Trio - Film (1967)

Più che a un film siamo di fronte a un'essenza nuova, che ridimensiona la meraviglia dei tanto decantati anni 60. C'era chi tirava solo al successo commerciale fregandosene delle ideologie, chi si voleva affrancare dallo squallore a prescindere dal momento storico e perfino chi, in un'epoca in cui ogni idea era buona, non riusciva a esplicitarsi in niente, arrivando così all'ossessione e all'odio gratuito. Qui gli anni 60 hanno un mero ruolo accompagnatorio, ma danno spunti più palpabili e imprevedibili, rendendo il film interessante e anche piacevole.

In piena beatlemania, poco prima del decennio bomba, in cui tutto sarà rivoluzionato (i fans del quartetto londinese non dovrebbero perderselo), Mingozzi dice la sua con una pellicola impeccabile dal punto di vista dei chiaroscuri, delle interpretazioni (anche canore) e che sa offrire spunti significativi della vita di quel periodo, mettendo a confronto storie parallele in ambienti diversificati. Le sfaccettature relazionali portano a un unico denominatore, mentre un omaggio non troppo velato a La finestra sul cortile si fa strada.