Film così troveranno sempre facile stimatori. L’inglese Philip Ridley aveva già sedotto le pupille di molti col suo eccentrico esordio e con THE PASSION OF DARKLY NOON non fa che ribadire le coordinate del proprio cinema involvendosi ancor di più in una storia che manca anche del fascino indubbio offerto dalle sterminate pianure assolate di RIFLESSI SULLA PELLE. Siamo nel centro di una foresta, dove la seducente Ashley Judd abita con Viggo Mortensen, falegname muto che però apparirà in scena solo da metà film in poi. Prima lei...Leggi tutto accoglie in casa il frastornato e bigottissimo Brendan Fraser (il Darkly Noon del titolo), trovato svenuto sul sentiero. E’ lui il centro del film, l'occhio deformato attraverso il quale vivremo la storia. E’ balbuziente, quasi sempre assente (e la voluta inespressività di Fraser accentua questa sensazione), blatera di aver vissuto coi suoi in una comunità religiosa prima di essere stato da lì cacciato e d'aver visto papà e mamma uccisi. Ridley si perde dietro il vagolare per la foresta di Fraser Noon (che lo porterà ad incontrare Grace Zabriskie/Roxy, la matta della zona), prova ad approfondire senza troppo riuscirci le psicologie del triangolo Fraser/Mortensen/Judd, ma soprattutto rallenta il ritmo oltre ogni limite, azzecca qualche buon momento poetico ma poi lo fa seguire da chilometri di pellicola bella quanto inutile. All'inizio si resta affascinati, dall'occhio “diverso” di Ridley, ma dopo un po' ci si stanca inevitabilmente, sfibrati da dialoghi minimali e tutti uguali, da un film che - ahinoi - non ha più la forza stordente di RIFLESSI SULLA PELLE.
Questa era un’idea che, nelle mani di un buon regista, avrebbe potuto dare vita a un film particolare, sicuramente unico (l’orfano trovato nel bosco: le sue ossessioni). Ma purtroppo il regista era quello sbagliato; e se per una mezz’ora mi sono quasi illuso, poi, neanche troppo lentamente, mi sono dovuto rassegnare a un destino fatto di banalità , di disarmante prevedibiltà e di qualche sporadico raggio di luce (la donna nel bosco, il filo spinato). Il finale è così ridicolo da lasciare a bocca aperta. Attori persino famosi. Mah
MEMORABILE: Il passaggio sul fiume di un enorme scarpone galleggiante.
Taglio e tono televisivo condannano all'implosione un'opera ambiziosa e paralynchana altrimenti perfetta. I virulenti germi dell'assai più convincente e maturo Riflessi sulla pelle sono tutti al proprio posto di combattimento, ma ancora trattenuti, in potenza e incubazione. Notevole la presenza di una mcdowelliana Grace Zabriskie, pre-Inland empire, qui assai più lunare e perniciosa.
Di certo bizzarro e nato da un'idea tutto sommato interessante; ma la sensazione, a fine film, specialmente dopo un finale abbastanza prevedibile e canonico, è quella di trovarsi di fronte a qualcosa di incompiuto. Il taglio televisivo non aiuta, nonostante le buone musiche e qualche scorcio naturalistico e visionario interessante; gli attori fanno il loro mestiere correttamente (su tutti Fraser, a Mortensen saggiamente viene fatto interpretare un muto), ma in definitiva il tutto gira un po' a vuoto, pur restando un prodotto guardabile.
Molto meno fascinoso del precedente Riflessi sulla pelle, questo lavoro dell'eclettico Ridley trasuda autocompiacimento e mancanza di ispirazione. Le fantastiche immagini ed atmosfere del film precedente lasciano posto a una fotografia da videoclip e a location (come la grotta) che sembrano troppo finte. Anche la storia, pur con qualche interesse, si rivela banale, senz'anima.
L'assunto di partenza (la fuga di Darkly da un non meglio precisato massacro religioso) è solo uno spunto per arrivare a parlare d'altro: i nefasti effetti di una dottrina coercitiva sulla mente di un giovane innamorato. Peccato che il tutto si svolga in un'atmosfera baracconesca e il film si situi in piena zona trash: tra un Mortensen muto (?) che come al solito fa sesso (lo avevamo già visto in A history of violence), una barca a forma di scarpa gigante (?) che viene smarrita da un gruppo di circensi e cacche di dinosauro fossilizzate. Pessimo.
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Zender, imbd riporta questo titolo per il film di Ridley: Darkly Noon - Passeggiata nel buio, mentre il pessimo Sinistre ossessioni lo indica come titolo del dvd italiano...
Ho controllato nel mio archivio.
Il dvd Eagle reca il titolo Sinistre ossessioni.
Appena introdotto il disco nel lettore, dopo i primi nomi del cast, la pellicola si apre con The passion of darkly noon che fa bella mostra di sè sullo schermo.
Mco
DiscussioneZender • 13/05/12 08:17 Capo scrivano - 47804 interventi
Sì beh, il dvd Eagle è quello utilizzato nella locandina qui a fianco. Il punto è capire dove mai possa essere stato utilizzato il titolo Darkly noon... Forse in tv...
In tv, quando lo registrai io su Raiuno, passò come Passeggiata nel buio (tant'è che se non leggevo che era di Ridley, con quel titolo, manco l'avrei calcolato, perchè lo conoscevo, appunto, col suo titolo originale).
Zender ebbe a dire: Sì beh, il dvd Eagle è quello utilizzato nella locandina qui a fianco. Il punto è capire dove mai possa essere stato utilizzato il titolo Darkly noon... Forse in tv...
La mia trattazione voleva soltanto specificare che, a prescindere dal titolo del dvd, l'ouverture del film riportava il titolo originale e non solo Darkly noon.
In tv è passato su Rai 1 come Passeggiata nel buio, mentre su Rai 4 e su Sky continua a girare sotto il titolo Sinistre ossessioni.