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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il film è scritto e diretto da un gruppo di studenti argentini (il regista, Gustavo Mosquera, è il loro professore) della locale università del cinema e cerca di applicare il concetto del nastro di Moebius (che se unito ai due estremi crea una porta di percorso infinito) alla realtà. In fondo è un modo come un altro per avvicinarsi scientificamente agli universi paralleli portando un intero convoglio della rete metropolitana di Buenos Aires sullo stesso piano dell’Olandese Volante: dato per scomparso all'interno del circuito (chiuso) della sotterranea, ogni tanto riappare o fa sentire a qualcuno il suo sferragliare continuando a condurre la sua corsa in una realtà tangente. Una trovata non certo...Leggi tutto nuova, per la fantascienza, ma che inserita in un contesto insolito possiede indubbiamente il suo fascino. E’ la costruzione della Circolare 2 (un nuovo tratto della metropolitana) a far collassare definitivamente il complesso sistema matematico, molto particolare, sul quale si basa la rete. A scoprirlo è un matematico topologo, figura strana che perviene alla soluzione dopo una serie di calcoli astrusi. MOEBIUS fa parte dei tanti film basati su di un'unica idea, trascinata a fatica per l'intera durata e alla quale vi si aggiungono come contorno un po' di filosofia e di considerazioni sui massimi sistemi; il tutto sostenuto dalla necessaria atmosfera di impalpabile mistero e da mezze frasi che dicono e non dicono. Il risultato in definitiva è interessante, ma mancando totalmente un briciolo d'azione nonché una sceneggiatura leggermente vivace (e non essendo il regista in grado di sostituirle con il mestiere come farebbero colleghi più scafati), è pure inevitabilmente noioso: troppa poca sostanza.

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Flazich 16/08/08 08:38 - 669 commenti

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Moebius è uncult al pari di Pi greco, per una cerchia ristretta di estimatori della matematica pura. Infatti tutto il film si basa sul concetto matematico di loop infinito generato proprio dalla struttura matematica quale è il nastro di Moebius: una superficie finita che si può percorrere all'infinito. E così un sistema complesso come la metropolitana di Buenos Aires genera, per la sua complessità, dei punti singolari, delle anomalie dove le normali leggi della fisica non si possono più applicare. Magnifico.

Undying 19/08/08 16:32 - 3807 commenti

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La fisica quantistica, la "Relatività", gli Universi paralleli e l'Infinito come concetto matematico a capo del principio di Moebius (reso praticabile dal nastro che, unito in testa e coda, crea un principio di percorso senza fine) sono al centro di un film realizzato, non è un caso, da un gruppo di studenti argentini, capeggiati dal loro professore. L'ambientazione nella metropolitana è affascinante, ma il concetto "ostico" resta digeribile solo se si è invischiati in questioni matematiche complesse. Come film, resta esempio coraggioso di dire qualcosa di diverso. Il divertimento però latita.

Brainiac 18/04/09 13:58 - 1083 commenti

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Se siete quel tipo di persone che comprano riviste di (fanta?)scienza come Nexus, se fra i vostri programmi preferiti c'è Voyager, se su Internet cercate gli ultimi avvistamenti Ufo, se vi chiedono di Tesla e non pensate ad un gruppo Rock degli anni 80, questo è decisamente il film per voi. Lo svolgimento è ipnotico (per alcuni lento), ma è proprio questa cadenza metronomica e la suggestiva teoria ipotizzata che assicurano un "notevole" viaggio mentale. Per quelli che appartengono alla categoria di persone sovracitata, sarà un Cult.

Aal 29/08/09 18:48 - 321 commenti

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Notevole film argentino realizzato con passione e mestiere da un gruppo di studenti dell'Università del Cinema di Buenos Aires. Con un budget ridotto e nessun effetto speciale è la dimostrazione di come si possa creare ottima fantascienza e ammaliare anche solo con le idee, quando si tratta di idee vincenti. Una lezione di stile per l'industria del cinema fantastico "mainstream" soprattutto americano, così affollata di stereotipi e costose produzioni fatte solo di forma e non di contenuto.

Daniela 2/12/09 14:37 - 12662 commenti

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Stranamente le opere basate su concetti matematici esercitano su di me un grande fascino, spesso anche al di là degli effettivi meriti. "Stranamente" perchè, purtroppo, non avvertivo lo stesso fascino quando sedevo sui banchi di scuola... Comunque i meriti qui ci sono, in primis aver saputo imbastire una vicenda tanto complessa con pochi soldi e senza ricorso ad effetti speciali, facendo di necessità virtù. Certo il ritmo non è il massimo, ma ogni tanto fa piacere immergersi in un film che richiede pazienza e stimola la curiosità come un rebus.

Puppigallo 3/12/09 17:10 - 5275 commenti

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Difetta di ritmo, bisogna armarsi di molta pazienza e la confezione è povera. Detto questo, tale pellicola può fare a meno, sia del ritmo, che dei mezzi tecnici; e questa è una dote molto rara. Niente bim bum bam, dialoghi altisonanti e personaggi ingombranti, che riempiono lo schermo. Qui si parla di teorie scientifiche che, naturalmente, per come evolvono le cose, oltrepassano la barriera del conosciuto. Ma per il modo in cui l'argomento viene trattato, il passaggio risulta naturale, non forzato. Si è quindi portati a credere a ciò che ci viene spiegato (cosa rara). Giusto finale. Notevole.
MEMORABILE: Il nodo (la tendenza all'infinito, con relativa spiegazione utilizzando un semplice foglio di carta); L'illuminazione davanti alle montagne russe.

Cotola 10/03/11 23:53 - 9043 commenti

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Un treno della metro sparisce nel nulla: urgono indagini per svelare il mistero. Piccolo, misconosciuto ma splendido gioiellino argentino che sembra uscito fuori da un racconto di Borges o di Kafka e che ha il merito di intrigare lo spettatore e di avvincerlo per tutta la sua durata e di farlo in modo intelligente, puntando all’intrattenimento ma non mancando di alludere al passato recente dell’Argentina (i desaparecidos). Non facile da trovare ma assolutamente da recuperare.

Nando 1/10/11 15:43 - 3814 commenti

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La sparizione di un treno della metropolitana argentina sviluppa un'indagine matematica sull'infinito e disserta sull'incapacità delle persone di ascoltare i propri interlocutori. Una pellicola enigmatica ma realizzata egregiamente in cui si sfiora allegoricamente il caso dei desaparecidos. Finale imperdibile.

Bizzu 1/05/14 00:27 - 217 commenti

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Non male questo film in puro stile anni '90, un fanta-thriller-matematico. L'idea di partenza è la parte migliore, però dopo l'interessante parte iniziale si hanno quasi un'ora di nulla e un finale poco originale. Mille chiacchere nel mezzo e poi non c'è proprio niente da seguire o spiegare: il nastro di Moebius è una cosa arcinota e si intuisce subito tutto lo svolgimento del compitino. Casomai il tema del nastro è stato affrontato in maniera molto piu coraggiosa nel (pur pessimo) Moebius di Kim Ki Duk.

Saintgifts 18/04/14 13:31 - 4098 commenti

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La metropolitana, le sue gallerie, i suoi binari, gli scambi come un percorso infinito che gira su se stesso, il nastro di Moebius. Nessun treno che la percorre dovrebbe scomparire... da qualche parte del percorso deve essere, ma non è così; o è così? Argomento intrigante che si presta a tante riflessioni ma anche ironie, per quelli che credono solo a quello che vedono (o che non vedono?). Si possono fare anche calcoli per tentare di svelare il mistero, ma serve a poco. Forse la mente libera e innocente di una bambina può capire, o accettare.

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Kinodrop 27/03/21 19:14 - 2950 commenti

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Particolare l'ambientazione underground che fa della complessa rete della metropolitana di Buenos Aires non solo un location piena di suggestioni visive e sonore, ma soprattutto la concretizzazione sul piano reale dell'intricata struttura teorica della matematica sottesa al nodo di Moebius. La ricerca del treno scomparso mette in moto un meccanismo di indagine che subito vira all'intellettualistico e resta al di là della condivisibilità per chi matematico non è, riducendo al minimo la parte action e un finale prigioniero del presupposto fantascientifico. Buona la regia collettiva.
MEMORABILE: Le vibrazioni del treno invisibile; L'inutile presenza della ragazzina; Il professore ritrovato.

Rufus68 9/10/22 20:45 - 3842 commenti

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Estremamente interessante soprattutto nella prima parte in cui l'enigma del treno metropolitano scomparso si colora di toni gialli al limite del metafisico (i rotoli del progetto primitivo nell'archivio pletorico, gli appunti del professore, la cupezza dell'ambientazione sotterranea). Pian piano, invece di decollare ambiziosamente, il film si assesta abbastanza cautamente a storia di fanta-topologia perdendo i tratti kafkiani e apocalittici. Nonostante questo rimane una minuscola pepita del fantastico che merita una visione più larga. Azzeccato Angelelli quale protagonista.
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  • Curiosità Daniela • 2/12/09 23:56
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Il soggetto del film è tratto da "A train called Moebius", un racconto di fantascienza del 1958 (pubblicato in Italia su Urania nel 1962, poi nell'antologia dei classici di Urania "L'atomo azzurro"), nel quale l’autore, lo scienziato tedesco A.J. Deutsch, immagina che una linea della metropolitana, a causa dell'elevata complessità raggiunta dal sistema, si trasformi in un nastro di Moebius, con la conseguente sparizione di un intero treno con tutti i suoi passeggeri.

    Un tema simile è stato affrontato anche dal grande scrittore argentino Julio Cortazar nel suo racconto "Texto in una libreta" che parla di misteriose sparizioni nella metropolitana di Buenos Aires (per l'edizione italiana, vedi l'antologia I racconti, pubblicata da Einaudi-Gallimard).