L'appassionata - Film (1988)

Un'ambientazione simile a quella di Occhiali d'oro e con lo lo stesso protagonista, un indovinato Farron dalla fisionomia simile a quella di Farley Granger, al quale viene comunque chiesto il nudo integrale (esigenze di sceneggiatura?) e un'intensa, stramba, Piera degli Esposti, succube di una passione che le ha sconvolto i sensi. In una buona ricostruzione d'epoca un film sincero e ben diretto, pregno di dramma, in cui l'eros è come una rosa che sboccia per un lasso di tempo limitato, salvo voi appassire facendo calare il sipario sulla voluttuosità dei sensi.

Contributo minore al genere delle pianiste psicotiche (un filone già florido prima dell'apparizione del noto film di Michael Haneke), "L'appassionata" è imperniato sulla performance sbrodolona di Piera Degli Esposti, vedova svampita che riscopre l'amore con un'aitante studente italo-americano. La tragedia è dietro l'angolo e anche il ridicolo. La commedia, lo sappiamo, è "tragedia più tempo", come ben illustrato dalla scena in cui la protagonista balbetta "Sto male!" per due minuti di fila sottolineando inavvertitamente i limiti espressivi dell'intera operazione. Quasi uno stracult.