Valeria Bruni Tedeschi dirige un film dai forti connotati autobiografici in cui, senza un preciso filo conduttore, si intrecciano spezzoni dedicati alla vita di una famiglia alto borghese. Momenti fortemente drammatici (la malattia del fratello della protagonista) si alternano ad altri brillanti e malinconici che la regista "governa" con bravura, senza che si avverta alcuna "crepa narrativa" grazie ad una mano felice nella scelta del cast (ottimo Filippo Timi) e ad una pregevole ambientazione.
Una vicenda fortemente autobiografica per la Bruni Tedeschi, che analizza con stile e tatto frammenti della sua vita ambientati tra Parigi e il Piemonte. L'utilizzo della doppia lingua non disturba, anzi rende il prodotto più cosmopolita e veritiero. Sorprendente la Borini, vera mamma della regista, sempre bravo Timi ed elegante come sempre la protagonista, che si dimostra una vera signora indipendente del cinema italo francese.
Valeria Bruni Tedeschi mette in mostra con coraggio le proprie più intime tensioni in un film che chiaramente ripercorre il passato della sua famiglia divisa tra Italia e Francia. Ne esce un quadro denso di situazioni di disagio, di dolore, di incomprensioni, di nevrosi, di stranezze al limite della paranoia, ma girato col cuore in modo personale e credibile grazie alla recitazione spontanea (in italiano e francese) degli attori, tra cui la vera madre di Valeria e un ottimo Filippo Timi.
La borghesia annoiata sale al timone della regia e racconta se stessa, annoiando. Apprezzabile il tono leggero ma non c'è trama, solo spunti e per giunta poco interessanti (si salva la linea narrativa più lacrimosa grazie a un Timi eccellente, trascurabile invece la love-story alla Cardiofitness), come se l'ispirazione alla vita reale dovesse rappresentare un motivo di interesse. Fotografia scialba e regia così così. Segnaliamo ciò che resta a fine visione: Timi, il topless della protagonista e la sua visita ginecologica controfigurata.
La chiave narrativa di questo film è talmente semplice e realistica che sembra quasi un documentario. Probabilmente buona parte del merito, oltre che della Tedeschi (qui anche nel ruolo di regista), è anche degli altri attori, tra cui spicca uno strepitoso Timi nei panni di Ludovic (o, nemmeno troppo velatamente, dello scomparso Virginio). Purtroppo, però, c'è troppo accanimento, a tratti grottesco, nella caparbietà di Louise nel diventare madre a ogni costo e una sdrammatizzazione degli eventi, tutta francese, che talvolta stride. Apprezzabile, nel complesso.
Tra dramma e commedia un film autobiografico diretto con garbo e sobrietà dalla Bruni Tedeschi. Se si cerca originalità , si casca male, ma il film, pur senza una vera storia da raccontare (ma è così importante?) è piacevole e sa affrontare con
delicatezza e, a volte, con più di un sorriso sulle labbra (si veda tutto l'episodio della sedia per le partorienti: il più divertente del film), temi importanti come la malattia, il bisogno di maternità , il ruolo dell'attore-attrice ed i suoi crucci. Bella la sceneggiatura e ottimo tutto il cast, ben diretto dalla regista.
MEMORABILE: La Tedeschi che si asperge con l'acqua santa; La suora alla Tedeschi: "Credete a Gesu Cristo figlio di Dio?" e lei: "Sì insomma, dipende dai giorni".
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Il film contiene forti elementi autobiografici della regista:
La madre nel film (Marisa Borini) è la vera madre di Valeria Bruni Tedeschi.
Il castello, che nel film si trova dichiaratamente a Castagneto, è appartenuto fino a pochi anni fa alla famiglia Bruni Tedeschi. Al termine del film si scopre che i protagonisti hanno venduto il castello, cosa che è effettivamente avvenuta nel 2009.
Il fratello di Valeria Bruni Tedeschi, di nome Virginio, morì di aids nel 2006, come pure il suo personaggio nel film.
DiscussioneNeapolis • 15/09/16 16:58 Call center Davinotti - 3080 interventi
Zender ebbe a dire: Ops, davo per scontato che fosse tuo quel post, non avevo visto che era di Roger :) Aggiunto, scusa.
PS: come fai ad esser certo che non sia l'originale?
Semplice: come segno più evidente l'originale lateralmente ha una sola asta rispetto alle due del film e poi ho approfondito proprio perchè non avrebbero mai consentito a questo tipo di profanazione di far sedere una donna non sposata con fecondazione in vitro come d'altronde avviene nel film.
DiscussioneZender • 15/09/16 17:01 Capo scrivano - 47782 interventi
Aaah e io che m'immaginavo chissà quale soffiate :)
DiscussioneNeapolis • 15/09/16 17:06 Call center Davinotti - 3080 interventi
Zender ma tu sai che adesso che la voce si è sparsa anche grazie al film vengono anche dall'estero a sedersi sulla sedia nella speranza di rimanere incinta? C'è una fila interminabile di donne nei giorni di apertura
DiscussioneZender • 15/09/16 17:50 Capo scrivano - 47782 interventi
Eh verrebbe da dire che ad essere sempre incinta è la madre dei cretini, in questo caso, ma sarebbe solo una battuta cattiva. Inutile fingere che la superstizione e certa creduloneria non facciano parte della cultura umana. Chissà , magari è vero :)