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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Mai andare a sfidare le antiche maledizioni... e neanche quelle più recenti, a dire il vero. Qui il colpevole è il bisnonno di uno dei ragazzi del gruppo protagonista: si è appropriato della terra degli indiani e ogni dieci anni il demone guerriero del titolo ricompare lì per vendicarsi della ruberia e accoppare chi trova in giro, senza riguardi per nessuno. Ovviamente i giovani prendono tutto come la solita storia strampalata priva di fondamento (anche se perfino lo sceriffo gli dice occhio gente, non scherzate col fuoco) e, approfittando del fatto che il padre del giovane erede ha chiuso la tenuta proprio per via della maledizione, se ne vanno lì di nascosto per un bel weekend all'insegna della...Leggi tutto caccia. Cosa poi succeda è del tutto prevedibile, tranne forse la comparsa sul posto (oltre al demone pellerossa, naturalmente) del nipote dell'indiano a cui era stato sottratto il terreno, un bancario vestito e pittato come i suoi avi che ha deciso di porre fine alla maledizione aiutando i malcapitati ragazzi finiti nel posto sbagliato al momento sbagliato. La struttura è quella da slasher Usa di serie Z, girato all'insegna dell'economia sfruttando la particolarità del luogo, tra alberi secchi e foreste ingiallite. In aggiunta (forse sembrava davvero troppo misero, come soggetto) una love story accennata tra due dei ragazzi: lei, l'unica donna del gruppo (l'altra non ha fatto ora ad arrivare, il demon warrior l'ha appesa per i piedi prima che potesse raggiungere gli amici), sta insieme al figlio del proprietario della tenuta ma è segretamente corteggiata da un altro dei presenti, che la conosce da sempre e che sogna da anni di diventare per lei qualcosa di più di un amico. Lunghe camminate per la tenuta, qualche fucilata ad uccelli di passaggio, dialoghi decisamente patetici (pur se gli attori non sono così male, rispetto alla media dei film simili) e il demone guerriero a fare da ammazzasette: un palestrato vestito da indiano con arco e frecce e in faccia appiccicata una maschera da demone, giustamente ripreso con un certo pudore, almeno all'inizio. Terrore e tensione assenti, sangue che non scorre mai (un tomahawk sfonda il cranio a secco, in modo da permettere una comoda “scalpata”), e quando si arriva verso il finale ecco il trucco per combattere il demone: andare in trance! Più che un film un'allegra scampagnata studentesca con l'amico grosso che si traveste e corre dietro agli altri. Definire horror una cosa così lo si fa giusto per dovere di catalogazione...
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Chiudi TITOLO INSERITO IL GIORNO 4/07/14 DAL BENEMERITO PANZA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/07/14
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- Mediocre, ma con un suo perché:
Herrkinski - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Marcel MJ Davinotti jr., Rigoletto - Gravemente insufficiente!:
Panza, Minitina80, Gabigol, Rufus68
Sembra un film girato con gli amici più divertente da fare che poi da rivedere e invece questa pellicola è uscita al cinema ed è arrivata da noi con tanto di doppiaggio! Nemmeno per un secondo questa pellicola trova una sua dignità, un minimo sussulto, una scena con un minimo di senso. E poi basta con l'indiano tutto maledizioni e parole criptiche: mi sembra che alcune abominevoli puntate di Walker Texas Ranger abbiano già esaurito il tema! Roba da temerari, premiati al settimo minuto da un generoso topless da antologia...
Probabilmente ispirato da Scalps (e forse pure dal nostro Camping del terrore), questo slasher di serie-B rivisita ulteriormente il classico tema delle maledizioni indiane, mettendo in scena un demone pellerossa dal fisico possente e le fattezze mostruose. Il personaggio avrebbe potuto essere sfruttato meglio; si vede di rado e nel finale delude non poco. Lo splatter è presente ma moderato, le musiche sono discrete, cast e fotografia anonimi; se non altro il ritmo è andante, nonostante l'usuale abbondanza di dialoghi superflui. Guardabile.
Destinato a smarrirsi nel vasto oceano della mediocrità. Il solito gruppo di ragazzi che si isola in una casa lontana dalla civiltà e su cui grava una maledizione indiana; i ragazzi ovviamente sono degli ingenui incalliti. Menzione speciale per il demone indiano, che sembra un lottatore di wrestling senza un minimo di credibilità. Tra dialoghi assurdi su chi portarsi a letto e momenti di rara catarsi è meglio rivolgere la propria attenzione altrove.
La grande Sandra Mondaini avrebbe commentato questo film con "Che barba, che noia! Che noia, che barba!" e io non mi dissocio da questa ipotetica opinione, anzi la sposo pienamente perché ci si annoia davvero; la storia imbarca acqua e pur se interessante è condotta male da Patterson e maldestramente interpretata da un cast di fatto inesistente; certo, il budget conta, ma altri registi hanno saputo creare capolavori con poco. Altro che film di serie B, qui si sprofonda nell'interregionale...
Si apprezza la buona volontà e l'innocuo desiderio di girare un film senza pretese, ma qui il livello di improvvisazione soverchia ogni buona intenzione. La storia, dopo circa 5 minuti, viene inquadrata e prevista in ogni suo sviluppo; la sceneggiatura brancola nel buio persino con un plot così minimale e, purtroppo, nemmeno i fattori "splatter" e "tensione" sono da tenere in considerazione. Classica pellicola modesta da visionare a cervello spento, senza farsi troppe domande.
MEMORABILE: Lo scalpo (unica scena degna di nota); Il trashissimo finale con quel fulmine deus ex machina che ammutolisce tutti.
Uno dei tanti fallimenti dei B-horror anni Ottanta. Atmosfera goliardica fitta di insopportabili dialoghi riempitivi, sceneggiatura puerile, effetti al risparmio. Il tema della vendetta etnica da parte dello spirito indiano è svolta con prosaicità e sciatteria e ripercorre stancamente motivi già ampiamente sfruttati. Cast raccogliticcio. L'unico sussulto, del tutto estraneo all'economia della storia, lo regala il davanzale della sconosciuta Vonda Borski nei primi minuti: poi più niente.
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