Axed - Film (2012)

In un mondo sempre più in crisi economica e precario su un piano lavorativo, non poteva mancare un horror a tema, dove un padre di famiglia "schizzato" rivolge le proprie frustrazioni in ambito familiare. Il piano drammatico-grottesco dirige il film verso ambiti diversi, col risultato finale di un film stonato in tutto e per tutto. Guardatevelo solo se avete tempo da perdere.

Padre licenziato, weekend rovinato. C'è una prima scena (il padre nel garage) che fa intravedere la pochezza del film, poi per 20 minuti si spera in qualche piacevole sorpresa che però non arriva. Anzi, dopo che la storia prende una brutta piega le banalità si sprecano, gli attori si rivelano troppo deboli per ravvivare il film e gli effetti sanguinolenti non si vedevano così brutti da molti, molti anni.

Licenziato, un padre di famiglia già poco stabile perde definitivamente il cervello e si prepara a scatenare l'inferno su famiglia e principale. Niente di nuovo sul fronte dell'horror, è il solito clone di Hostel con riferimenti a Severance (la sottotrama riguardante la crisi), Funny games (la famiglia prigioniera e sottoposta a torture psico-fisiche), Shining e The woman (il padre di famiglia che sbrocca e cerca di far la pelle ai suoi cari). Tolto Hansler, gli attori non brillano e, pur non mancando la tensione, si respira aria di già visto.

Un giorno di ordinaria follia in salsa horror e inglese. Si potrebbe riassumere così questo film, ma sarebbe un'offesa nei confronti del film con Douglas. La lentezza tipicamente inglese si nota subito e sin dalle prime scene si nota una recitazione quasi amatoriale; si procede con la visione sperando in qualcosa che risollevi le sorti della pellicola, invece tra sceneggiatura non pervenuta e dialoghi ingenui non si può far altro che bramare il finale.

Uomo già problematico si scopre licenziato e pure cornuto, perdendo del tutto il lume della ragione. Bisogna considerare che il personaggio onestamente interpretato da Hansler non è così inverosimile, al netto degli esagerati scatti d'ira da patrigno, e va anche detto che la violenza non manca; per contro, la recitazione del rimanente cast è modesta e i fatti sembrano trascinarsi in modo un po' forzato (sarebbero pur sempre in tre contro uno...) con qualche sequenza puramente puerile (il tremendo "gioco del cartello" durante il viaggio). Non disastroso né soporifero, ma mediocre sì.

Colletto bianco licenziato perde la brocca e, portata la moglie e i due figli adolescenti in una villetta isolata, comincia a dar di matto... Il film parte da uno spunto reale, ossia il senso di smarrimento e profondo sconforto che può colpire un uomo di mezz'età che, con la perdita del lavoro, si sente mancare improvvisamente il terreno sotto i piedi, però lo declina non solo in modo banalmente effettistico ma anche molto sciatto: modesta la messa in scena, tra il mediocre e l'appena sufficiente le interpretazioni, brutti gli effetti splatter. Meglio evitare.