Sincera e onesta serie tv dedicata al "martire" Padre Puglisi, interpretato qui da un Dighero a mio avviso nemmeno paragonabile (in quanto a verve) alla successiva interpretazione che ne darà Zingaretti nel 2005. Buona invece la prove del giovane Beppe Fiorello nelle vesti del mafioso di turno, la cui storia con Tiziana Lodato si affiancherà a quella di Puglisi. Non tutte le scene sono girate a Palermo, c'è anche Mazara del Vallo.
Un insolito Fiorello nei panni del picciotto e Ugo Dighero ancora più insolito nelle vesti del prete siciliano ucciso dalla mafia. Tutto è estremamente ridotto al minimo: sceneggiatura e ambientazione appena sufficienti. Gli attori fanno del loro meglio ma lontani dal genere specifico, molto più somigliante alla soap opera morale. Forse a dare il meglio di sé è Fiorello, se non altro per la caratterizzazione del personaggio del sicario a tratti controverso, il resto è déjà vu. La breve apparizione di Fiorentini è del tutto superflua.
MEMORABILE: Alfio che strangola Turi mentre la macchina va.
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