Pupi Avati scrisse questa sceneggiatura dopo la direzione del triste "giallo" L'Amico d'Infanzia e prima di consolidare il suo rapporto (Voci Notturne - Serial TV del 1995) con il giovane Fabrizio Laurenti (autore formatosi nella Filmirage di Massaccesi). Utilizzando un cast significativo (Mary Sellers e Coralina Cataldi Tassoni), La Stanza Accanto rientra nella manciata di thriller conclusivi della stagione cinematografica italiana. La qualità è, quindi, scadente, al pari del simile Dove Comincia la Notte, diretto da Maurizio Zaccaro nel 1991.
Mediocre thriller sulla scia di Dove comincia la notte diretto dallo scarso Fabrizio Laurenti. Avati, dopo il pregevole lavoro fatto sulla sceneggiatura del film sopracitato, qui imbastisce un copione pedestre che vede un continuo susseguirsi di eventi scollegati fra loro. Nonostante una confezione più curata (la fotografia è notevolissima), il film manca di mordente e di originalità e s'arena nella noia in più punti. C'è qualche scena di sangue nel finale, ma non basta. La tensione è assente, Carolina Tassoni assolutamente irriconoscibile. **.
MEMORABILE: Il finale grandguinolesco (poco, in verità).
Il passato che ossessiona, il passato che non ci lascia, il passato che ritorna. Il tema del film, malato e maledetto è lo stesso della mente deviata dell'assassino, che pur di nascondere la propria impotenza non lesina brutali assassinii. Nonostante gli sforzi del regista e la confezione della pellicola, la stessa presenta troppe carenze, soprattutto nella psicologia dei personaggi e poca tensione. Gli omicidi sono frettoosi e poco credibili, seppur motivati.
Personalmente trovo questo gioiellino il miglior film prodotto da Avati (anche più di Dove comincia la notte) e mette in luce il talento sottovalutato del regista della Casa 4. Pervaso da un sentore di morte e sudiciume, tra feti contenuti in teche di vetro e rivelazioni finali davvero schock (e inaspettate, Angel heart insegna). Ottima atmosfera sudaticcia dello Iowa rurale e bucolico, che sta a metà tra un film dei Taviani e crudeli esplosioni fulciane. Il flashback finale mette più di un brivido. Uno dei film più sottostimati in assoluto.
MEMORABILE: La rivelazione finale, davvero un colpo basso, che giunge inaspettata; Il contenuto della valigia; La ragazza vista dal buco della parete.
La penna di Pupi Avati è autrice di una sceneggiatura non dissimile da Dove comincia la notte – il ritorno al paese natio, un delitto ancora da risolvere, i fantasmi del passato, la follia – sebbene rispetto a quel film manchi la sottile inquietudine e la trama non riesca ad avvincere, giacché la tensione si trattiene per esplodere sanguinolenta solo nell’ultimo quarto d’ora. Buona la fotografia dai colori umidi e smorzati, atta a rievocare uno scorcio di America rurale degli anni Quaranta.
Un thriller sudaticcio che parte con discreti propositi salvo poi scadere e cercare l'exploit nel finale sanguinolento. Il ritmo appare non proprio dinamico e mostra un cast notevolmente anonimo che in alcuni frangenti sembra trasportarti un un modesto telefilm.
Non basta una confezione leccata per questo film d'esportazione firmato da Laurenti e sceneggiato da Avati. Le atmosfere ed i temi (specie quello del passato che ritorna) sono quelle tipici del regista romagnolo ma il film non parte quasi mai e la tensione sembra davvero essere assente ingiustificata. Che dire poi della chiusa che si rivela telefonata, un pochino ridicola e con un movente da latte alle ginocchia? Anche gli attori forniscono una prova del tutto insufficiente concorrendo così concretamente al disastroso risultato finale.
Il finale abbastanza cruento e visionario lo rende meno insipido rispetto a Dove comincia la notte, ma non al punto da poterlo considerare un bel film. L'ambientazione nell'America rurale anni '40 è meno dozzinale del previsto, ma a conti fatti aggiunge ben poco; la tensione è quasi del tutto assente (al massimo affiora qualche punta di curiosità) e neppure gli attori sono particolarmente ispirati. Fortunatamente il sodalizio tra Avati e Laurenti produrrà esiti nettamente superiori con il successivo sceneggiato Voci notturne.
Thriller poco conosciuto e non del tutto riuscito nel quale il regista mette in scena una storia tutto sommato curiosa ma noiosa (tranne la ricostruzione dell'America anni 40, comunque poco influente). Alcune scene sono troppo confuse (non si capisce se sono allucinazioni o altro). Si salvano (in parte) la prova della Sellers e la virata splatter alla fine (che risolleva di mezzo punto il voto). Perdibile.
Fabrizio Laurenti HA DIRETTO ANCHE...
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Ciao Undying, anche se se ne parla male sono interessato a questo film, che dalla trama ricorda Dove Comincia la Notte. Volevo sapere se è sanguinoso, pauroso e d'atmosfera come il film di Zaccaro, grazie, anche se mi pare che tu non abbia apprezzato molto il film del 91 e quindi potresti non essere imparziale...
Ti ringrazio in anticipo!