Cam closer - Corto (2013)

Sandberg si conferma ottimo regista di corti di paura con questo prodotto di nemmeno tre minuti che tuttavia riesce a trasmettere inquietudine e tensione fino alla fine. Anche qui come in Lights out la protagonista è una donna senza nome che finisce per imbattersi in un fenomeno paranormale decisamente più inquietante di quelli visti in lungometraggi simili molto più noti. Un gioiellino per gli amanti del cinema di paura.

L’appartamento rivela misteriose assenze e presenze se visto attraverso l’obiettivo della telecamera di uno smartphone. Il regista punta tutto sulla paura, senza finezze (neanche fotografiche), nonostante l’idea della realtà altra attraverso l’occhio tecnologico (peraltro non originale) potesse consentire maggiori sfumature. Il colpo finale, poi, è totalmente arbitrario: è un po’ come uno che fa “bù!” nel buio, cioè ti spaventi lì per lì, e poi mandi a quel paese chi ti ha fatto lo scherzo. Ecco, appunto, la reazione è la stessa.

In una casina Ikea, una ragazza sola, inspiegabilmente, si cimenta con scadenti ingredienti nel food porn. Per fortuna a sollevare le sorti dell'altrimenti triste shooting arriva il soprannaturale. Sandberg, alternando l'occhio umano a quello tecnologico non punta sull'estetica in alcun modo, ma specie con il telefonato colpo di scena finale (mi si passi il quasi involontario gioco di parole) preme forte sull'effetto sorpresa/paura. Si sobbalza, si sospira, ma non sembra proprio di esser di fronte a un genio della mdp!