Il morbidone - Film (1965)

Un ricco e viziato playboy nullafacente (il sempre bravo Ferrari) alle prese con una donna (Aimée) che vuole cambiarlo sul serio. Una commedia di un certo garbo che gioca tutto sulla frivolezza del protagonista: bene la sua interazione con le donne mentre manca un po' quella maschile (peccato per esempio per Ferruccio De Ceresa, usato pochissimo).

Il concetto che domina per buona parte del film dice che il segreto di molte persone affascinanti è l'essere viziate, mentre verso la fine interviene la mia idola Margaret Lee a rincarare aggiungendo che non sempre i magnati riescono a sopperire con la grana alla perdita di tutte le loro doti. Quindi non sarebbe da buttar via, ma è una commediola a trama molto scarna e si gioca in tono così scherzoso-burlesco che arrivare al giudizio di banale è un attimo, nonostante la bravura della Koscina. Come studiare "I promessi sposi" sul Bignami: diventa un romanzetto cretino...

Diretto con garbo e fotografato con eleganza - risaltano plasticamente i visi e i corpi della Koscina, della Nusciak e della Loncar -, ha poco da offrire sul piano narrativo, se non il rigirarsi sull'indolenza del mantenuto "morbidone" Paolo Ferrari; aspetto che, se all'inizio costituisce input stimolante, tosto porta alla monotonia e all'inconcludenza, facendosi bambinesco e quasi patetico nel rapporto con la vecchia cameriera. Ottime comunque le brillanti prove del protagonista, dello zio viveur Guido Alberti e delle attrici nelle loro diverse tipologie di femminilità.

Un inno alla pigrizia e al non lavoro, con il "morbidone" Paolo Ferrari nei panni di un ricco con la naturale indole del playboy senza molti sforzi. La pellicola gira intorno a lui, alle sue sfere affettive (quasi mai prese sul serio) e a un'aria da commedia rilassante in cui certamente risulta facile identificarsi per staccare un po' la spina. Uno dei pochi film da protagonista di Ferrari, attore molto dotato che ha saputo però forse dare il meglio sulle polverosi assi del teatro che tra un ciak romano e l'altro. Stuolo di belle donne.

Un uomo ozioso e vizioso è totalmente insofferente al lavoro e agli impegni a lungo termine. Cosa potrebbe smuoverlo? Una donna completamente diversa da lui. L’eterno equivoco degli opposti che si attraggono, con una lei che vorrebbe redimere l’uomo sbagliato e un lui che tenta di snaturarsi solo per compiacerla. Ma alla fine ognuno deve assecondare la propria indole continuando a frequentare i propri simili. Film pigro che è lo specchio esatto del suo protagonista. Come lui è apparentemente raffinato e colto, ma in realtà è un rammollito privo di qualsiasi forma di fascino.