Hyena - Film (2014)

Era inevitabile che anche Refn facesse scuola. Per rinvigorire il mito del corrotto badass liutenant bipartisan costretto a calpestare la legge per farla rispettare, Johnson passa Vic Mackey al setaccio di Pusher: fotografia ipersatura, score ampolloso, camera a spalla aerea, pestaggi rarefatti, repentine escursioni in efferatezze da intimorire Kitano, un continuo braccio di ferro tra forma e sostanza. Pur riuscendo a tenere egregiamente sia film che suoi destinatari sulle punte, Johnson non sfugge al destino degli emuli che nel tendere al nuovo conio non ce la possono fare.

Al pari dei colleghi della sua squadra, Michael è uno poliziotto cocainomane, corrotto, violento. Costretto a venire a patti con una nuova banda criminale che ha messo le mani su una grossa partita di droga, deve anche guardarsi da un ispettore degli affari interni, nemico personale. Poliziesco cupissimo che ci costringe ad empatizzare con un protagonista bastardo ma non peggiore del contesto in cui opera. Cast di facce giuste, tensione costante, un finale che, lasciando i conti in sospeso, non consente alcuna catarsi: il risultato è un film fra i più pessimisti del genere visti recentemente.

Michael, detective della polizia londinese e in affari col narcotraffico, deve tenere le fila di tre realtà "concentriche": la malavita organizzata, la malavita dei suoi colleghi che dovrebbero combatterla e l'apparato disciplinare che vorrebbe vederci chiaro. Tanta carne al fuoco per poter essere trattata sempre col giusto piglio e se le parti più dinamiche funzionano bene nella loro crudezza e "sporcizia", altre soffrono di sconfinamenti nel descrittivo e di meccanicità nei ruoli e nei personaggi, senza la possibilità di un finale congruo.