Ghostkeeper - Film (1981)

Slasher invernale tra soprannaturale e mitologia, regala a Morfeo i primi abbondanti quaranta minuti: non succede nulla e non assistiamo a nulla se non a distese di neve, montagne di neve e chalet nella neve. Ex abrupto, si scatena la follia: in un'atmosfera ovattata e vagamente sinistra i personaggi si odiano, impazziscono, compaiono un mesto Wendigo e un epilogo che fa tanto Sentinel. Purtroppo il sangue è scarso e arrivare a metà percorso è impresa titanica, ma sotto i baffi ammetto che non l’ho completamente disprezzato.

Interessante proto-slasher canadese la cui poco lusinghiera fama di "Shining dei poveri" è fuorviante: in realtà le similitudini con Kubrick si fermano alla location alberghiera in periodo invernale, mentre il plot ricalca le orme degli psycho-horror settantiani, fra antropofagiche degenerazioni familiari ed eroine mentalmente turbate. Anche se la violenza è esigua e l'azione ridotta, i muti scenari nevosi e la musica di Paul Zaza evocano una notevolissima atmosfera eerie. Le suggestioni sovrannaturali fanno pensare al Sentinel di Winner e, data la materia wendighesca, a Frostbiter.

Esordio del regista, il quale dichiarò che il budget finì a metà riprese e si proseguì a braccio; si spiega quindi una seconda parte abbastanza incomprensibile, in cui vari spunti vengono messi in campo in modo del tutto vago e casuale, portando a un finale confuso. Ma d'altro canto il film - dal mood più 70s che 80s - si può apprezzare parzialmente solo per l'atmosfera sinistra e invernale, favorita dall'efficace ost (in parte riciclata da Non entrate in quella casa), dato che lo splatter scarseggia e molto del potenziale di alcune scene viene lasciato cadere nel vuoto.