Assassinio di sangue - Film (2010)

Chellini mette al servizio del suo film una passione sviscerata per il giallo-thriller di casa nostra pur non essendo supportato da budget adeguato. Va detto che la fotografia è un gran bel vedere, a discapito di una recitazione volenterosa ma insufficiente, eccezion fatta per Carlo Monni. C'è sangue, c'è un killer dall'identità sconosciuta e ci sono i traumi infantili. Se questi indizi vi ricordano qualcosa e amate il genere un'occhiata è il caso di buttarla, senza preconcetti di sorta.

Va detto che l'intenzione era più che buona e si vede che nel prodotto è stato messo un buon quantitativo di impegno; tuttavia questo non basta a farne un buon prodotto in quanto le incongruenze esagerate, le assurdità, la sceneggiatura penosa nonché (e soprattutto) l'infima recitazione rendono il tutto decisamente di livello fin troppo basso. Va bene il budget di sicuro non elevato e i mezzi, ma almeno una storia che reggesse avrebbe aiutato non poco.

La sigla iniziale, con chiari richiami allo stile argentiano, mi aveva entusiasmato. Non ho disdegnato neanche la pellicola (decisamente amatoriale e al risparmio) perché mi sembra che i moderni, opulenti horror abbiano perso attrattiva e credibilità. Però. Il cast è imbarazzante. Il livello recitativo è da fiction ai minimi termini. Dialoghi fantomatici, particolari investigativi toppati, espressioni facciali esasperate, indagini e omicidi quasi comici. Tensione zero. Talmente brutto e grottesco che qualcosa salvo!

Realizzare un lungometraggio indipendente richiede di certo sforzi non indifferenti, specialmente quando il budget è prossimo allo zero. Proprio per questo motivo si possono perdonare gli attori pessimi (ma le risate non si risparmiano), i set poveri, gli effetti speciali amatoriali, l'audio penoso. Una sceneggiatura valida, però, costa solo il prezzo della carta su cui sarà scritta: lo script è zeppo di scene inutili e dialoghi orribili, svolte di plot sbagliate e colpi di scena non convincenti. Per lo meno ha l'alibi del "so bad it's good".

Firenze. Un efferato delitto dà inizio a indagini poliziesche piene di insidie. Omaggio dichiarato al cinema cosiddetto "argentiano". Si percepisce il desiderio di captatio benevolentiae di Gionata Chellini nei confronti dei fan del regista romano del terrore, ma ahimè lo spettatore anche più volenteroso si scontrerà con un prodotto finito assai scarso e reso involontariamente ridanciano dalla scarsa professionalità degli attori. Tanto valeva realizzare un cortometraggio evocativo del genere senza attori parlanti.