Duran Duran: Unstaged - Documentario (2011)

Duran Duran: Unstaged
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Duran Duran: Unstaged
Anno: 2011
Genere: documentario (colore)
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

I Duran Duran sono uno dei pochissimi gruppi degli Anni Ottanta che ha saputo aggiornarsi musicalmente ritrovando (dalla reunion del 2004 in poi) quel successo che aveva consgenato alla storia del pop rock album come "Rio" e "Arena". Unstaged è il concerto che hanno suonato al Mayan Theatre di Los Angeles il 23 marzo 2011, trasmesso in streaming da Youtube con David Lynch in cabina di regia, a sovrapporre le sue follie al lavoro dei cameraman che riprendevano l'evento. Un esperimento singolare, ma che purtroppo non può dirsi granché riuscito. Non è un documentario quanto piuttosto la ripresa anomala di un concerto un po' come si faceva negli anni della psichedelia, quando i "registi" giocavano coi...Leggi tutto primi effetti video di fatto rovinando l'operato di chi bene riprendeva gli spettacoli. Chi ha visto qualche vecchio filmato seventies di Emerson, Lake & Palmer, Yes o Deep Purple potrà capire: effetti visivi primordiali, giochi col positivo/negativo e coi diversi filtri... orrori dimenticabili e aspirazioni fortunatamente accantonate col tempo. Lynch ha ripreso l'idea a modo suo, con una classe del tutto superiore naturalmente ma interferendo nella fruibilità del prodotto, che i Duran dal “canto” loro hanno al contrario nobilitato con una performance straordinaria: un sound aggressivo e pieno catturato magnificamente, una resa sonora strepitosa e un Simon Le Bon in stato di grazia, che sembra aver fermato il tempo. La sua voce può non piacere, tuttavia quel timbro inconfondibile che stregò legioni di fan è lo stesso di allora! Manca Andy Taylor, ma gli altri quattro (Roger Taylor alla batteria, John Taylor al basso, Le Bon alla voce e Nick Rhodes alle tastiere) ci sono tutti, coadiuvati da altri ottimi musicisti e guest star come Beth Ditto dei Gossip, Kelis, il loro produttore Mark Ronson e Gerard Way dei Chemical Romance. Insomma, il concerto, specie se ascoltato con un impianto audio all'altezza, è un'esperienza altamente soddisfacente (mancano "Wild boys", "Save a prayer" e "The reflex", tra i classicissimi, ma la scaletta è un bel mix di antico e moderno) che raggiunge forse il picco nella sentita reinterpretazione slow di "A view to a kill", mentre ci si chiede cos'abbia veramente aggiunto allo show David Lynch (che nemmeno sale sul palco alle presentazioni finali, pur se richiamato da Simon). Nei quintali di sovrimpressioni di ogni genere che offuscano spesso il lavoro degli operatori ogni tanto qualche ottima idea si ravvisa, qualche "visione" tipicamente lynchiana si riconosce e si apprezza, ma il più delle volte l'impressione è che il regista si sia affidato a soluzioni fin troppo ovvie (il mondo che gira in "Planet Earth", la testa di lupo in "Hungry like the wolf") abusando di flash e trovate semplici semplici per gettare fumo negli occhi e coprire un lavoro evidentemente troppo difficile e prolungato da compiere in velocità. Certo, l'operazione è curiosa, le immagini continuamente frantumate da velocissimi oggetti di passaggio o da quadri in lento movimento che tendono a sparire movimentano le riprese, ma per un'integrazione artistica studiata e realmente efficace tra musica live e cinema c'è evidentemente ancora da aspettare. Nell'edizione italiana apre il film una presentazione di Morgan (una decina di minuti), sincero ammiratore del gruppo che mette a fuoco le qualità e l'innovazione della proposta dei Duran analizzandone la storia a modo suo e abbozzando le cover di “New religion” e “The chaffeur” (entrambe purtroppo assenti dal concerto).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/07/14 DAL BENEMERITO PAULASTER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/07/14
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Paulaster 22/07/14 10:21 - 4419 commenti

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Tutte le sperimentazioni sono bene accette e di questo concerto sarebbe opportuno sapere che ne hanno pensato i protagonisti. Una mescolanza che non si amalgama e dà l’impressione di una cosa incollata senza alchimia. Lynch mostra i suoi risaputi effetti sovrapponendoli a un classico show: i Duran reggono il palco dignitosamente (nonostante gli evidenti limiti di Le Bon), c'è qualche ospite di contorno (ma solo Kelis dimostra qualche dote) e il pubblico si diverte. Un'indigestione di filtri da saturare l’attenzione per il normale intrattenimento.
MEMORABILE: “The Man Who Stole a Leopard” (ft. Kelis), in cui l’esperimento sembra riuscito (o almeno sembra un videoclip).

Andypanda 20/12/15 19:44 - 29 commenti

I gusti di Andypanda

Voto ai Duran Duran: 10 e lode. Voto a David Lynch: zero. Fatta la media, ne viene fuori un prodotto comunque discreto, che avrebbe anche potuto essere eccellente, se non fosse stato rovinato dal tocco maldestro di Lynch, con i suoi miserevoli effettucci da videoclip primi anni '80. I Duran Duran, dopo trent'anni di carriera, divorano ancora il palco. Non male anche gli ospiti, in particolare Beth Ditto, che mi è sembrata quella più a suo agio con la musica dei Duran.

Lucius 25/05/16 00:39 - 3015 commenti

I gusti di Lucius

La regia di Lynch risulta invasiva e a tratti fuori luogo, preponderante rispetto al concerto, di altissimo livello. I Duran Duran si dimostrano all'altezza della propria fama: i loro brani, anche se con nuovi arrangiamenti, risultano ugualmente validi. Encomiabile l'idea dei duetti. Ottima musica e interpretazioni al top. Un grande spettacolo in parte offuscato dall'eccesso di filtri ed effetti speciali che il regista ha utilizzato senza un minimo di sobrietà, precludendone il risultato finale. Ma chi ama i Duran si farà investire dalla loro musica.

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  • Discussione Didda23 • 16/08/14 21:58
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    In realtà la collocazione nel genere rock non è così peregrina, se poi si hanno in mente altri gruppi che ci stanno meglio è un altro paio di maniche. Resta il fatto che, nonostante non sia un fan accanito della band, reputo che di collochi facilmente nella top five dei gruppi più sottovalutati di sempre. Poi rispetto ad altre band non hanno avuto un calo così vistoso e gli ultimi album non erano da buttare completamente via, anzi.
  • Discussione Deepred89 • 16/08/14 22:59
    Comunicazione esterna - 1601 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Ma poi le etichette contano zero per quanto mi riguarda, e i confini sono talmente labili quando non ridicoli. Non è che fare rock significhi fare bella musica e fare pop brutta, o fare musica destinata a restare contro musica effimera.

    Concordo su ogni singola sillaba. Dei Duran Duran ho ascoltato per intero solo l'album Rio e tenderei a classificarlo come new-wave, o al massimo synth-wave, anche se vorrei sottolineare come tali etichette restino in un campo separato rispetto al mio - personale - giudizio su tale album.
    Come chi mi conosce sa bene, ritengo che non esista un valore oggettivo nemmeno per le singole opere artistiche, figuriamoci per vari generi o le varie correnti di una singola arte. E questo chiaramente non si limita alla musica, e alcune pentapalle davinottiane a film di Vanzina e Bergonzelli mi confermano che tale corrente di pensiero ha i suoi agguerriti sostenitori.
  • Discussione Brainiac • 17/08/14 01:20
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    E' vero che i generi sono opinabili ma come nessuno si sognerebbe di dire che Bergman realizza commedie a mio parere i DD non fanno musica pop.
    Bergman fa film drammatici perchè drammatiche sono le storie, i dialoghi, le facce che sceglie, l'ambientazione, la fotografia, i riferimenti culturali. Non è solo la tecnica a renderlo un regista importante. Non è cinema "alto" in quanto non-pop, è grande Cinema perchè è grande il talento. Io non nego che i Duran Duran appartengano alla cultura Pop, essere Pop ("popolari", accessibili, fruibili) può infatti essere bellissimo -e in alcuni casi non deprecabili- essere il fine ultimo di un'opera d'arte. Non appartengono al Pop -i Durans- se per questo s'intende un genere minore, "basso", di scarsa qualità artistica perchè questi ragazzotti a modo loro avevano riferimenti precisi (si pensi all'innovazione dei loro video pieni di citazioni, dal futuristico al cinema d'avventura).
    Didda23 ebbe a dire:
    reputo che di collochi facilmente nella top five dei gruppi più sottovalutati di semprePoi ci dici le altre quattro underrated-bands, sono curioso!
    Deepred ebbe a dire:
    ho ascoltato per intero solo l'album Rio ti consiglio allora pure l'esordio omonimo, un discone.
  • Discussione Galbo • 17/08/14 08:34
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    Galbo ebbe a dire:
    E' vero che i generi sono opinabili ma come nessuno si sognerebbe di dire che Bergman realizza commedie a mio parere i DD non fanno musica pop.
    Bergman fa film drammatici perchè drammatiche sono le storie, i dialoghi, le facce che sceglie, l'ambientazione, la fotografia, i riferimenti culturali. Non è solo la tecnica a renderlo un regista importante. Non è cinema "alto" in quanto non-pop, è grande Cinema perchè è grande il talento. Io non nego che i Duran Duran appartengano alla cultura Pop, essere Pop ("popolari", accessibili, fruibili) può infatti essere bellissimo -e in alcuni casi non deprecabili- essere il fine ultimo di un'opera d'arte. Non appartengono al Pop -i Durans- se per questo s'intende un genere minore, "basso", di scarsa qualità artistica perchè questi ragazzotti a modo loro avevano riferimenti precisi (si pensi all'innovazione dei loro video pieni di citazioni, dal futuristico al cinema d'avventura).
    Didda23 ebbe a dire:
    reputo che di collochi facilmente nella top five dei gruppi più sottovalutati di semprePoi ci dici le altre quattro underrated-bands, sono curioso!
    Deepred ebbe a dire:
    ho ascoltato per intero solo l'album Rio ti consiglio allora pure l'esordio omonimo, un discone.


    Mai considerato il pop un genere minore, e non mi pare proprio che i DD siano sottovalutati....
  • Discussione Didda23 • 17/08/14 14:23
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Brainiac mi vengono in mente i Tears For Fears, i Sonic Youth, i Travis e in assoluto gli Suede ( che non hanno avuto lo stesso impatto dei Blur - decisamente inferiori-)
  • Discussione Brainiac • 17/08/14 14:45
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Brainiac mi vengono in mente i Tears For Fears, i Sonic Youth
    di sicuro non da me: li ho visti a 16 (dicasi: sedici) anni al Tendastrisce insieme ai Pavement nel '92. Erano i tempi di Dirt, che bei ricordi, mi scendono i lacrimoni!
    E facendoci scusare da Zender per l'OT, per me fra i sottovalutatissimi direi Brainiac (ehm..), Jawbox e Jacob's Mouse...
  • Discussione Disorder • 17/08/14 17:39
    Call center Davinotti - 380 interventi
    Erano sicuramente pop nel senso di "easy listening", e assieme agli altri New Romantics rappresentavano forse l'ala più commerciale dell'intero movimento New Wave (ma molti dei primi successi come Hungry like the wolf erano praticamente un aggiornamento del glam-rock di Bowie e T-Rex)
    Ma provenivano e appartenevano pur sempre al variatissimo calderone del rock; e rispetto ad altri mantenevano di esso lo stile canonico con pezzi guidati da riff di chitarra e tastiere, ritornello, assoli ecc… in pratica, nonostante le contaminazioni elettroniche, il più classico schema del pop-rock.

    Dicendo che sono sottovalutati non alludevo certamente a livello commerciale.
    Il fatto è che da noi in Italia sono ricordati solo come il gruppo delle ragazzine e dei paninari, e molti pensano addirittura che si siano sciolti negli anni 80.
    Ora, io non sono qui a dire che fossero 4 geni della musica ma secondo me hanno proposto un'interessante evoluzione (seppur di facile ascolto) del glam-rock di Bowie e della New Wave.

    Io tra l'altro in quegli anni ero troppo piccolo e non ho vissuto per nulla il successo dei Duran Duran. Li ho scoperti tanti anni dopo a forza di vederli citati da gente che mi piaceva e dalle enciclopedie del rock che divoravo.
  • Discussione Zender • 17/08/14 19:07
    Capo scrivano - 47787 interventi
    D'accordo su tutto Disorder. Sul fatto che fossero sottovalutati lo sono stati a lunogo dalla critica per i motivi che hai detto, oggi al contrario la critica ne ha rivalutato il passato e concordemente ne ha esaltato gli ultimi lavori, sorprendentemente innovativi e di grande successo anche commerciale. Quindi sono ormai ben pochi in ambito critico a ritenerli solo il gruppo dei paninari ecc., come invece accadeva fino a qualche anno fa.
  • Discussione Buiomega71 • 17/08/14 19:09
    Consigliere - 25999 interventi
    "Mi hai rovinato la mia pettinatura alla Simon Le Bon!" :)

    E se lo dice "Chop-Top"... :)
    Ultima modifica: 17/08/14 19:12 da Buiomega71
  • Discussione Zender • 18/08/14 07:51
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Ah, ecco chi era... non lo ricordavo.