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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ad Hannover, in Germania, il buon Mario (Renato Salvatori) è stufo di lavorare in fabbrica per quattro soldi. Così, quando conosce l’invadente Totonno (Alberto Sordi), si fa coinvolgere e diventa magliaro; vende cioè stoffe e tappeti usando spesso trucchi che sconfinano con la truffa. Quando Totonno decide di staccarsi dal suo padrone e di aprire l'attività ad Amburgo lo segue. Il protagonista e Salvatori, perché è attraverso i suoi occhi che viviamo la vicenda, è lui a vivere la storia d'amore con la moglie (Belinda Lee) del ricco Mayer. Sordi è inizialmente il suo pigmaglione, lo trascina a vendere stoffe insegnandogli l'arte...Leggi tutto della persuasione, travolge lui e i clienti con fiumi di parole, improvvisando un italiano tedeschizzato che stordisce. E siamo noi stessi tramortiti da un Sordi incontenibile, devastante, anche troppo. Poi tutto si spegne, la vicenda assume toni drammatici (o melodrammatici, con le musiche di Piero Piccioni a sottolineare i momenti più intensi) e Francesco Rosi dimostra di faticare non poco (non è certo la prima volta) a imporre un ritmo accettabile. Se infatti il soggetto (suo e di Suso Cecchi D'Amico) offriva spunti interessanti, la sceneggiatura (scritta dai due con Giuseppe Patroni Griffi) non li sfrutta a dovere. Manca di grinta così come la regia, e quando l'interesse per la storia si smorza non riesce più a risollevarsi. Così non senza sforzi si arriva in fondo tra amare considerazioni sulla vita, una rissa con il racket locale e appuntamenti con la femme fatale. Sordi (salvo rare occasioni) non prova nemmeno a divertire e si concede solo nel finale un monologo degno di lui. Trasferta tedesca sfortunata.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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Cotola 28/04/08 01:35 - 9052 commenti

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Discreto e garbato film di Francesco Rosi che illustra, col sorriso sulle labbra ma non solo, un pezzo di storia del nostro paese probabilmente sconosciuto alla maggior parte delle persone più giovani. Quella dei "magliari", infatti, era una figura in passato molto diffusa in Italia. Per fortuna oggi è sparita e nessuno, o quasi, è più costretto ad andare all'estero a vendere prodotti assortiti per "sbarcare il lunario". Uno dei lavori meno famosi e riusciti del regista napoletano, ma in ogni caso molto interessante. Ce ne fossero oggi di registi come lui.

Renato 25/02/10 11:32 - 1648 commenti

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Un buon film, anche se la presenza di un Sordi che (come quasi sempre) gigioneggia in modo insopportabile sposta il baricentro della storia verso il farsesco; fortunatamente solo a tratti. Bravissimo invece Salvatori, in uno dei suoi ruoli migliori. Mi ha solo un po' deluso il finale, che prende una deriva sentimentale che fino a quel momento non avrei immaginato. Le sopracciglia di Belinda Lee sono il ricordo della pellicola che porterò con me, probabilmente: ma chi diavolo gliele aveva disegnate?

Enricottta 3/08/10 10:41 - 506 commenti

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Non raggiunge l'obbiettivo, il film di Rosi. Non è bello, a tratti infastidisce, annoia, intristisce. Sordi nel finale non recita ma è se stesso, si specchia in tutti i sensi. La Germania di Rosi è bruttisima. Sceneggiatura poderosa, purtroppo maltrattata. I caratteristi di una volta erano incredibili, avrei volentieri visto Carlo Pisacane nel cast. Sembra datatissimo e forse lo è, ma non pesa vederlo.

Pigro 13/10/10 08:06 - 9670 commenti

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L'ambiente di emigrati che commerciano ai margini della legalità è visto attraverso le vicende del trafficone e del bonaccione: se queste ultime rischiano di ricalcare percorsi narrativi consueti, la cornice degli italiani in Germania e dei loro meccanismi di sopravvivenza è decisamente più originale e interessante e sembra provenire da un'attenta e rispettosa documentazione. Sordi è come sempre notevole e ci regala alcune sequenze d'effetto (tragicomico). Purtroppo il film non ha un ritmo efficace e procede in modo un po' troppo dispersivo.

Enzus79 17/01/11 15:05 - 2900 commenti

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Film che ho apprezzato molto. Renato Salvatori e Alberto Sordi fanno a gara a chi è più bravo, anche se il secondo è ovviamente quello più simpatico. La drammaticità della storia è messa forse in secondo piano e non "pesa" nemmeno. Non è il miglior Rosi, ma è da vedere.

Lupoprezzo 9/08/11 17:05 - 635 commenti

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Il cinema critico e sociale di Francesco Rosi non trova granché sfogo in questa pellicola: la condizione degli emigrati italiani in suolo tedesco e la loro arte di "arrangiarsi" è piegata ad uno script poco ispirato, ad un tratteggio un po' troppo macchiettistico dei personaggi (sottotono Alberto Sordi, mal impiegato Renato Salvatori) e ad un ritmo altalenante. Anche il finale, pur non disprezzabile, lascia un senso di inconsistenza. Di veramente buono rimane qualche scorcio di quartieri poveri e un'invettiva di Sordi in automobile.

Saintgifts 22/04/12 09:44 - 4098 commenti

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È il Sordi di tante interpretazioni, uno dei protagonisti di questo film che pur essendo attuale (emigrazione per lavoro in un altro paese), sembra datatissimo. Datato perché mostra un'Europa (Germania) diversa da quella attuale, un'Europa ancora sconosciuta ai più; un Sordi, dicevo, che fa quello che la sua maschera riesce meglio ad esprimere, rendendosi veramente antipatico (bravo?). Per il resto, a parte una Belinda Lee centrata e un Salvatori un pelo legnoso, ciò che viene meglio espresso è un'italianità esportata, da tragicommedia.

Samuel1979 10/06/12 23:52 - 547 commenti

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Film drammatico di Rosi, il quale descrive con nitidezza la "sacrificata" vita di alcuni commercianti di stoffe nella Germania dei primi anni Sessanta. Affiora la nostra tipica arte di arrangiarsi in terra straniera, ma anche la difficoltà per molti di integrarsi nel tessuto sociale di quel paese. Non mancano momenti di forte comicità scaturiti dalla prestazione eccelsa di Sordi; intensa la performance di Salvatori nel ruolo del disadattato Mario.
MEMORABILE: Il monologo finale...

Markus 25/06/12 08:44 - 3690 commenti

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Il film poteva essere una sorta di didascalica rappresentazione di un certo modo di sopravvivere di molti italiani costretti all'emigrazione, ma Rosi gioca la facile carta dell'esuberante Sordi per rappresentare un commerciante imbroglione di stoffe e tappeti ad Hannover che, con vari escamotage, riesce ad accalappiare un introverso toscano (la "maschera col broncio" di Salvatori). Il film tende al noioso e solo qualche battuta di Albertone (che però appare poco credibile come emigrato e sa di nome-acchiappapubblico) riesce a risollevarlo.

Galbo 24/11/12 15:36 - 12398 commenti

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Tra i primi film di Francesco Rosi, non è certamente il più riuscito. Merita tuttavia almeno una visione per la capacità di rappresentare una realtà (quella di certi immigrati italiani all'estero) ormai definitivamente tramontata. Azzeccata, da questo punti di vista, la scelta dei protagonisti, con Sordi in particolare che fornisce un'interpretazione decisamente buona. Il limite principale del film è un intreccio non particolarmente avvincente e un ritmo di narrazione non sempre adeguato.

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Graf 20/11/13 04:55 - 708 commenti

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Un film di difficile definizione e piuttosto vago questo “I magliari” di Rosi. Tante storie (i magliari napoletani, quelli polacchi, il voltagabbana Totonno, la storia d’amore tra Mario e Paula...), tante annotazioni ambientali, tanti stili di rappresentazione (il dramma, la commedia, il sapore documentaristico di alcune scene, lo studio dei caratteri...) ma una materia che straripa, una narrazione che procede a singhiozzo, una regia tra la magniloquenza e lo schematico. Un film vitale ma contraddittorio e senza una linea organica di significato. Datato.
MEMORABILE: Lo splendido ed emozionante monologo finale di Totonno (Sordi).

Piero68 13/10/14 09:07 - 2957 commenti

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Questa volta Rosi calca troppo la mano e ne viene fuori forse uno dei suoi film peggiori. Caratterizzazioni sempre troppo sopra le righe e personaggi che rasentano la macchietta involontaria, come il boss napoletano. Peccato perché il soggetto era buono e fotografava una certa realtà dell'epoca. Sordi quasi inutile e Salvatori che veste sempre i soliti panni con un resto del cast da cui emerge il solo Giuffrè. Merita non più di una visione distratta.

Daniela 8/12/14 11:29 - 12667 commenti

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Immigrati in Germania si arrangiano facendo i venditori ambulanti di stoffe di scarsa qualità, spesso ricorrendo a piccole truffe. Uno di loro tenta di mettersi in proprio, ma... Film irrisolto: troppo spazio al personaggio del giovane toscano ingenuo ed onesto interpretato da Salvatori e alla sua relazione con la ricca signora annoiata, quando avremmo voluto seguire di più le orme di Totonno/Sordi e dei altri "magliari" al suo seguito. Un film minore nella filmografia di Rosi, comunque da vedere non solo per l'interessante spaccato d'ambiente ma anche per il bel bn di Gianni Di Venanzo.
MEMORABILE: Nel finale, il monologo in macchina di Totonno, miserabile e megalomane.

B. Legnani 23/08/18 01:24 - 5533 commenti

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Interessante opera seconda di Rosi, non perfettamente riuscita, perché un po' sbilanciata. Sordi fa Sordi, il che non quadra bene col personaggio, ma, come "Sordi", funziona. Meno interessante Salvatori, il cui personaggio è un po' troppo scialbo. Caratteristi di vaglia, fra i quali il grande Nino Vingelli. Belinda Lee, che morirà nel 1961, anche stavolta interpreta un ruolo più anziano rispetto alla sua vera età: ho la convinzione che sarebbe diventata una grandissima attrice. La celebre scena "Spara!... Spara!..." verrà ripresa oltre vent'anni dopo da Ciro Ippolito in Lacrime napulitane!

Gabrius79 15/03/20 17:21 - 1427 commenti

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Film non memorabile di Francesco Rosi che si salva se non altro per una buona interpretazione di Alberto Sordi (del cui personaggio si sarebbe gradito uno sviluppo maggiore). La pellicola, pur con un discreto cast (Salvatori se la cava), naviga a vista e talvolta tende ad annoiare a causa di una sceneggiatura irrisolta. Buone la fotografia e le musiche.

Myvincent 15/09/20 08:28 - 3743 commenti

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Un gruppo di farabutti emigrati italiani in terra tedesca prova ad elevare il proprio livello di qualità di vita ricorrendo all'imbroglio e uno di loro lo farà non guardando in faccia nessuno. L'Italia in trasferta all'estero fa la solita brutta figura, divisa fra disperazione e furbizia, e così la storia diverte con amarezza, grazie al "solito" Sordi qui inarrestabile locomotore di energie. Alle facce da inguaribili guitti fa da contraltare il viso esotico di Belinda Lee, nel ruolo di sgualdrina dal cuore tenero.

Ira72 16/09/21 13:40 - 1313 commenti

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Un film che, senza la presenza dello spumeggiante Sordi, non varrebbe granché. Ma Albertone c'è e, grazie a lui, la prima parte scorre piuttosto bene per merito delle truffe farsesche da lui messe in scena con i malcapitati di turno. Purtroppo, però, la seconda parte del film svolta verso il melodrammatico, con i due amanti protagonisti (la conturbante Lee, ricca ed annoiata, ed il taciturno Salvatori a farle da intrattenimento sporadico). Francamente poco divertono e, al contrario, la pellicola risulta eccessivamente lunga e noiosa. Mediocre con il suo perché (Sordi).

Giufox 31/12/21 10:21 - 324 commenti

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Rosi segue la traiettoria di un operaio emigrato in Germania cercando lo scontro tra film di denuncia - plasmando alcune virtù che faranno grande la sua carriera - e commedia all'italiana dai toni nostalgici. Intelligente nello sfatare alcuni miti di solidarietà tra compatrioti all'estero (e una visione aprioristica del tessuto economico tedesco dell'epoca), lo è meno nell'equilibrio tra le parti  - Sordi fa Sordi, mentre Salvatori è spesso incerto. Resta "un buon cinema" che non scivola in inutili patemi nel dipingere il contesto sociale e sa essere dinamico nelle sequenze leggere.
MEMORABILE: Sordi contro i napoletani; Il ritorno.

Fabbiu 8/10/22 23:40 - 2146 commenti

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Un bellissimo set ad Hannover, una regia attenta che sa catturare e rendere palpabile l'atmosfera grigia nella vita degli operai italiani emigrati in Germania. Forse Salvatori eccede con l'espressione da bonaccione, ma Sordi, nel ruolo del magliaro truffatore e aspirante capo di banda, ruba la scena con un ruolo che interpreta con molta classe. Purtroppo però, superata la prima parte (con le truffe) il tutto si perde in lungaggini trascinate e il ritmo narrativo si inabissa. La regia di Rosi è attenta ma la sceneggiatura è debole, non prevede intrecci o sviluppi interessanti.
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  • Musiche Samuel1979 • 24/11/12 11:27
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    Fa parte della colonna sonora il brano "Fever" eseguito da Peggy Lee (1958).
  • Discussione B. Legnani • 24/08/18 17:10
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    Credo che Carmine Ippolito (nel ruolo di Raffaele Tramontana) sia doppiato da Carlo Giuffré.

    Provate da 1h43'15".
    La scena comprende lo "Spara!... Spara…" citato in Lacrime Napulitane, oltre vent'anni dopo.

    https://www.youtube.com/watch?v=7-f67EafKZ4
  • Discussione Raremirko • 9/10/18 21:14
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    La prima ora convince più della seconda parte, ma c'è da dire che il film, praticamente, lo regge tutto Sordi.

    Credo abbia avuto ragione pure la critica, o una certa critica: "E' un film che non ha molto altra da dire, oltre ciò che meramente mostra".


    Un Rosi degli inizi, che convince solo in parte, ma che comunque intrattiene; il maestro farà di molto meglio, ma comunque il film è discreto e ben fotografa un'epoca.