Le ombre degli avi dimenticati - Film (1965)

Nel romanzo della vita del protagonista vengono esposte le dinamiche arcaiche di un mondo popolare che fu. Ruoli familiari e sociali sotto la cappa di una religiosità che sfocia nel magico e nella superstizione. Regia sublime per giochi di inquadrature e perfetti dinamismi, anche a livello cromatico. La suddivisione in capitoli agevola i cambi temporali, anche se palesa dei momenti di pausa.

Splendido poema lirico, costruito per brevi segmenti narrativi, che dispensa magnifiche immagini di grande impatto visivo e bellezza ed inquadrature mai casuali e spesso molto originali. La storia è quella di un amore travagliato che ad un certo punto si fa impossibile: le emozioni non mancano e sono profonde e genuine. Ma c'è anche di più: una grande attenzione per l'elemento sacro e religioso che resta sospeso tra mistico e magia. Vengono anche ricostruite con correttezza filologica le tradizioni di un popolo. Bellissimo e per il sottoscritto assolutamente imperdibile.

Viaggio incantato nei paesaggi geografici, antropologici e interiori della Carpazia orientale, sulla scorta di una storia d’amore sfortunata, tra evocazioni fiabesche e magiche del popolo Hutsuli. Non un semplice racconto o un’evocazione, ma una straordinaria trasfigurazione visiva e sonora, che offre non tanto una narrazione, ancorché poetica, ma un’esperienza emozionale unica. La costruzione delle immagini, la sintassi filmica e musicale, l’intenso cromatismo rappresentano l’invito a lasciarsi andare in un altrove fascinoso e ipnotico.