Olive Kitteridge - Miniserie TV (2014)

Professoressa di matematica in pensione, Olive è la protagonista di una miniserie ambientata sulla costa del Maine. Le storie sono quelle di ordinaria quotidianità proposte attraverso un mirabile lavoro di scrittura che tratteggia le personalità e le loro relazioni reciproche nel microcosmo di una piccola cittadina. Eccellente la composizione del cast che vede grandi attori come Bill Murray e Peter Mullan impegnati anche in piccoli ruoli. Su tutti la grande interpretazione di Frances McDormand e Richard Jenkins. Da non perdere.

Nell'arco di venticinque anni, il ritratto di una insegnante dal carattere spigoloso, del marito farmacista, di buon cuore ma incostante, del figlio della coppia, dei loro conoscenti e colleghi. Non si può parlare di una vera e propria trama per questa miniserie dove,come accade nella vita, gli eventi fluiscono senza che una logica narrativa, in un senso o nell'altro, finisca per gratificare le nostre aspettative. Eppure riesce come poche altre a coinvolgere, irritare e commuovere, facendoci "sentire" i personaggi come persone reali. Superlativi McDormand e Jenkins, resto del cast all'altezza.

Il romanzo è della Strout, ma per i suoi personaggi e per l'eccellenza nel narrare la vita della gente comune nel Maine, potrebbe tranquillamente essere un parto kinghiano. Olive Kitteridge è una donna dura, difficile, che attraversa la sua vita in modo burbero e scostante ma non per questo meno intenso. Intorno a lei gravità un'umanità fragile, caduca e propensa a errori e conseguenti rimorsi. Il rapporto di Olive con il marito fa da fulcro e perno a una vicenda ora lieve, ora drammatica come l'esistenza stessa. Eccezionale la coppia McDormand/Jenkins.

Vicende familiari di vario spessore drammatico, incentrate sul carattere "impossibile" e sulla puntuta personalità di Olive, ostile e al tempo stesso bisognosa di accettazione. Fanno da contraltare il marito sin troppo comprensivo e benevolo ma egocentrico a sua volta e il figlio succube e affettivamente perplesso. Una attenta e misurata sceneggiatura per un'interpretazione che va ben oltre il mestiere da parte di McDormand e Jenkins, senza nulla togliere al resto del cast. Lodevole il ritmo narrativo senza strappi e inutili divagazioni. Forte.

Dal grande romanzo della Strout una mini-serie davvero ben fatta che riesce a tradurre degnamente il realismo delle ambientazioni e dei malesseri dei personaggi del libro, grazie anche a un cast scelto con cura. La McDormand, pur bravissima, appare forse ancor più burbera e ruvida rispetto al personaggio letterario, mentre i maschi (Jenkins, Murray, Mullan) sono azzeccatissimi. La quarta puntata (“Security”) è semplicemente perfetta.

La vita così com'è attraverso gli occhi di una scorbutica insegnante di matematica nella provincia americana della seconda metà del XX secolo. L'ispirazione letteraria favorisce senza dubbio un certo livello di introspezione, il che non guasta mai in un'era in cui molto deve essere consumato in velocità: si approfondiscono così, anche non banalmente, le dinamiche di coppia, quelle genitoriali, quelle relative alla perdita e al lutto. McDormand e Jenkins svettano quasi naturalmente sul resto della compagnia, che comunque non sfigura. Coinvolgente, senza filtri, commovente: ottimo.