Due giorni, una notte - Film (2014)

Due giorni, una notte
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Titolo originale: Deux jours, une nuit
Anno: 2014
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "2 giorni, una notte".
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/11/14 DAL BENEMERITO MYVINCENT
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Myvincent 17/11/14 07:18 - 3742 commenti

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Bell'esempio di istant-movie, descrive la realtà lavorativa ai giorni nostri, con le sue ambiguità legislative e la necessità di adeguarsi ai tempi attuali. Una donna rischia di perdere il suo posto per riduzione del personale e si batte come può per riaverlo, constatando le altrettante difficoltà dei colleghi. Un universo di diverse personalità umane aggiunge valore ulteriore a un film più che istruttivo. Obiettivo centrato pienamente.

Erreesse 4/12/14 12:51 - 63 commenti

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Ottima opera dove l'impegno civile si unisce alla poesia, la grande storia alla quotidianità. Grande prova di tutti gli interpreti, fra cui spicca la protagonista, di commovente intensità, indagata con attenzione e pudore dalla macchina da presa. Sceneggiatura senza sbavature, asciutta. Un film forte, coraggioso, necessario, che lascia giustamente indignati, senza consolazione, ma con la speranza.
MEMORABILE: "Mi sento sola"; Il finale.

Cotola 7/12/14 02:32 - 9044 commenti

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I fratelli Dardenne continuano ad indagare la realtà con uno sguardo di rara sobrietà e purezza che è arduo trovare nel cinema contemporaneo. Stavolta tornano a parlare di lavoro e lo fanno a modo loro: con serietà, umanità e senza concedere nulla allo spettacolo ma riuscendo sempre a centrare il cuore del problema e ad esporlo in maniera "impersonale" senza dare facili giudizi o esporsi a manicheismi di sorta. Ne è venuto fuori un film duro, ma assolutamente necessario e non privo di speranza. Cinema difficile (non per tutti i gusti) ma tonificante: che pone domande e semina dubbi. Grazie!

Paulaster 26/01/15 09:34 - 4421 commenti

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Dentro o fuori. Non c’è alternativa nella lotta per la sopravvivenza e senza scelta si agisce in base all’istinto animale. Regia, come ben ci hanno abituati i due fratelli, che insegue senza essere morbosa, che narra senza alcun fronzolo. Forse qualche reazione appare al limite e ci si chiede se la protagonista sia guarita del tutto (la fase all’ospedale è meno incisiva). Il finale è ben congegnato, a parte una frase epica che non mi ha convinto. Cotillard brava e spogliata di sensualità.

Kinodrop 2/02/15 17:39 - 2951 commenti

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Precarietà lavorativa e conseguenti ricatti fanno da sfondo alla vicenda di Sandra che, nel tentativo di salvare il proprio lavoro, scopre la guerra tra poveri ma anche, tra i colleghi, sprazzi di umanità e disinteresse. Non convince al 100% la sceneggiatura, spesso ripetitiva e a tratti un po' costruita, specie nel finale. La Cotillard, qui antidiva e al naturale, crea un bel personaggio credibile per la sua fragilità e per la coscienza della propria dignità. Film più "freddo" dei precedenti, induce più alla rassegnazione che alla rabbia.

Daniela 30/03/15 08:39 - 12662 commenti

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Una giovane donna, reduce da un periodo di depressione, rischia di perdere il posto perché quel Ponzio Pilato del datore di lavoro ha demandato agli operai la scelta fra rinunciare ad un bonus o farla licenziare... Altro che paradiso, la classe operaia ha smarrita la propria identità, di lotta nel mondo del precariato neppure a parlarne, restano i rapporti fra gli individui, in una guerra fra poveri di infinita tristezza ma con qualche sprazzo di luce. Rigoroso film/documento, appena compromesso da uno snodo poco convincente (il tentato suicidio), che conferma la validità dei due registi.

Galbo 5/05/15 07:52 - 12395 commenti

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Film attuale che dice molto sul degrado dello stato sociale e delle garanzie per i lavoratori che sono stati per anni una colonna delle nazioni democratiche. Soggetto ideale per i fratelli Dardenne, che ne ricavano una pellicola che evita per quanto è possibile le scene madri e i toni urlati e proprio per questo risulta credibile e realistica. Marion Cotillard, "scarnificando" al massimo il suo personaggio, è ottima interprete di un personaggio in difficoltà in una vicenda con un finale amaro solo in apparenza. Bello e istruttivo.

Lou 20/11/15 00:20 - 1121 commenti

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Il consueto crudo realismo dei Dardenne questa volta concede troppo alla cronaca e alla denuncia e troppo poco al cinema. Il porta a porta della Cotillard, per convincere i colleghi a rinunciare al bonus in modo da evitarle il licenziamento, risulta drammaticamente ripetitivo e alquanto pesante. Inoltre la scena del mancato suicidio è descritta in modo poco convincente. Resta comunque importante il messaggio di denuncia sociale contro la precarietà del lavoro nei nostri giorni, e il bel finale, non scontato, lascia spazio alla speranza.

Capannelle 5/12/15 23:54 - 4411 commenti

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La poetica dei Dardenne è particolare, si sa e non si discute la bravura della Cotillard né dei comprimari. Tuttavia la vicenda della visita a ognuno dei colleghi pesa abbastanza e, pur aprendo uno squarcio non banale sugli effetti della crisi economica, non sfocia in approdi ancora più interessanti. E come spesso accade ai fratelli, la musica è bandita dallo schermo.

Giùan 15/12/15 22:20 - 4559 commenti

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Dopo due prove interlocutorie (Il matrimonio di Lorna e Il ragazzo con la bicicletta), i Dardenne ritrovano il bandolo del loro cinema politico e civile. Col coraggio di chi sa andare consapevolmente controcorrente, senza farsi incantare dal cicaleccio globale, i fratelli belgi descrivono con esattezza sociologica e umanesimo emotivo, un mondo in cui non solo il Capitale e i salariati sono ostinatamente presenti, ma in cui il Padrone mette in atto sempre più sudici comportamenti per rompere i fragili equilibri (economici e psicologici) dei più deboli.
MEMORABILE: L'aggressione al padre (anche lui operaio della fabbrica) di uno dei compagni di lavoro di Sandra/Cotillard.

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Nando 3/05/16 08:38 - 3814 commenti

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Il rischio del licenziamento per una giovane donna caduta in una forte forma di depressione conduce a una narrazione veritiera e velata di una certa forma di pessimismo, salvo poi trovare un alone ottimista nel finale. La Cotillard mostra la sofferenza dell'umiliazione durate il suo lungo girovagare nel cercare consensi tra gli avidi e bisognosi colleghi. Valido.

Deepred89 25/05/16 14:39 - 3706 commenti

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Con un piglio stilisticamente essenziale ma visivamente non spiacevole, i Dardenne hanno la geniale intuizione di affrontare una possibilmente trita faccenda di licenziamento come fosse una battaglia dialettica stile La parola ai giurati, tenendo alla larga la staticità e la retorica, quest'ultima definitivamente affossata da un bel finale agguerrito e ottimista. Ottima prova della Cotillard, impagabile quando il suo volto deve esprimere l'ansia e l'imbarazzo di chi elemosina ciò che gli spetterebbe di diritto.

Saintgifts 11/12/16 13:19 - 4098 commenti

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Più che il comportamento del datore di lavoro e dei colleghi di Sandra, vittima sacrificale appena uscita da una depressione (problema sociale invalidante, ma sottostimato), ciò che più mi ha colpito è l'atteggiamento del marito della protagonista. Se per ogni collega si sono trovate motivazioni, tutte plausibili, alle loro decisioni, non mi sembra ci siano scusanti per il marito, che spinge con eccessiva insistenza (aspetto che forse i Dardenne volevano evidenziare) la propria moglie evidentemente debole a un compito durissimo. Visione faticosa.

Mickes2 25/04/20 16:54 - 1670 commenti

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Due giorni e una notte per battersi, per decidere una piccola importante fetta di futuro. Di rara sensibilità e di grande imparzialità, il cinema dei fratelli Dardenne torna a sondare tre le pieghe della società odierna dalla parte dei più deboli, sviscerandone con superbo afflato intimista tutto il ventaglio umano e di comportamenti dinanzi una situazione. Tra debolezze e forza d’animo, grazie a una credibilità sensazionale, un altro film commovente senza compatire; asciutto e diretto come quando si hanno le idee chiare. Cotillard strepitosa.

Thedude94 19/05/22 23:34 - 1097 commenti

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Dramma proletario in pieno stile Dardenne, perfettamente legato alla contemporaneità e con una protagonista interpretata dalla bravissima Cotillard, che si spoglia dei panni di bellezza perfetta per indossare quelli di donna fragile, distrutta dalla depressione e dalla perdita del lavoro. La sceneggiatura non fa una piega, scorre velocemente rappresentando come da titolo un lungo weekend fatto di ricerca di voti necessari per la sopravvivenza lavorativa. I registi centrano perfettamente lo spirito del tempo della generazione che vive nel precariato e nell'incertezza del futuro.
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  • Musiche Samuel1979 • 10/05/17 08:15
    Addetto riparazione hardware - 4190 interventi
    Il brano ascoltato in macchina da Sandra (Cotillard), è "La nuit n'en finit plus" di Petula Clark