Bad words - Film (2013)

Gare nazionali di spelling per bambini: grazie a un cavillo del regolamento vi si introfula un quarantenne sboccato e impertinente e incombe la diretta televisiva. Buona la prima parte (dove la verve corrosiva di Bateman non risparmia nessuno), mentre alcuni passaggi con l'amichetta e i genitori dei bambini lasciano il segno. Successivamente si perde un po' della novità e l'introduzione di temi seri annacqua il discorso. Godibile e sotto i 90 minuti.

Per l'esordio alla regia, Baterman sceglie un soggetto sulla carta poco promettente, almeno per noi italiani che non possiamo certo appassionarci alle competizioni di spelling. Il risultato però è superiore alle attese per merito del protagonista, un quarantenne arrabbiato con il mondo e dalla lingua tagliante come un rasoio, e di alcuni passaggi simpaticamente political scorrect. Certo che nella seconda parte c'è il rischio della scivolata sentimentale, ma tutto sommato Baterman si mantiene sul filo e la commedia, poco pretenziosa, risulta di gradevole visione.

Va dato atto agli autori di questo film di avere concepito un lavoro originale e in grado di attirare l'attenzione del pubblico, sebbene il tema (quello delle competizioni di spelling) non sia esattamente trascinante, specie per il pubblico europeo. A sorpresa invece, Bad Words è il riuscito ritratto di un adulto tremendamente solo e desideroso di un riscatto personale che trova in un contesto totalmente improbabile (almeno all'apparenza). Il film è riuscito anche grazie alla buona prova di Bateman che si rivela anche un talentuoso regista.

Bateman dirige e interpreta una commedia molto originale, dallo spunto simpatico e che coinvolge lo spettatore poco a poco, nonostante la sedentarietà di una competizione come quella legata allo spelling delle parole. La sua regia è corretta e come attore incarna alla perfezione la solitudine e il rancore del suo personaggio, sorretto da una sceneggiatura brillante, spesso molto divertente e da un comprimario bambino molto più simpatico della media. Evitata anche un'eccessiva svolta melò nel finale. Notevole.

Una discreta regia e una certa spigliatezza interpretativa non bastano per considerare riuscita questa prova di Bateman. E' assai improbabile che un adulto (almeno per l'anagrafe) possa riscattare la sua sedicente solitudine concorrendo a una gara di spelling per bambini, con un linguaggio gratuitamente sboccato e atteggiamenti totalmente fuori luogo; il tutto poi, per un fine di vendetta per niente condivisibile. Alquanto irritante risulta anche l'amicizia tra il protagonista e il suo piccolo rivale di 10 anni. Altamente diseducativo.

Un quarantenne partecipa alla gara nazionale di spelling dedicata ai bambini. Commedia sfacciata e dal linguaggio altamente offensivo e scurrile. Per questo però non manca di brio e di una ilarità cinica non fastidiosa e che non sfiora mai il patetico. Finale così, così. Esordio alla regia di un lungometraggio per l'attore (sottovalutato) Jason Bateman. Consigliabile.