Atrocity - Film (1995)

Ennesimo thriller violento made in Japan, delirante come la maggior parte ma meno sanguinario del previsto. Dominato da un protagonista che offre per l'intero film la medesima, attonita espressione di stupore terrorizzato. Ma è normale: lui è un ragazzotto abituato a stare davanti al computer dove chatta con i suoi coetanei, è fissato con le bambole e quando un gruppo di bulli lo ferma per strada e mena lui e la sua bomboletta (alla quale teneva quasi più che la sua vita) non si riprende più. O meglio, questa è l'impressione che dà a noi occidentali, abituati a ben altri comportamenti, nei ragazzi: svegli, storditi quanto si vuole ma solitamente brillanti e in fregola. Questo qui è catatonico...Leggi tutto e non dice nulla nemmeno quando il leader dei teppisti lo bacia e, poco s poco, giorno dopo giorno (ormai l'hanno preso di mira) ne diventa il suo amante. Questi è uno psicopatico violento che non si fa alcun problema a stuprare e tenere in casa una ragazza regredita allo stato semiprimitivo. Cerca di coinvolgere il nuovo amico nei suoi giochi perversi, ma nel finale avrà una sorpresa... Girato come sempre con un’assurda logica orientale che suggerisce come ogni volta più spunti di quanti poi approfondisca (le bambole, i criceti, l'omosessualità...), lascia in noi una decisa sensazione di incompletezza. Ci soffermiamo così a osservare la cura per i dettagli, la messa in scena scarna ma rigorosa, l'attenzione per i particolari, cercando di dimenticare la scarsa credibilità della sceneggiatura. La violenza è più suggerita che mostrata in graphic details, anche se non mancano crudeltà assortite ben coreografate.

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