende la crapa di Chandler e quella di Kar Wai e le fa cozzare di brutto: sesso al neon, un'indagine su una proiezione mentale al di sopra di ogni sospetto, sindrome di Des Esseintes formulata a ogni metro di pellicola, la mistica e la sensualità alpha e omega di una detection, la scansione di acquazzoni non si sa quanto purificatori e quanto ricadute radioattive. Spogliati sono thriller e noir comunemente intesi, spogliato è il cinema tutto da un Ishi che ci soffoca sotto una densa coltre di colto estetismo, in un newtoniano pendolo che fa scontrare le sfere del Bello e dell'Uggia.

Il film è come spezzato in due parti: nella prima il nostro detective privato viene irretito da una bella, nella seconda per salvarla subisce una serie di angherie e umiliazioni. Il film è in realtà dolente ritratto della solitudine di un uomo, da cui alla fine non c'è scampo e il tutto ci viene servito con un'innegabile perizia tecnica e raffinatezza visiva. Certo bisogna sorbirsi le consuete pause e silenzi e salti logici tipici del cinema giapponese. Bene gli attori.