Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Cinque episodi (di una quindicina di minuti ciascuno) in cui per la prima (e finora unica) volta la forza dissacratoria, la grottesca mimica, il surrealismo fuori dagli schemi del teatrante Antonio Rezza si propongono sul grande schermo. Protagonista assoluto di ogni episodio, Rezza si affianca di volta in volta a un'attrice e dà vita a quadretti folli ambientati tra scenografie minimali e di un certo effetto. Nel primo è un enigmatico australiano che veglia il cadavere del fratello insieme alla moglie (Isabella Ferrari) di quest'ultimo. Solo dialoghi ermetici, volti lividi e l'inconfondibile tono di voce in semifalsetto di Rezza che delira. Il secondo episodio lo vede truccato...Leggi tutto da punk conoscere e sedurre la bella Valeria Golino prima di invecchiare precocemente. Nel terzo (forse il più curioso e divertente) impersona la direttrice di una clinica per apatici dove viene accompagnata Valentina Cervi, curata con metodi a dir poco insoliti fino all’agghiacciante conclusione. Nel quarto schiaccia involontariamente il piede a un ciccione sull'autobus gremito e non si dà pace cercando insieme alla partner fotografa (Claudia Gerini) di farsi perdonare. Nell'ultimo è un noto personaggio televisivo e perde il controllo dei propri piedi divenuti “anarchici”. Presi singolarmente (tranne forse i primi due, poco pregnanti) gli episodi dimostrano una forza innovativa e una vena poetica non comune, ma l'eccessivo sperimentalismo dell'operazione rende faticosa la visione nel suo complesso. Meno divertente di quanto si possa pensare, senza vere storie, ma straniante.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Pigro 25/07/08 09:19 - 9635 commenti

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Da un genio assoluto della comicità, nonché fulminante autore di cortometraggi, come Antonio Rezza ci si aspettava di più per la sua opera prima. In realtà Rezza regista e attore cuce insieme 5 episodi che mandano in brodo di giuggiole i fans ma che decisamente non sono all’altezza del suo teatro né dei suoi corti. Senza la scenografia spiazzante o l’inquadratura distorta, che avevano funzionato altrove, rimane solo un film strano e curioso, ma senza mordente. Peccato perché le storielle sarebbero belle e lui è bravo.

Fabbiu 12/12/12 02:51 - 2136 commenti

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Aggira le regole del cinema con una sperimentalità del tutto stralunata, dosando critica ironica ed estremizzazione nei caratteri. Rezza interpreta 5 personaggi protagonisti di 5 folli episodi grotteschi. La scelta delle inquadrature ha un forte impatto al punto da nascondere il basso budget. Imprevedibilità totale e scambi di battute surreali; a tratti potrebbe essere poco fluido per chi non conosce l'umorismo di Rezza, ma permette subito di rimanere stupiti e al tempo stesso un po' smarriti.

Homesick 5/11/15 17:16 - 5737 commenti

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Strambo, surreale, ipergrottesco e non privo di carica rivoluzionaria e ironicamente polemica, il cinema di Antonio Frezza si sintetizza nei primi due episodi; in quelli successivi la formula è ormai nota e viene ripetuta di continuo dalle smorfie, dai buffi travestimenti e dal folle linguaggio dell'attore-regista. Di rilievo il cast femminile: in testa Valeria Golino, Isabella Ferrari, Carla Cassola e una Valentina Cervi giovanissima ma già di eminente personalità.
MEMORABILE: La veglia funebre e le parole del morto; le cure della dottoressa; «Certo, certo, certo...»; «Diventiamo qualcosa...»; il piede anarchico.

Marcolino1 9/11/16 16:02 - 553 commenti

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Le caricature di Rezza esplodono nel film in miriadi di meteore tematiche. Troviamo l'auto-martirio su un principio di bon-ton opposto alla maleducazione quotidiana, l'ipocrisia del lutto, il rovesciamento sarcastico del menage marito-moglie-amante, la mente sequestrata dall'istituzione governativo-cattolico-psichiatrica-lobotomizzante, il contrasto tra impegno sociale e asocialità metaforizzato con le parti del corpo, la città come discarica e covo di affaristi. Il tutto con frasi ermetiche, una gestualità convulsa e situazioni estreme e surreali.
MEMORABILE: "Se la vita eterna è come questa vita, allora viva la morte"; I parenti depennati su un elenco scritto durante le condoglianze; La suora-psichiatra.

Ryo 14/07/17 23:41 - 2169 commenti

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Antonio Rezza in teatro è un genio a volte incompreso. Il suo stile o lo ami o lo odi. Se lo ami, questo film fa al caso tuo poiché ne ricalca in toto lo stile e i suoi particolari personaggi grotteschi e surreali dotati delle tipiche vocine. A differenziarlo dal prodotto teatrale non c'è solo la componente aggiuntiva di numerosi attori di contorno, ma anche un montaggio folle, inquadrature impossibili composte in maniera bizzarra, dalla logica frenetica e fuori dai canoni cinematografici. Visionario assoluto nei contenuti.
MEMORABILE: "Cortesia, cortesia, cortesia..."; Proveremo con la carta vetrata, alla ricerca della personalità sottocutanea.

Paulaster 21/06/18 12:19 - 4389 commenti

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Sequenza di episodi che mostra il talento teatrale di Rezza. Nello sguardo spiritato del protagonista si rappresenta un teatro dell’assurdo in situazioni differenti (la veglia, la guarigione di un’apatica, le scuse per un piede pestato). Più ficcante nelle scene singole, non sembra adatto per un lungometraggio (si veda ad esempio la parte con la Gerini). Ambienti surrealistici e inquadrature ravvicinate per dare forza ai dialoghi illogici. Buon cast femminile, ai tempi fresco di gioventù.
MEMORABILE: L’eccesso di cortesia al negozio di scarpe.

Reeves 24/12/23 10:19 - 2172 commenti

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Dopo tanti successi nel campo del cortometraggio e una carriera teatrale importante, Rezza e Mastrella esordiscono nel lungo cucendo insieme cinque episodi nei quali il loro talento esce prepotentemente, ma l'amalgama non sempre funziona. In effetti, la struttura è quella di cinque scene slegate tra loro e anche se sono divertenti (particolarmente quella sull'autobus) danno la sensazione di un'occasione non sfruttata appieno.

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