Ritual - Una storia psicomagica - Film (2013)

Una giovane donna è fatalmente attratta da un uomo violento e sadico, ma una sua zia proverà a sciogliere il sortilegio con pratiche "sciamane". Ispirato alla psicomagia di Alejandro Jodorowsky (che appare in una fugace scena), il film è incentrato sugli effetti sorprendenti del potere suggestivo. Peccato per i tempi piuttosto lenti, pur se controbilanciati da una nitida, brillante fotografia. Opera comunque interessante.

Prodotto anomalo e anticonvenzionale del più recente underground italiano, a fronte di qualche balbettio narrativo e di una regia non sempre solida ha il grande pregio di svelare l'altro quotidiano, magico, di una terra (il Veneto) raramente indagata nella nostra cinematografia, menchemeno in questi termini. Volto e corpo della tormentata Lia sono di Désirée Giorgetti, nome giovane ma già centrale in molte produzioni di genere. Il profilo severo di Ivan Franek, invece, funziona solo a tratti. Cameo jodorowskiano a conti fatti superfluo.

La prima mezz'ora non sembra troppo interessante: una passionale e burrascosa relazione, con lui cinico e lei esaurita che tenta il suicidio; ma quando lei va dalla zia nelle campagne venete, ci si immerge in un mondo di antiche tradizioni e superstizioni popolari tra suggestioni, visioni, sogni, il dialetto del luogo e rituali dalla valenza psicologica che la zia svolge per i popolani e per liberare la ragazza dalle sue angosce. Ottima ed elegante la fotografia in cui predominano i toni più freddi, stupenda ambientazione, tempi cadenzati, ma la sceneggiatura non convince appieno.

Dopo l'ennesimo sopruso da parte del possessivo amante, la fragile Lia si rifugia in campagna dalla zia vedova che prova a liberare la ragazza dalla sua ossessione amorosa... Strano film con un nume tutelare illustre come Jodorowsky, presente anche in un cameo, a cui va riconosciuto il merito di percorrere strade poco battute, proponendo un bizzarro parallelo cileno-veneto legato a riti ancestrali. Peccato che tutto si esaurisca in qualche suggestione visiva, considerato il ritmo lasco e la prova poco convincente del cast e in particolare di Franek, più grottesco che inquietante.