Morgan matto da legare - Film (1966)

Divertente commedia diretta con mano felice dal buon Reisz che, grazie anche alla buona sceneggiatura, riesce a farci empatizzare col personaggio di Morgan, autentico svitato che non si arrende al divorzio ottenuto dalla moglie. Ottimi anche sia il montaggio che la resa di tutti gli interpreti. Tipico film di quella corrente nota come "free cinema" britannico, che negli anni '60 sfornò una serie di lavori davvero ben riusciti.

Commedia stralunata e godibile (Morgan cerca di riconquistare la moglie), in cui il coinvolgimento dello spettatore cresce parallelamente all'empatia provata per il protagonista. Una delle punte del free cinema inglese e se lo merita. A distanza di anni stupiscono proprio la freschezza e la libertà dell'invenzione, degli inserti fantastici, la forza anarchica di un animo bohemien (Morgan è un pittore) che cerca di terremotare, vanamente, la solidità delle certezze borghesi (l'antagonista è, infatti, un mercante d'arte).

Discreta commedia, molto free cinema nello stile, basata su un'unica idea tirata per le lunghe e salvata da sprazzi paradossali e visionari che arricchiscono adeguatamente un cocktail altrimenti piuttosto insipido. Il forzato (ma non invasivo) discorso politico e sociologico, in linea con le mode dell'epoca, aggiunge un tocco di ingenuità e bizzarria che, insieme al ritratto del protagonista (un bravo Warner agli inizi), si sposa perfettamente con l'atmosfera piacevolmente datata e british.

Il vero capolavoro del free cinema inglese: un film scatenato, anarchico, che mette in discussione tutto e tutti e ci fa rendere simpatico lo svalvolato protagonista proprio perché rompe tutti gli schemi e tutte le convenzioni. La scena con il gorilla, le scritte sul muro, la scenata nella galleria d'arte: il vero spirito ribelle degli anni Sessanta nella sua migliore esibizione.